11.2.13

Tranquillo Cremona



l'edera



Tranquillo Cremona, fratello del matematico Luigi Cremona, compie gli studi  superiori al liceo classico Ugo Foscolo di Pavia. Fu l'iniziatore della scapigliatura in pittura, pur partendo da modi alla Hayez ma con maggior gusto cromatico di ascendenza veneta (a Venezia il giovane pittore soggiornò tra il 1852 ed il 1859, frequentandovi l'accademia). Successivamente il linguaggio dell'artista si rivolse alla ricerca di effetti vaporosi e morbidi, ottenuti con il prevalere dello sfumato sul contorno, in obbedienza alla teoria dell'indefinita suggestione musicale a cui tendono tutte le arti, di cui Giuseppe Rovani si era fatto sostenitore nel libro 'Le tre arti' (1874). A tali risultati Cremona pervenne a partire dal 1870, quando presentò 'I cugini', frutto delle ricerche e degli studi del periodo precedente (temi forse ispirati a esperienze biografiche dell'amico Carlo Dossi). Si tratta di opere che non potevano non sorprendere e non scandalizzare nell'ambiente milanese, dominato dal compassato verismo di Giuseppe Bertini di cui fu anche allievo.
È significativa la recensione, nella 'Strenna ricordo dell'Esposizione Nazionale di Milano' del 1872, di Yorick (pseudonimo di Pietro Ferrigni) il quale accostò per primo Cremona al contemporaneo Daniele Ranzoni. In realtà, Cremona dimostrava la sua insofferenza per il clima dominante proprio attraverso la ricerca del simbolismo. Quanto alla natura sfatta delle sue immagini, la cui riconoscibilità non è sempre certa, essa dipende dallo sforzo di fondere le figure con l'ambiente, su una linea che sarà ripresa da Medardo Rosso e che sfocerà nelle proposte, altrimenti impostate, di Umberto Boccioni..../....

Emily Dickinson









We can but follow to the Sun -
As oft as He go down
He leave Ourselves a Sphere behind -
'Tis mostly - following -We go no further with the Dust
Than to the Earthen Door -
And then the Panels are reversed -
And we behold - no more
   





Possiamo solo inseguire il Sole -
Tante volte quante tramonta
Ci lascia di una Sfera indietro -
È questo in gran parte - il seguire -
Non andiamo più in là con la Polvere
Di una Porta Terrena -
E poi gli Usci s'invertono -
E non vediamo - più nulla


(1864-1864)

9.2.13

8.2.13

Emily Dickinson










Snow beneath whose chilly softness
Some that never lay
Make their first Repose this Winter
I admonish Thee

Blanket Wealthier the Neighbor
We so new bestow
Than thine Acclimated Creature
Wilt Thou, Austere Snow?
   
Neve sotto la cui fredda morbidezza
Alcuni che mai giacquero
Riposano la prima volta quest'Inverno
Ti ammonisco

Coltre più Ricca al Vicino
Da noi appena posato
Che alle tue Acclimatate Creature
Vuoi Tu, Austera Neve?

(1864-1865)






     sulla neve, sulla morte 





7.2.13

Alfonsina Storni











Chi è colui che amo? Non lo saprete mai. Mi
scruterete gli occhi per scoprirlo e non vedrete
mai che il fulgore dell'estasi. Io lo imprigionerò
perché mai sappiate immaginare chi ho dentro il
mio cuore, e lì lo cullerò, silenziosamente, ora
dopo ora, giorno dopo giorno, anno dopo anno.
Vi darò i miei canti, ma non il suo nome. Lui
vive in me come un morto nella sua tomba, tutto
mio, lontano dalla curiosità, dall'indifferenza,
dalla malvagità.





Pierre Bonnard





Marthe à la pendule - 1925






Marc Chagall


Marc Chagall  - the-promenade





Marlene Dietrich




Fra le più belle icone del mondo cinematografico della prima metà del Novecento, la Dietrich fu un vero e proprio mito ed una diva, lasciando un'impronta immortale attraverso la sua recitazione, le sue immagini e l'interpretazione delle canzoni (arricchite da una ammaliante e sensuale voce). Un mix, raramente ripetuto dopo di lei, che è sufficiente a farla entrare nella leggenda dello show business quale modello di femme fatale per antonomasia.




Il suo mito nacque e si sviluppò in contrapposizione a quello della divina Greta Garbo, entrambe star di punta di due compagnie di produzione rivali.
Nacque a Schöneberg, oggi quartiere di Berlino, il 27 dicembre 1901, da Louis Erich Otto Dietrich (ufficiale militare prussiano) e da Elisabeth Josephine Felsing (figlia di un gioielliere), anche se lei stessa dichiarò più volte di essere nata nel 1904.

Dal 1907 al 1919 frequentò le scuole di Berlino e di Dessau: a quattro anni iniziò a studiare il francese, l'inglese, il violino e il pianoforte. A causa di uno strappo ai legamenti di un dito della mano fu costretta a interrompere lo studio della musica suonata e si diplomò come cantante all'Accademia di Berlino.

Nel 1922 iniziò a calcare i palcoscenici dei teatri di Berlino (Großes Schauspielhaus Berlin) e lavorò con il regista Max Reinhardt, ottenendo piccole parti in alcuni film muti.

Il 17 maggio 1923 sposò Rudolf Sieber, un aiuto regista, e un anno dopo nacque la figlia Maria Elisabeth. Nel 1929 arrivò la sua prima interpretazione da protagonista nel film Die Frau nach der man sich sehnt.

Nell'ottobre dello stesso anno firmò il contratto per interpretare il film che le diede la fama, L'angelo azzurro, con la regia di Josef von Sternberg, tratto da un romanzo di Heinrich Mann, fratello del più famoso Thomas.

In questo film, che è il primo film sonoro del cinema tedesco, la si vede sfoderare un tocco di perversa sensualità ed interpretare la famosa canzone Lola Lola. Le pellicola venne girata in versione multipla, in tedesco e in inglese. I costumi furono disegnati da lei stessa (in seguito saranno disegnati dal sarto Travis Banton). È in questo periodo che il regista Sternberg la convinse a farsi togliere quattro molari e la mise a dieta ferrea per darle un aspetto più "drammatico".

Il giorno dopo la prima de L'angelo azzurro, la stampa berlinese la proclamò una star, capace di mettere in secondo piano anche la prova recitativa del grande attore Emil Jannings, ma l'attrice in quel momento era già sul transatlantico che la portava in America.

Mentre il regista stava ancora montando la versione definitiva la Paramount, che distribuiva negli Stati Uniti L'angelo azzurro, il 29 gennaio 1930 telefonò alla nuova stella e le offrì un contratto settennale con uno stipendio iniziale di 500 dollari a settimana e aumenti fino a 3.500 al settimo anno. L'attrice accettò, ma riuscì ad inserire nel contratto una clausola accessoria importante, che si rivelerà onerosa per lo studio: quella di poter scegliere il regista dei suoi film, una condizione maturata per paura di perdere la collaborazione di von Sternberg.

Sul viaggio in transatlantico incontrò Travis Banton, il costumista con il quale collaborò sempre, con il quale aveva in comune l'ammirazione per Sternberg e una straordinaria resistenza fisica alla fatica. Fu in questo periodo che venne scattata la famosa foto di Marlene vestita da yachtman, scattata da Sternberg stesso, che venne diffusa dalla Paramount con la frase di lancio dell'immagine divistica di Marlene: "La donna che perfino le donne possono adorare". Il glamour di quella immagine spazzò via tutte le remore della Paramount che invano aveva tentato di proibirle di mostrarsi in pantaloni: a quell'epoca, indossare vestiti di foggia maschile per una donna, quando nessuna donna, in nessun caso indossava pantaloni, a meno di non voler sembrare uno sconvolgente androgino, era un atto ben più sovversivo di oggi.

Marlene Dietrich arrivò così a Hollywood il 2 aprile 1930, dove si rifugeranno presto anche alcuni tra i migliori attori, registi e tecnici del cinema tedesco dell'epoca, in fuga dal nazismo. La Paramount la mise in contrapposizione a Greta Garbo, la star scandinava della MGM. La diva tedesca aveva anche il dono del canto, il che le dava una carta in più nel cinema sonoro.

La Dietrich iniziò quindi a recitare in una serie di film memorabili girati dal suo regista di fiducia, Sternberg, e fotografata solo e soltanto da Rudolph Maté, che le creò quell'immagine di graffiante ma raffinata sensualità che la consegnò alla popolarità mondiale.

Il primo film americano fu Marocco, nello stesso 1930 (ottobre), nel quale cantava due canzoni e che le valse la nomination all'Oscar come migliore attrice. Marocco uscì negli Stati Uniti prima de L'angelo azzurro (dicembre 1930) e nel marzo 1931 arrivava nelle sale già Disonorata: in pochi mesi era già diventata una star cinematografica mondiale.

In Marocco restò famosa la sua performance canora vestita da uomo e il bacio con una donna del pubblico, il primo bacio omosessuale della storia del cinema.

Per Shanghai Express (1932) venne accoratamente studiato il suo look: vestiti neri che la snellissero e piume nere di gallo da combattimento. L'anno dopo Sternberg si rifiutò di dirigerla ne Il Cantico dei Cantici, ma le suggerì comunque di chiedere Rouben Mamoulian, cosa che lei fece puntualmente in virtù della sua libertà contrattuale in merito alla scelta dei registi.
La Dietrich canta per un soldato durante la seconda guerra mondiale

I film successivi più celebri sono tutti declinazioni su sfondo fantasiosamente esotico della sua immagine di diva, come era successo in Marocco: la Russia con L'imperatrice Caterina, la Spagna con Capriccio spagnolo (1935), che fu l'ultimo film nel quale collaborò con Sternberg. Per quest'ultimo film essa voleva dare una sfumatura mediterranea al personaggio di Conchita e cercò di scurirsi gli occhi, usando un collirio per dilatare le pupille. Non riuscendo però a muoversi sul set confessò a Sternberg la sua cattiva trovata ed egli la rassicurò: con un pezzo di carta che copriva una parte del riflettore che illuminava il suo primo piano riuscì a darle la sfumatura bruna cercata.

La professionalità e la determinazione della Dietrich sul set erano proverbiali. Con la disciplina essa pretendeva da se stessa un'interpretazione perfetta, che andasse a coprire qualche pecca sul profilo dell'interpretazione drammatica. In Capriccio spagnolo, ad esempio, Sternberg aveva ideato la scena di presentazione di un personaggio, con il primo piano di un palloncino che scoppia e mostra il volto della diva. Le venne richiesto di restare impassibile allo scoppio del palloncino, evitando il riflesso naturale di sbattere almeno le palpebre: essa si sottopose a prove estenuanti, ma alla fine riuscì ad eseguire, come sempre, la corretta performance.

Dopo sette anni di permanenza negli USA ottenne la cittadinanza. I suoi familiari la seguirono poi nell'avventura americana, anche se ormai viveva separata dal suo unico marito che conviveva con una sua ex-amica; del resto erano innumerevoli le avventure che si concedeva con amanti di ambo i sessi: la sua era una vita che molti definivano scandalosa. Nel 1934 arrivò a guadagnare 350.000 dollari l'anno, una cifra astronomica, che la rendevano una delle persone più ricche degli Stati Uniti. Quello stesso anno fece un viaggio in Europa.

Il rapporto con Sternberg era molto teso: entrambi si sfidavano continuamente e arrivavano ad aggredirsi verbalmente durante le riprese. La rottura definitiva avvenne nel 1935, soprattutto per volontà di lui. La sua immagine comunque restò ancorata a quella creata da Sternberg.

Con gli Stati Uniti collaborò tenendo spettacoli di intrattenimento per le truppe americane e portando la sua arte in Nord Africa e in Europa negli ospedali da campo: cantava - con indosso un'uniforme di sua creazione - la canzone pacifista Lili Marleen, che sarebbe poi diventata il suo inno.

Nel 1950 ricevette la Legion d'onore dal governo francese e, prima donna della storia, riceve la Medal of Freedom, massima onorificenza civile concessa negli Stati Uniti d'America.

Dal 1954, quando la carriera cinematografica era ormai declinata, su consiglio del commediografo Noel Coward, che ne fu l'organizzatore, si esibì in spettacoli in cui cantava le canzoni dei suoi film ed intratteneva il pubblico con monologhi estemporanei. Lo show fu portato in giro per tutto il mondo con grande successo e dietro lauti compensi. .../...

6.2.13

Jacques Henri Lartigue


Jacques Henri Lartigue (Courbevoie il 13 giugno 1894 - Nizza il 12 settembre del 1986) .
Sebbene sia considerato uno dei più significativi fotografi del Novecento, egli si presentò sempre come pittore. Inizialmente concentrato sulla mondanità e sulla vita quotidiana della borghesia francese, allargò successivamente il proprio punto di vista divenendo, anche grazie alla fama acquisita negli anni, un divulgatore delle innovazioni estetiche compiute nel mondo dell'arte.
Jacques Lartigue nasce il 13 giugno del 1894 a Courbevoie da una famiglia facoltosa, il padre Henri è un uomo d'affari appassionato di fotografia. Nel 1899 la famiglia si trasferisce a Parigi.
Nel 1902, all'età di sette anni, Lartigue riceve in regalo dal padre la sua prima macchina fotografica. Di fatto la sua attività di fotografo inizia qui: scatta e sviluppa le proprie foto dapprima con l'aiuto del genitore e subito dopo da solo. Ritrae il mondo che gli sta attorno: parenti e amici, e più in generale la quotidianità della borghesia. Raccoglie le sue fotografie in volumi: nel corso della propria esistenza arriverà a mettere insieme circa 130 album, con all'interno un totale di alcune decine di migliaia di foto.
Sempre in questo periodo inizia un diario che porterà avanti per tutta la vita e che rappresenterà una sorta di "parallelo scritto" delle sue immagini: riflessioni, descrizioni, ma anche schizzi delle fotografie stesse.
A partire dal 1904 inizia con alcuni esperimenti fotografici: forse l'esempio più rappresentativo di queste prove è costituito dalle sovrimpressioni per creare foto di "pseudo-fantasmi". Inizia inoltre a scattare immagini stereoscopiche (cioè fotografie tridimensionali) con una macchina apposita.

Renee Perle by Jacques Henri Lartigue, c.1930I love how she looks particularly Romanian here. Often she looks terribly Parisian chic but this photograph is more true.
Renee Perle 1930

Nel 1906 l'ascesa sociale del padre permette alla famiglia di acquistare il castello di Rouzat nei pressi di Puy-de Dome, nonché la prima autovettura. Il fratello maggiore "Zissou" inizia a costruire macchine volanti nelle cantine del castello. Autoobili e aeroplani, ma più in generale il movimento, diverranno poi tra i soggetti preferiti da Lartigue. La passione per i motori, per i marchingegni, per la tecnologia che all'epoca era ai suoi albori era un elemento che caratterizzava un po' tutta la famiglia dei Lartigue. In questo contesto il piccolo Jacques, cagionevole di salute e non altrettanto "audace" come gli altri parenti, assumerà il ruolo di testimone oculare, quasi di elemento esterno e distaccato, intento a immortalare e a prendere nota di ciò che gli accadeva intorno.../...

Pierre Bonnard




 
Le  cabinet de toilette - 1914







 

Emma




Emma è un romanzo della scrittrice inglese Jane Austen, pubblicato per la prima volta anonimo nel 1815. Tema fondamentale del romanzo è il fraintendimento in amore. La protagonista Emma Woodhouse è descritta nel paragrafo di apertura del libro come bella, intelligente e ricca. Prima di iniziare a scrivere il libro, la Austen scriverà: "Sto per descrivere un'eroina che non potrà piacere a nessuno, fuorché a me stessa". Emma è una giovane donna dell'Inghilterra della Reggenza. Orfana di madre, vive con suo padre Mr. Woodhouse, un ipocondriaco che si occupa principalmente della propria salute e della propria sicurezza e di quella di chi ama. Amico di Emma e suo critico è Mr Knightley, suo vicino e cognato, in quanto fratello maggiore del marito di Isabella, sorella di Emma. Il romanzo si apre con le nozze della signorina Taylor, governante di Emma, sua amica e confidente. Emma, che ha presentato la signorina Taylor al suo futuro marito, Mr Weston, ritiene di avere il merito della loro unione e ha tutte le intenzioni di combinare un altro matrimonio appena ne capiterà l'occasione..../..

5.2.13

Blaga Dimitrova


http://26.media.tumblr.com/tumblr_lkav3xPgCY1qaus35o1_500.gif

Nessuna paura
che mi calpestino.
Calpestata l'erba
diventa un sentiero.




Erba

4.2.13

Achmatova-Modigliani





Anna Achmatova - Modigliani 1911




"Probabilmente io e lui non capivamo una cosa fondamentale: tutto quello che avveniva era per noi la preistoria della vita: la sua molto breve, la mia molto lunga. Il respiro dell'arte non aveva ancora bruciato, trasformato queste due esistenze: e quella doveva essere l'ora lieve e luminosa che precede l'aurora.
Ma il futuro, che, com'è noto getta la sua ombra molto prima di attuarsi, batteva alla finestra, si nascondeva dietro i lampioni, intersecava sogni e spaventava, con la terribile Parigi baudelairiana che si nascondeva in qualche posto, lì accanto."

Anna Achmatova - Amedeo Modigliani


  

Non sappiamo separarci,
vaghiamo mano nella mano.

Già comincia a imbrunire,

tu sei pensoso, io taccio.

Entriamo nelle chiese, vediamo
funerali, battesimi, matrimoni.
Senza guardarci usciamo;
perché nulla per noi?
O ci sediamo sulla neve pesta
del cimitero, sospirando appena.

E col bastone tu disegni stanze
dove staremo sempre insieme.

A. Achmatova




Il mondo dell’Achmatova è angusto come una striscia di luce penetrata in una stanza buia. 
E’ più angusto di un coltello. In esso è la sera. Il risveglio, il distacco. E’ un mondo captato per via di punture. Allo stesso modo punge il cielo il telescopio, trascegliendone le stelle e privando il mondo della sua vastità.
Victor Šklovskij



Antonia Pozzi - Inverno




Fili neri di pioppi -
fili neri di nubi
sul cielo rosso -
e questa prima erba
libera dalla neve
chiara
che fa pensare alla primavera
e guardare
se ad una svolta
nascono le primule.
Ma il ghiaccio inazzurra i sentieri -
la nebbia addormenta i fossati -
un lento pallore devasta
i dolori del cielo.
Scende la notte -
nessun fiore è nato -
è inverno - anima -
è inverno.


3.2.13

Emily Dickinson





E' una curiosa creatura il passato ed a guardarlo in viso
si può approdare all'estasi
o alla disperazione.

Se qualcuno l'incontra disarmato,
presto, gli grido, fuggi!
Quelle sue munizioni arrugginite
possono ancora uccidere.




Il dolore è un topo






 




 

 




Il dolore è un topo

sceglie l'intercapedine nel petto
per timido nido
ed elude la caccia
Il dolore è un ladro
rapido nel trasalire
tende l’orecchio
per cogliere un suono
di quel vasto buio
che ha trascinato la sua vita
indietro
Il dolore è un giocoliere
ardito nell’esibirsi
perché se esita
l’occhio per di lì
non colga i suoi lividi
siano uno o tre


Emily Dickinson







Pierre Bonnard



"Femme à la voilette" by Bonnard
Femme à la voilette (Mme Lucienne Dupuy de Frenelle) 1917



Pierre Bonnard nasce il 3 ottobre 1867 a Fontenay-aux-Roses, figlio di un funzionario ministeriale. Dopo il diploma in legge decide di dedicarsi alla pittura: a Parigi, nel 1888 segue i corsi dell’Accademia Julian e dell’Ecole des Beaux-Arts.È in questo periodo che conosce artisti come Paul Sérisier, Maurice Denis, Paul Ranson, Edouard Vuillard, e Ker-Xavier Roussel, con i quali forma il gruppo dei Nabis (dall’ebraico nabiim, che significa profeti, ispirati) e con i quali esporrà al Salon des Indépendants a partire dal 1891.
Il gruppo degli artisti Nabis nasce ufficialmente nell’ottobre del 1888, quando Paul Sérusier mostra loro un piccolo olio, un paesaggio dipinto a Pont-Aven sul coperchio di una scatola di sigari (conservato oggi al Museé d'Orsay di Parigi), eseguito secondo i consigli di Paul Gauguin: viene considerato il “talismano” e diventa il simbolo del gruppo. Al pari degli altri artisti Nabis, Bonnard, che all'interno del gruppo conservò il titolo di Nabi japonard, trae costante ispirazione dalle scienze occulte e dalla magia: le ricerche esoteriche lo allontanano progressivamente dal realismo e dal naturalismo impressionista e lo avvicinano ad una pittura simbolista, destando l’ammirazione del poeta Guillaume Apollinaire.
I suoi modelli stilistici sono le opere del periodo bretone di Paul Gauguin e le stampe giapponesi, da cui assimila il tentativo di deformare la realtà enfatizzando gli elementi suggestivi e carichi di significati simbolici; la sua reazione all’impressionismo si basa su una pittura più meditata ma con un uso più incisivo del colore. Un volta terminato il servizio militare, riprende la sua attività parigina a Monmartre, in un atelier condiviso con Denis e Vuillard, esponendo per gli Indépendants, centrando il successo con il cartellone pubblicitario per France-Champagne,  ed eseguendo bozzetti di costumi, decorazioni.

Negli ultimi anni del diciannovesimo secolo, Bonnard si dedica anche alle arti applicate: le scenografie teatrali, le litografie e le illustrazioni del periodo sono caratterizzate da figure con ritmi sinuosi che si rifanno ai modelli giapponesi, all'art nouveau e alla traduzione dei nuovi lirismi di Mallarmé e Verlaine; il suo stile suscita ammirazione e colpisce molto Henri de Toulouse-Lautrec, che vi trova motivi di ispirazione per i suoi manifesti.
Appartengono alla fine del secolo una maggiore attenzione alla manifestazione degli affetti intimi dei personaggi, come nella Madre e figlio, le visioni di squarci parigini impreziosite da presenze umane vitali, come nel Les grands boulevards, i ritratti femminili come l' Alexandre Natanson che rivelano una immediatezza e leggerezza di pennellata, una geniale intuizione per i soggetti scelti e una capacità di costruzione narrativa autonoma e personale.
Dal 1900 in poi Bonnard continua a esporre con crescente successo e compie numerosi viaggi alla ricerca di nuovi soggetti.

 
Madame Misia Godebska Natanson 1895


In questo periodo l’artista attraversa un nuovo ripensamento dell'Impressionismo: alla presa diretta della realtà si affianca un’atmosfera di malinconica lontananza.
Si intensifica il suo interesse per le ambientazioni intimistiche, per le scene di toilette, per i nudi femminili assieme agli altri temi centrali della sua arte che continuano ad essere paesaggi, nature morte, ma che ora si fanno più gioiosi e al contempo strazianti. I suoi lavori si caratterizzano, in questo periodo, di preminenti rapporti di luce fra figure e oggetti, di colori estremamente variegati attorno al madreperla.

Misia Sert and Valloton at Villeneuve 1899
 
Nella fase di fusione tra tracce di luminescenza impressionistica e temi elaborati e studiati emerge la chiave di lettura e di riuscita delle sue opere, ossia la simbiosi tra narrazione figurativa e ritmo vitale.
Dopo la guerra soggiorna abitualmente in Costa Azzurra. Muore a Le Cannet, nelle Alpi Marittime, il 23 gennaio 1947 3 mesi e 20 giorni dopo aver tagliato il traguardo dei 79 anni.




David Grossman - A un cerbiatto somiglia il mio amore













“Perché ti sei portata un quaderno.
Lei si stiracchiò. Improvvisamente si sentiva stanca, come se avesse scritto pagine su pagine.
Così, pensavo di scrivere di ciò che io e Ofer avremmo visto lungo il cammino, di tenere una specie di diario di viaggio. Quando andavamo all’estero tutti insieme scrivevamo sempre ciò che succedeva.
Era lei a scrivere, la sera, in albergo, o nelle pause, o durante un lungo trasferimento. Gli altri si rifiutavano di collaborare, …. la prendevano affettuosamente in giro per quel suo impegno, superfluo e infantile a loro parere, mentre lei insisteva: se non scriviamo, dimenticheremo. Ma che c’è da ricordare? ribattevano loro, che quel vecchio sul battello ha vomitato sul piede di papà? Che a Adam hanno servito un anguilla al posto della cotoletta che aveva ordinato? Lei taceva e pensava, vedrete che un giorno vorrete ricordarvi di come ci siamo divertiti, di come abbiamo riso.

Si sforzava di essere il più dettagliata possibile in quei diari di viaggio. E ogni volta che non le andava di scrivere, che la mano le si impigriva o gli occhi le si chiudevano per la stanchezza, si immaginava gli anni in cui si sarebbe seduta accanto a Ilan, preferibilmente nelle lunghe sere d’inverno, con una tazza di punch caldo, entrambi avvolti in un plaid a quadretti, a leggersi a vicenda stralci di quei diari completati da cartoline, menu, biglietti di ingresso a vari siti, di spettacoli, treni, musei. Ilan, naturalmente, aveva indovinato tutto, compreso il plaid a quadretti. Lei era sempre così trasparente per lui. Promettimi solo di spararmi un attimo prima che accada, le aveva detto. Ma glielo diceva riguardo a così tante cose.”


2.2.13

Edgar Degas



  
"...Bisogna giudicare come massimo risultato non ciò che si è già realizzato,
bensì ciò che si potrà realizzare in futuro.
Diversamente è proprio inutile lavorare..."
E. Degas
  
La stella - 1878 (pastello su carta)


 
Edgar Hilaire Germain de Gas (poi modificato in Degas). Nasce a Parigi (1834). Origini nobili le sue (papà di origini Bretoni che si trasferisce a Napoli durante la rivoluzione francese; per poi ristabilirsi a Parigi, dove dirige una succursale della banca di proprietà della famiglia). Nel 1855 l?artista, abbandona gli studi di legge; frequenta lo studio di Louis Lamothe, allievo di Ingres e viene ammesso all?Ecole des Beaux-Arts. Tra il 1856 e 1861 compie un primo viaggio di studio in Italia, a Roma in particolare. Nel 1862 stringe amicizia con Manet, un anno dopo, inizia a frequentare il caffè Guerbois, dove si riuniscono i giovani del gruppo di Batignolles, capitanati da Bazille, che dissentono dall?arte accademica in nome di un rinnovamento della pittura. Nel 1870, allo scoppio della guerra franco-prussiana, si arruola nella Guardia Nazionale. Alla fine del conflitto, riprende i contatti con gli altri pittori, che ora si riuniscono al caffè Novelle Athènes. Nel 1874 presenta dieci opere alla prima mostra degli impressionisti e da quel momento prenderà parte a tutte le edizioni successive; ad eccezione di una sola, quella del 1882. Già dal 1880 inizia ad avere i primi problemi di vista, che lo rendono quasi cieco; e lo spingono ad accostarsi alla scultura. Nel 1893 il gallerista Paul Durand-Ruel organizza la sua prima e unica mostra personale. Si isola sempre di più, negli ultimi anni di vita, conducendo una vita appartata, fino alla sua morte, che avviene a Parigi , siamo nel 1917.



La danza e le ballerine di Degas. Nel 1874 Degas comincia ad interessarsi al mondo delle ballerine. Tema che diventerà uno dei più amati e noti della sua produzione artistica. Il primo gruppo di ballerine è datato tra il 1873 e il 1878; in quel periodo frequenta le scene dell’Opéra, a cui può accedere grazie all’amicizia con gli orchestrali. Visita inoltre le classi di danza, prendendo appunti, che poi traduce in opere finite su tela.
Degas, alterna le composizioni d’insieme, in cui ritrae gruppi di ballerine in scena o nei momenti di prove e di riposo, a opere come questa, in cui tutta la sua e la nostra attenzione è rivolta alla solista. Isolata sul palcoscenico e trasformata nel simbolo stesso della grazia femminile. Per dare maggior risalto alla figura in primo piano, ripresa dall’alto verso il basso. Il palcoscenico e il fondale sono abbozzati in maniera sommaria. Delle altre ballerine si vedono solo le gambe e una parte del tutù, mentre la figura in nero potrebbe essere il direttore di scena o un ammiratore. L’artista ha distribuito le luci con straordinaria bravura, illuminando maggiormente alcune zone particoli; come la gamba destra e il collo della protagonista. Ha inoltre ravvivato il candore del suo abito con il nero del nastro al collo e i delicati tocchi di giallo e rosso dei fiori.

Egon Schiele



Portrait of a woman




Schiele nasce in una cittadina del Danubio (Tulln il 12 gennaio del 1890), a sedici anni passa l’esame per l’ammissione alle belle arti, spronato dallo zio, suo tutore dopo la morte del padre. Mistificato più di ogni altro artista del secolo. Molti biografi parlando della sua vita, profondamente tragica e nevrotica, tracciano di lui il ritratto di uno psicopatico, ossessionato dal sesso.
Influenzato da Klimt, idolo della scena artistica viennese, una sorta di padre spirituale, con il quale avrà un rapporto eterno d’amicizia. L’artista, ha grande notorietà in Germania tramite la rivista Die Aktion di Berlino e varie mostre a Monaco. La sua opera presenta caratteristiche inconfondibili. Schiele sceglie come soggetto dei suoi disegni e degli acquarelli, principalmente la figura umana, rappresentata sempre in figure tese, angolose, tormentate, spesso con una carica erotica che gli causeranno non pochi problemi (verrà persino messo in prigione). Nella sua pittura invece predominano i paesaggi deserti, silenzioni, con alberi secchi, morti, che in talune occasioni ricordano le mani nodose e contratte delle sue figure.
Nel 1918 Vienna è colpita da una disastrosa epidemia influenzale che sta seminando nel mondo milioni di vittime. Lui e la moglie (in attesa di un figlio) saranno contagiati. Si farà di tutto pur di scampare il contagio e cercando di vivere in isolamento. Ma le misure precauzionali non potranno impedire l’infezione. L’artista, morirà tre giorni dopo la moglie, a ventotto anni, e solo in seguito, gli verrà tributato il riconoscimento, come grande artista quasi mezzo secolo dopo, ma con tutti gli onori del caso.

1.2.13

Sylvia Plath - Diari




Fammi essere forte, forte di sonno e di intelligenza e forte di ossa e fibra;
fammi imparare, attraverso questa disperazione, 
a distribuirmi:
a sapere dove e a chi dare: a riempire i brevi momenti




e le chiacchiere casuali di quell'infuso speciale di devozione e amore
che sono le nostre epifanie.
A non essere amara. Risparmiamelo il finale,
quel finale acido citrico aspro
che scorre nelle vene delle donne in gamba e sole.



dedicato a Camille





"...Sono stata sollevata da un ciclone, insieme al mio atelier, ma per uno straordinario effetto del tornado, i miei gessi sono finiti direttamente in tasca a Rodin e compagni, mentre la mia sfortunata persona si è trovata trasportata delicatamente in un luogo chiuso, pieno di gente, e in compagnia di parecchi pazzi..."

Camille Claudel, 1882


Ogni mese, questo blog dedicherà un posto d'onore ad un personaggio, sia artistico che poetico. Oggi questo spazio spetta a Camille Claudel. 


  

Georgia O'Keeffe





Black Iris - O'Keeffe
Black Iris - 1906

“…Un fiore è relativamente piccolo. Ognuno collega una serie di concezioni a un fiore, all’idea del fiore. Così mi sono detta, dipingerò ciò che vedo, ciò che il fiore significa per me. Ma lo dipingerò grande per convincere la gente a prendersi il tempo di osservarlo…”
Date significative :
Georgia O’Keeffe nasce nel 1887 nel Wisconsin. In Virginia, nel 1903 frequenta il Chatham Episcopal Institute, completando gli studi.
Frequenta l’Art Institute di Chicago nel 1905.
Dopo grave malattia, nel 1907 prosegue gli studi dell’arte presso l’Art Students League di N.Y.
Nel 1908, ottiene per una sua natura morta una borsa di studio per la League Outdoor School a Lake George, N.Y. In difficoltà finanziaria, lavora come grafica pubblicitaria a Chicago.
Nel 1910 il morbillo le causa un abbassamento della vista, per cui si vede costretta a lasciare il lavoro.
Nel 1912 si riavvicina alla pittura all’Università della Virginia; dove insegna nei mesi estivi fino al 1916. Per raggiungere la necessaria esperienza d’insegnante, lavora per due anni sempre come insegnante, nel Texas.
Nel 1914 aderisce al National Woman’s Party. Dal 1915 insegna al Columbias College, South Carolina.
Nel 1916 i suoi disegni a carboncino vengono esposti nella galleria di Stieglitz. Egli nel 1917 organizza la sua prima personale alla “291″ con disegni a carboncino e acquerelli, eseguendo oltre 300 riprese fotografiche che formano il ritratto della pittrice. Sempre in quell’anno visita per la prima volta il New Mexico, quel paesaggio l’affascinerà per tutta la vita.
Photo of Georgia O'Keeffe in New Mexico
Georgia O'Keeffe in New Mexico

Nel 1918 sostenuta finanziariamente da Stieglitz, può dedicarsi alla pittura, trasferendosi a N.Y. Nel 1923, grande mostra espositiva. Nel 1925 al Seven Americans, i fiori della O’Keeffe vengono esposti per la prima volta insieme a opere di altri artisti. Nel 1927 prima piccola retrospettiva al Brooklin Museum di N.Y. Si riprende lentamente da due operazioni al seno.
Dal 1929 trascorre i mesi estivi, intervallando viaggi, in New Mexico. I suoi quadri nel 1930 vengono esposti alla nuova galleria di Stieglitz “An American Place” una volta l’anno, fino alla sua chiusura (1950).
Nel 1932, interrompe la sua attività, causa un esaurimento nervoso.
Nel 1933 il Metropolitan Museum compra il suo primo quadro.
Nel 1946 una restrospettiva dedicatale dal Museum of Modern Art di N.Y.
Nel 1946 si trasferisce definitivamente in N.Mexico. Nel 1953 viaggia per la prima volta in Europa, vede Francia e Spagna. Altri viaggi nel corso degli anni a seguire. Tra cui Grecia, Egitto e nel Mediorente.
La sua vista si indebolisce gravemente nel 1970..../....