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4.1.18

Antonia Pozzi







Ritorno per la strada consueta,
alla solita ora,
sotto un cielo invernale senza rondini,
un cielo d’oro ancora senza stelle.
Grava sopra le palpebre l’ombra
come una lunga mano velata
e i passi in lento abbandono s’attardano,
tanto nota è la via
e deserta
e silente.
Scattano due bambini
da un buio andito
agitando le braccia:
l’ombra sobbalza
striata da un tremulo volo
di chiare stelle filanti.
Gridano le campane,
gridano tutte
per improvviso risveglio,
gridano per arcana meraviglia,
come a un annuncio divino:
l’anima si spalanca
con le pupille
in un balzo di vita.
Sostano i bimbi
con le mani unite
ed io sosto
per non calpestare
le pallide stelle filanti
abbandonate in mezzo alla via.
Sostano i bimbi cantando
con la gracile voce
il canto alto delle campane: ed io sosto
pensandomi ferma stasera
in riva alla vita
come un cespo di giunchi
che tremi
presso un’acqua in cammino.


Antonia Pozzi - Poesia che mi guardi

15.6.17

Antonia Pozzi




Sempre così smisuratamente perduta ai margini della vita reale: difficilmente la vita reale mi avrà e se mi avrà sarà la fine di tutto quello che c'è di meno banale in me.


— Antonia Pozzi - Lettere




24.4.17

Antonia Pozzi


La mia vita era come una cascata
inarcata nel vuoto;
la mia vita era tutta incoronata
di schiumate e di spruzzi.
Gridava la follia d’inabissarsi
in profondità cieca;
rombava la tortura di donarsi,
in veemente canto,
in offerta ruggente,
al vorace mistero del silenzio.
Ed ora la mia vita è come un lago
scavato nella roccia;
l’urlo della caduta è solo un vago
mormorio, dal profondo.
Oh, lascia ch’io m’allarghi in blandi cerchi
di glauca dolcezza:
lascia ch’io mi riposi dei soverchi
balzi e ch’io taccia, infine:
poi che una culla e un’eco
ho trovate nel vuoto e nel silenzio.


Antonia Pozzi - Vicenda d'acqua - Milano, 28 novembre 1929


27.1.17

Antonia Pozzi




Così vedi – frantumo me stessa
in tante povere inezie pietose.

- Antonia Pozzi - da Inezie

2.8.16

Antonia Pozzi





Tante volte ripenso
alla mia cinghia di scuola
grigia, imbrattata,
che tutta me coi miei libri serrava
in un unico nodo
sicuro.
Né c’era allora
questo trascendere ansante
questo sconfinamento senza traccia
questo perdersi
che non è ancora morire –
Tante volte piango, pensando
alla mia cinghia di scuola.

Antonia Pozzi




22.5.16

Antonia Pozzi



Io allora non avevo visto il mare
che una sol volta, ma ne conservavo
un’aspra nostalgia da innamorata.
Verso sera fissavo l’orizzonte;
socchiudevo un po’ gli occhi; accarezzavo
i contorni e i colori tra le ciglia:
e la striscia dei colli si spianava,
tremula, azzurra: a me pareva il mare
e mi piaceva più del mare vero.

Antonia Pozzi - Amore di lontananza




20.2.16

Antonia Pozzi




Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera come le estreme foglie
dei pioppi, che s’accendono di sole
in cima ai tronchi fasciati di nebbia
Vorrei condurti con le mie parole
per un deserto viale, segnato d’esili ombre
fino a una valle d’erboso silenzio,
al lago ove tinnisce per un fiato d’aria
il canneto e le libellule si trastullano
con l’acqua non profonda
Vorrei che la mia anima ti fosse leggera,
che la mia poesia ti fosse un ponte,
sottile e saldo,
bianco –
sulle oscure voragini della terra.

-Antonia Pozzi





24.10.15

Antonia Pozzi




Io sono dentro di te
nel misterioso modo
che la vita è disciolta nel sangue
e mescolata al respiro.

- Antonia Pozzi




26.9.15

Antonia Pozzi






Forse non è nemmeno vero
quel che a volte ti senti urlare in cuore:
che questa vita è,
dentro il tuo essere,
un nulla
e che ciò che chiamavi la luce
è un abbaglio,
l’abbaglio supremo
dei tuoi occhi malati –
e che ciò che fingevi la meta
è un sogno,
il sogno infame
della tua debolezza.

Forse la vita è davvero
quale la scopri nei giorni giovani:
un soffio eterno che cerca
di cielo in cielo
chissà che altezza.


- Antonia Pozzi - Prati





26.8.15

Antonia Pozzi



Forse non è nemmeno vero
quel che a volte ti senti urlare in cuore:
che questa vita è,
dentro il tuo essere,
un nulla
e che ciò che chiamavi la luce
è un abbaglio,
l’abbaglio supremo
dei tuoi occhi malati –
e che ciò che fingevi la meta
è un sogno,
il sogno infame
della tua debolezza.
Forse la vita è davvero
quale la scopri nei giorni giovani:
un soffio eterno che cerca
di cielo in cielo
chissà che altezza.”
 

Antonia Pozzi - Prati



29.6.15

Antonia Pozzi




[…]
mi toccavi la fronte
con lievi dita e dicevi:
- Sei più bella così, quando pensi
le cose buone - 


Antonia Pozzi - Il cielo in me

7.6.15

nel vuoto e nel silenzio





La mia vita era come una cascata
inarcata nel vuoto;
la mia vita era tutta incoronata
di schiumate e di spruzzi.
Gridava la follia d'inabissarsi
in profondità cieca;
rombava la tortura di donarsi,
in veemente canto,
in offerta ruggente,
al vorace mistero del silenzio.
Ed ora la mia vita è come un lago
scavato nella roccia;
l'urlo della caduta è solo un vago
mormorio, dal profondo.
Oh, lascia ch'io m'allarghi in blandi cerchi
di glauca dolcezza:
lascia ch'io mi riposi dei soverchi
balzi e ch'io taccia, infine:
poi che una culla e un'eco
ho trovate nel vuoto e nel silenzio.

Antonia Pozzi - Vicenda d'acque






21.3.15

Antonia Pozzi











"Ciascuno la propria tristezza
se la compra dove vuole –
come vuole –
anche
qui –"


Antonia Pozzi -  da Canzonetta




29.1.15

io credo questo











Io credo questo:
che non si possa cambiar nome,
cambiar volto
alle creature già nate
nel cuore

Antonia Pozzi

14.10.14

non c'è nessuno






non c’è nessuno che vende
i fiori
per questa strada maledetta?

E questo mare nero
e questo cielo livido
e questo vento avverso –
oh, le camelie di ieri
le camelie bianche rosse ridenti
nel chiostro d’oro –
oh, l’illusione primaverile!

Chi mi vende oggi un fiore?
Io ne ho tanti nel cuore:
ma serrati
in grevi mazzi –
ma calpesti –
ma uccisi.
Tanti ne ho che l’anima
soffoca e quasi muore
sotto l’enorme cumulo
inofferto.
Ma in fondo al nero mare
è la chiave del cuore –
in fondo al nero cuore
peserà
fino a sera
la mia inutile messe
prigioniera –
O chi mi vende
un fiore – un altro fiore
nato fuori di me
in un vero giardino
che io possa donarlo a chi mi attende?

Non c’è nessuno,
non c’è nessuno che vende
i fiori
per questo tristo cammino?


Antonia Pozzi - I fiori


17.9.14

Antonia Pozzi






Non ti sgomentare
di tanto freddo, e non guardare il lago,
s’esso ti fa pensare ad una piaga
livida e brulicante. Sì, le nubi
gravano sopra i pini ad incupirli.
Ma noi ci porteremo ove l’intrico
dei rami è tanto folto, che la pioggia
non giunge a inumidire il suolo: lieve,
tamburellando sulla volta scura,
essa accompagnerà il nostro cammino.

E noi calpesteremo il molle strato
d’aghi caduti e le ricciute macchie
di licheni e mirtilli; inciamperemo
nelle radici, disperate membra
brancicanti la terra; strettamente
ci addosseremo ai tronchi, per sostegno;
e fuggiremo. Con la piena forza
della carne e del cuore, fuggiremo:
lungi da questo velenoso mondo
che mi attira e mi respinge. E tu sarai,
nella pineta, a sera, l’ombra china
che custodisce: ed io per te soltanto,
sopra la dolce strada senza meta,
un’anima aggrappata al proprio amore.


Antonia Pozzi











22.8.14

desiderio di cose leggere




”Giuncheto lieve biondo / come un campo di spighe  / presso il lago celeste / e le case di un’isola lontana / color di vela / pronte a salpare /  Desiderio di cose leggere / nel cuore che pesa / come pietra / dentro una barca / Ma giungerà una sera/a queste rive / l’anima liberata / senza piegare i giunchi / senza muovere l’acqua o l’aria / salperà – con le case / dell’isola lontana  / per un’alta scogliera / di stelle” 


Desiderio di cose leggere 1° febbraio 1934, Antonia Pozzi




15.6.14

un brivido di vita










 Ho le braccia dolenti e illanguidite
per un'insulsa brama di avvinghiare
qualche cosa di vivo, che io senta
più piccolo di me. Vorrei rapire
d'un balzo e poi portarmi via, correndo,
un mio fardello, quando si fa sera;
avventarmi nel buio per difenderlo,
come si lancia il mare sugli scogli;
lottar per lui, finché non rimanesse
un brivido di vita; poi, cadere
nella più fonda notte, sulla strada,
sotto un tumido cielo inargentato
di luna e di betulle; ripiegarmi
su quella vita che mi stringo al petto -
e addormentarla – e anch'io dormire, infine...
 
No: sono sola. Sola mi rannicchio
sopra il mio magro corpo. Non m'accorgo
che, invece di una fronte indolenzita,
io sto baciando come una demente
la pelle tesa delle mie ginocchia.
 
 

Antonia Pozzi




16.3.14

radici





"Anch’io non ho radici
che leghino la mia
vita alla terra
anch’io cresco dal fondo
di un lago colmo
di pianto.”



Antonia Pozzi










19.10.13

Antonia Pozzi




Abbandonati in braccio al buio
monti
m'insegnate l'attesa:
all'alba - chiese
diverranno i miei boschi.
Arderò – cero sui fiori d'autunno tramortita nel sole.