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27.2.14

Bella Achmadulina








Un giorno, dondolando sull'orlo
di tutto ciò che è, avvertii nel corpo
la presenza di un'ombra irreparabile
che spingeva altrove la mia vita.
Nessuno lo sapeva, solo il quaderno
bianco si era accorto che avevo spento
le candele, accese per crear parole:
senza di loro non mi dispiaceva morire.
Soffrivo tanto! Tanto m'avvicinai
alla fine dei tormenti! Non dissi una parola.
Era l'anima, ancora debole,
che cercava un'altra età.
Mi misi a vivere, e vivrò a lungo.
Da quel giorno chiamo tormento
terreno solo ciò che non ho cantato;
il resto lo chiamo beatitudine. 

Bella Achmadulina 

25.4.13

Bella Achmadulina

Sono soltanto volume in cui abita qualcosa
Per cui non bastano i nomi della terra.
Sono una costruzione di sudore e ossa-
Suo possedimento, non mia carne.

Qualcosa: un significato sconosciuto
Insediatosi in una cuccia altrui
Per sfrattare i padroni, saltare fuori,
non voltarsi a guardare quando morirò.

In me, di me più audace, la parola
Non pronunciata oscilla,
mentre nell’emorragia di luce del cielo
io tremo di foglie, di rami.

Esiste un modo per chiamare il senza nome?
Non lo dico. Non si può chiedere al dizionario
Come si chiama una parola
Finchè non gliela diciamo noi stessi.

Mio imperituro e misterioso oppressore,
stretto nella morsa del già noto…
E io mi espando, divento universo-
Io e l’universo di concerto: una sola cosa.

Qualcosa. Non c’è parola. Ma dalla sua
Fonte tremendamente mite fiotta amore.
E già si vede il suo futuro profilo
Battersi per i fratelli, le sorelle.

Bacia sulle labbra l’inanime, e il respiro
Della risposta è grande, manifesto.
Unica, la parola annienta caos e delirio,
e parla ai mortali dell’eterno.

Sono soltanto volume - 1982