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2.2.13

Egon Schiele



Portrait of a woman




Schiele nasce in una cittadina del Danubio (Tulln il 12 gennaio del 1890), a sedici anni passa l’esame per l’ammissione alle belle arti, spronato dallo zio, suo tutore dopo la morte del padre. Mistificato più di ogni altro artista del secolo. Molti biografi parlando della sua vita, profondamente tragica e nevrotica, tracciano di lui il ritratto di uno psicopatico, ossessionato dal sesso.
Influenzato da Klimt, idolo della scena artistica viennese, una sorta di padre spirituale, con il quale avrà un rapporto eterno d’amicizia. L’artista, ha grande notorietà in Germania tramite la rivista Die Aktion di Berlino e varie mostre a Monaco. La sua opera presenta caratteristiche inconfondibili. Schiele sceglie come soggetto dei suoi disegni e degli acquarelli, principalmente la figura umana, rappresentata sempre in figure tese, angolose, tormentate, spesso con una carica erotica che gli causeranno non pochi problemi (verrà persino messo in prigione). Nella sua pittura invece predominano i paesaggi deserti, silenzioni, con alberi secchi, morti, che in talune occasioni ricordano le mani nodose e contratte delle sue figure.
Nel 1918 Vienna è colpita da una disastrosa epidemia influenzale che sta seminando nel mondo milioni di vittime. Lui e la moglie (in attesa di un figlio) saranno contagiati. Si farà di tutto pur di scampare il contagio e cercando di vivere in isolamento. Ma le misure precauzionali non potranno impedire l’infezione. L’artista, morirà tre giorni dopo la moglie, a ventotto anni, e solo in seguito, gli verrà tributato il riconoscimento, come grande artista quasi mezzo secolo dopo, ma con tutti gli onori del caso.