Un anno prima della sua morte Franz Kafka visse un'esperienza insolita. Passeggiando per il parco Steglitz a Berlino incontrò una bambina che piangeva sconsolata: aveva perduto la sua bambola.
Kafka si offrì di aiutarla a cercarla e le diede appuntamento per il giorno seguente nello stesso posto.
Incapace di trovare la bambola scrisse una lettera - da parte della bambola - e la portò con se quando si rincontrarono.
“ Per favore non piangere, sono partita in viaggio per vedere il mondo, ti riscriverò raccontandoti le mie avventure. ”…così cominciava la lettera.
Quando lui e la bambina si incontrarono egli le lesse questa lettera attentamente descrittiva di avventure immaginarie della bambola amata.
La bimba ne fu consolata e quando i loro incontri arrivarono alla fine Kafka le regalò una bambola. Ella ovviamente era diversa dalla bambola originale, in un biglietto accluso spiegò…“ i miei viaggi mi hanno cambiato.”
Molti anni più avanti la ragazza cresciuta trovò un biglietto nascosto dentro la sua bambola ricevuta in dono.
Riassumendolo diceva: Ogni cosa che tu ami è molto probabile che tu la perderai, però alla fine l'amore muterà in una forma diversa.
Una sera scrivesti che tutto era possibile, impossibile soltanto che io ti perda -
a rigore sarebbe bastata ancora una leggera pressione
e l'impossibile sarebbe riuscito.
Due mesi prima, alla fine di marzo, Kafka le aveva scritto una lettera singolare, impiegando un Lei pieno di gentilezza, di distanza e di affetto. Gli uomini – diceva – conoscono solo due mezzi per comunicare: se sono distanti, si pensano a vicenda; se sono vicini, si afferrano. «Tutto il resto sorpassa le forze umane… Come sarà mai nata l’idea che gli uomini possano mettersi in contatto tra loro per mezzo di lettere?» In primo luogo, scrivere moltiplica i malintesi. Poi, non è altro che entrare in contatto con i fantasmi: col proprio fantasma, che sta apparentemente seduto alla scrivania: col fantasma del destinatario che attende da noi chissà quali parole, e con tutti gli altri spettri che popolano il mondo, davanti ai quali ci denudiamo, e che aspettano al varco le lettere portate dai postini. «Baci scritti non arrivano a destinazione, ma vengono bevuti dai fantasmi durante il tragitto».
Pietro Citati - I sospiri di Kafka per Milena – Corriere della Sera
E poi c’è la lettera della notte, non si capisce come la si possa leggere, non si capisce come il petto possa allargarsi abbastanza e contrarsi per respirare quest’aria, non si capisce come si possa essere lontano da te.
Per qualche motivo che ignoro mi piaci moltissimo. Molto, niente di irragionevole, direi quel poco che basta a far si che di notte, da solo, mi svegli e non riuscendo a riaddormentarmi, inizi a sognarti. Franz Kafka
"...Amore è il fatto che tu sei per me il coltello con cui frugo dentro me stesso..."
Franz Kafka - a Milena
Prima
di Milena ci furono altre donne nella vita di Kafka, ma nessun'altra
riuscì a scandagliare così in profondità l'animo di un uomo costretto
all'ascesi non per vocazione o come scelta di un atto eroico, bensì per
la sua incapacità di scendere a compromessi. Queste Lettere a Milena
sono la cronistoria di un amore complesso, profondo e che già prima di
iniziare sembrava destinato a finire.