10.10.15

I sospiri di Kafka per Milena





Due mesi prima, alla fine di marzo, Kafka le aveva scritto una lettera singolare, impiegando un Lei pieno di gentilezza, di distanza e di affetto. Gli uomini – diceva – conoscono solo due mezzi per comunicare: se sono distanti, si pensano a vicenda; se sono vicini, si afferrano. «Tutto il resto sorpassa le forze umane… Come sarà mai nata l’idea che gli uomini possano mettersi in contatto tra loro per mezzo di lettere?» In primo luogo, scrivere moltiplica i malintesi. Poi, non è altro che entrare in contatto con i fantasmi: col proprio fantasma, che sta apparentemente seduto alla scrivania: col fantasma del destinatario che attende da noi chissà quali parole, e con tutti gli altri spettri che popolano il mondo, davanti ai quali ci denudiamo, e che aspettano al varco le lettere portate dai postini. «Baci scritti non arrivano a destinazione, ma vengono bevuti dai fantasmi durante il tragitto».

Pietro Citati - I sospiri di Kafka per Milena  – Corriere della Sera