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20.2.17

David Grossman




Ma quell'urlo lo sento sempre, e lo capisco subito.
Non nelle orecchie ma nello stomaco,
nel battito del cuore,
nell'utero.
Anche tu lo senti,
hai sentito così anche me.
Allora come mai, d'un tratto, non mi senti più?”

- David Grossman - Che tu sia per me il coltello








25.1.17

David Grossman





A ogni ora del giorno e della notte, ad alta e a bassa voce, nella vasca da bagno, accanto alla fiamma del gas in cucina e nel bel mezzo di una riunione di lavoro, corrugando la fronte con sussiego di fronte a dieci persone. I miei ridicoli tentativi di essere con te ad ogni costo, in qualsiasi momento, nei vari stadi della materia. 

- David Grossman - Che tu sia per me il coltello
 
 

2.8.16

sentire dove fa male




Guardami dritto negli occhi e chiedimi di nuovo, come hai fatto nella lettera, se per caso i muscoli dorsali della mia anima non si stiano atrofizzando e se tu non stia diventando troppo pesante per la mia illusione. Chiedimi dell’altro, chiedimi quali sono le mie vere sensazioni quando ti apri così davanti a me. Non rinunciare, aiutami a combattere il gemello nero che c’è in me, perché da solo non ne sono capace, non posso vincerlo. Chiedimi di affrontare senza riserve i miei sentimenti verso questa tua ferita aperta che mi risucchia al suo interno, richiudendosi sopra di me. Chiedimi di provare il dolore di un altro, di sentire dove fa male, in quale punto del corpo.


David Grossman – Che tu sia per me il coltello



30.6.16

David Grossman



No, domani cadrà la pioggia e cancellerà tutto,
mentre ora questa cosa sale
e mi sommerge

- David Grossman - Che tu sia per me il coltello


22.5.16

David Grossman




Devo raccontarti come le pupille mi si dilatano quando vedo una tua parola da qualche parte, persino quando mi ci imbatto nel giornale, o nella pubblicità… Ci sono parole che ti appartengono a tal punto! Impronte della tua anima che in bocca ad altri appaiono solo come strumenti discorsivi o articolazioni linguistiche, nient'altro. Non avevo mai immaginato che conoscere il linguaggio di un estraneo potesse essere eccitante come il primo contatto con il suo corpo, il suo profumo, la sua pelle, i capelli e i nei.

David Grossman - Che tu sia per me il coltello

15.5.16

Grossman



No, domani cadrà la pioggia e cancellerà tutto,
mentre ora questa cosa sale
e mi sommerge

- David Grossman - Che tu sia per me il coltello




20.10.15

David Grossman





Sto parlando di cose che non hanno nome,
cose che nel corso della vita
si accumulano sul fondo dell’anima,
sentimenti e strati di terriccio.
Se mi chiedessi di descriverteli,
non saprei da che parte cominciare,
non avrei le parole adatte.
Solo una stretta al cuore,
un’ombra passeggera,
un sospiro.


- David Grossman


28.6.15

che tu sia per me il coltello




Ho finito presto
e invece di tornare
subito a casa sono andato
un po’ in giro, pensando
che sarebbe stato bello
se tu fossi stata con me.
Niente di particolarmente audace,
solo camminare con te,
mano nella mano.



David Grossman - Che tu sia per me il coltello
 



10.11.14

David Grossman







[…] Senti, e se stabilissimo fin d’ora che non sarà una corrispondenza troppo lunga? Per esempio, solo un anno? O finché il piacere non la renderà insopportabile? Perché se il mio corpo ora dice la verità, e il corpo, come sai, non mente…

Non mente? Ma quante volte ho mentito con il corpo? Quante volte ho abbracciato e baciato, quante volte ho chiuso gli occhi con un sospiro e sono venuto ruggendo, ma senza intenzione?
E quante volte tu?
Myriam, se è vero quello che sento adesso per te, allora anche un anno sarebbe troppo per noi. Non resisteremmo più a lungo, seminando distruzione in tutto ciò che ci circonda. E credo che entrambi abbiamo qualcosa da perdere, là fuori. Allora ho pensato - un’idea stupida, ma tant’è - che forse dovremmo decidere fin d’ora. Che sarebbe meglio fissare una data, o attendere che accada qualcosa di particolare nel mondo, qualcosa al di fuori di noi e che ci è assolutamente indifferente, ma che sarà già annotato sul nostro calendario. Cosa ne dici? Ti fa sentire un po’ più tranquilla (benché ci ponga dei limiti)? Così sapremo fin dall’inizio che la separazione non dipenderà da noi e che dovremo fare tutto prima che giunga quel momento. Essere tutto o niente, cosa ne pensi?


David Grossman - da: Che tu sia per me il coltello





25.4.14

convinzioni




Ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all'estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte né brucia nel fuoco. Da lì, da quell'ossicino, l'uomo verrà ricreato al momento della resurrezione dei morti. Così per un certo periodo ho fatto un piccolo gioco: cercavo di indovinare quale fosse il luz delle persone che conoscevo. Voglio dire, quale fosse l'ultima cosa che sarebbe rimasta di loro, impossibile da distruggere e dalla quale sarebbero stati ricreati. Ovviamente ho cercato anche il mio, ma nessuna parte soddisfaceva tutte le condizioni. Allora ho smesso di cercarlo. L'ho dichiarato disperso finché l'ho visto nel cortile della scuola. Subito quell'idea si è risvegliata in me e con lei è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si trova dentro di me, bensì in un'altra persona.

David Grossman  - Che tu sia per me il coltello









da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/libri/frase-134843?f=w:2272>

15.4.14

un punto vulnerabile






E’ una legge non scritta: chi vuole starmi vicino deve assumersi la responsabilità della mia anima. Perchè qualunque idiota può capire come sia facile uccidermi. Uno sguardo ben mirato basterebbe. Sono convinto che da qualche parte, dentro me, c’è un punto vulnerabile che chiunque, anche uno sconosciuto, può vedere e colpire. Eliminarmi con una parola.


David Grossman  - Che tu sia per me il coltello





16.3.14

ricordo tutto







"Vedi? Ricordo tutto. Forse distruggo le prove della tua esistenza, ma dentro di me esisti in un modo che mi atterrisce.”

David Grossman - Che tu sia per me il coltello

18.2.14

mi sono sbagliata sul tuo conto...

billyjane:

Passers-by in the rain, 1935 by Brassai
from RMN


Mi ha fatto molto piacere e mi ha fatto anche molto male. Non avevo mai conosciuto in vita mia un piacere e un dolore simili, così fusi insieme. Prometto che non ti scriverò e che non cercherò di mettermi in contatto con te. Non ti importunerò mai più. A malincuore chiuderò la porta che ti ho aperto con tanta gioia. Ma se per qualche motivo deciderai di di tornare da me, devi sapere che in questa fase della mia vita ho bisogno della tua disponibilità più completa e della tua capacità di comprensione più profonda. Ho bisogno che tu fluisca liberamente verso di me, senza alcun ostacolo esterno. Ne ho bisogno come dell'aria che respiro. Se non puoi donarmi tutto questo, non venire. Davvero: non venire. Perché probabilmente mi sono sbagliata sul tuo conto...


David Grossman - Che tu sia per me il coltello 



[img: Passers by in the rain, 1935 by Brassai]


6.10.13

pensieri






Ho finito presto e (…) sono andato un po’ in giro, 
pensando che sarebbe stato bello se tu fossi stata con me.
Niente di particolarmente audace, 
solo camminare con te, mano nella mano.

David Grossman - Che tu sia per me il coltello



18.6.13

il tuo vero io






"Vedo un uomo che non è un uomo e un bambino che non è un bambino. Vedo un uomo la cui maturità e la cui virilità sono come una cicatrice che si è chiusa e indurita sulla ferita del bambino. (...) Lettera dopo lettera sentivo che avrei potuto fare qualcosa per te; e non era un caso che tu ti fossi rivolto a me, perchè grazie al tuo intuito avevi capito che io avrei potuto guarire quella cicatrice, fino a rivelare il bambino, il tuo gemello luminoso e, ricominciando da lui, avresti potuto tornare ad essere l'uomo che sei, che eri destinato ad essere. Chi è quest'uomo? Temo che non mi permetterai più di scoprirlo. Posso solo indovinare che è tutto quanto insieme: adulto e bambino, uomo e donna, morto e vivo, e molte altre cose e molte altre persone - ma riuniti insieme, senza le divisioni artificiali e violente che esistono dentro di te. Perchè ai miei occhi, nel punto in cui tutte quelle "anime" si toccano, si mescolano e si uniscono senza che nulla le separi, sento che laggiu' si trova il tuo vero io. Quando ti ho incontrato laggiù mi sono subito sentita riempire da te. Il mio corpo e la mia anima ti hanno parlato direttamente, oltre le tue parole, che non sempre amavo. Perchè laggiù tu mi ecciti veramente, mi stimoli, mi infiammi e mi fai male. E, quando, talvolta, mi hai permesso di stare laggiu' con te mi sono sentita viva come non mi era mai successo con nessuno. Con nessun uomo..."

David Grossman - Che tu sia per me il coltello 





30.4.13

nella tua ferita più dolorosa






"...Non allontanarti, non buttare via la penna, Yair. Gioca ancora a questo gioco assurdo, almeno per un pò, anche se i muscoli dorsali della tua anima si atrofizzeranno, fino a farti un male insopportabile. Lo so, anch'io ho sentito da te cose che quasi non riuscivo a sopportare. Ma ora, mentre sei solo in questa camera, forse più solo di quanto avessi mai osato essere, voglio per una volta che tu scriva, solo per i tuoi occhi, perchè ti fai questo, e come mai sei disposto a far entrare degli estranei nella tua ferita più dolorosa..."



Che tu sia per me il coltello

8.4.13

David Grossman









...Io ormai non faccio più l'amore con lei, non è possibile definire i nostri rapporti "fare l'amore", comunque non è più come un tempo. Era così bello allora, prima che tutto cominciasse. Negli ultimi anni tra lui ed Elisheva si era stabilita un'intesa silenziosa, Shaul non ricorda nemmeno quando tutto questo fosse iniziato e si fosse trasformato in una specie di abitudine. Ora vanno a dormire come di consueto, con il solito sentimento di affetto dolce e apprensivo, leggono un po', si augurano la buona notte e si addormentano. A metà notte, però, verso le tre o le quattro, mentre sono completamente immersi nel sonno, si avvicinano l’uno all’altra a occhi chiusi, si abbracciano disperatamente, persino con violenza, come due estranei che si incontrano in un sogno. Rubano nel buio e vengono derubati, senza tenerezza, con una passione impetuosa. Gemono, graffiano, lucidi di sudore. Si sbranano a vicenda proprio per il fatto di sentirsi estranei. Poi si staccano, si addormentano profondamente e la mattina dopo non si dicono una parola su quanto è successo. Si scambiano solo un’occhiata rapida e imbarazzata, come se entrambi si rivedessero: due lupi che lottano, ringhiando e mugolando, per chi si accaparrerà il lembo più grande di piacere. C’è sempre un senso di colpa distorto in quell’occhiata, come se non avessero fatto l’amore. Poi seguono altre notti di nulla e all’improvviso si lanciano di nuovo l’uno contro l’altra nel sonno...

 

Col corpo capisco





3.2.13

David Grossman - A un cerbiatto somiglia il mio amore













“Perché ti sei portata un quaderno.
Lei si stiracchiò. Improvvisamente si sentiva stanca, come se avesse scritto pagine su pagine.
Così, pensavo di scrivere di ciò che io e Ofer avremmo visto lungo il cammino, di tenere una specie di diario di viaggio. Quando andavamo all’estero tutti insieme scrivevamo sempre ciò che succedeva.
Era lei a scrivere, la sera, in albergo, o nelle pause, o durante un lungo trasferimento. Gli altri si rifiutavano di collaborare, …. la prendevano affettuosamente in giro per quel suo impegno, superfluo e infantile a loro parere, mentre lei insisteva: se non scriviamo, dimenticheremo. Ma che c’è da ricordare? ribattevano loro, che quel vecchio sul battello ha vomitato sul piede di papà? Che a Adam hanno servito un anguilla al posto della cotoletta che aveva ordinato? Lei taceva e pensava, vedrete che un giorno vorrete ricordarvi di come ci siamo divertiti, di come abbiamo riso.

Si sforzava di essere il più dettagliata possibile in quei diari di viaggio. E ogni volta che non le andava di scrivere, che la mano le si impigriva o gli occhi le si chiudevano per la stanchezza, si immaginava gli anni in cui si sarebbe seduta accanto a Ilan, preferibilmente nelle lunghe sere d’inverno, con una tazza di punch caldo, entrambi avvolti in un plaid a quadretti, a leggersi a vicenda stralci di quei diari completati da cartoline, menu, biglietti di ingresso a vari siti, di spettacoli, treni, musei. Ilan, naturalmente, aveva indovinato tutto, compreso il plaid a quadretti. Lei era sempre così trasparente per lui. Promettimi solo di spararmi un attimo prima che accada, le aveva detto. Ma glielo diceva riguardo a così tante cose.”