Ho
letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse
un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all'estremità della spina
dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte né
brucia nel fuoco. Da lì, da quell'ossicino, l'uomo verrà ricreato al
momento della resurrezione dei morti. Così per un certo periodo ho fatto
un piccolo gioco: cercavo di indovinare quale fosse il luz delle
persone che conoscevo. Voglio dire, quale fosse l'ultima cosa che
sarebbe rimasta di loro, impossibile da distruggere e dalla quale
sarebbero stati ricreati. Ovviamente ho cercato anche il mio, ma nessuna
parte soddisfaceva tutte le condizioni. Allora ho smesso di cercarlo.
L'ho dichiarato disperso finché l'ho visto nel cortile della scuola.
Subito quell'idea si è risvegliata in me e con lei è sorto il pensiero,
folle e dolce, che forse il mio luz non si trova dentro di me, bensì in
un'altra persona.
David Grossman - Che tu sia per me il coltello