7.6.15

Else Lasker-Schüler




Mi sono liberata di tutto

e l’ho donato al Tempo,

come se fossi un’asceta impaziente

e ora il vento si porta via

le mie ultime parole dai toni autunnali.

Mi sento come dispersa nell’aria, esanime;

con le mie ossa non si può più costruire alcun tempio.

Oh mondo, intricato labirinto,

non sopporto più i tuoi effluvi,

essi alimentano sogni illusori.

Com’è cambiato il cielo:

un tempo la notte era nera,

ora è biondo oro.



Else Lasker-Schüler 






nel vuoto e nel silenzio





La mia vita era come una cascata
inarcata nel vuoto;
la mia vita era tutta incoronata
di schiumate e di spruzzi.
Gridava la follia d'inabissarsi
in profondità cieca;
rombava la tortura di donarsi,
in veemente canto,
in offerta ruggente,
al vorace mistero del silenzio.
Ed ora la mia vita è come un lago
scavato nella roccia;
l'urlo della caduta è solo un vago
mormorio, dal profondo.
Oh, lascia ch'io m'allarghi in blandi cerchi
di glauca dolcezza:
lascia ch'io mi riposi dei soverchi
balzi e ch'io taccia, infine:
poi che una culla e un'eco
ho trovate nel vuoto e nel silenzio.

Antonia Pozzi - Vicenda d'acque






il crepuscolo della giornata eterna





Stammi vicino quando la mia luce si sta spegnendo
quando il sangue mi scorre lento e i nervi mi pizzicano
e formicolano, e il cuore è malato
e tutte le ruote dell’essere sono lente.

Stammi vicino quando il corpo sensuale
è tormentato dai dolori che sconfiggono la fiducia
e il Tempo un maniaco che sparpaglia la polvere
e la Vita una furia che getta le fiamme.

Stammi vicino quando la mia fede si sarà prosciugata
e gli uomini le mosche della primavera inoltrata
che depositano le uova e pizzicano e cantano
e tessono le povere cellule e muoiono.

Stammi vicino quando mi spegnerò
per porre fine alle fatiche umane
e sul ciglio basso e buio della vita
il crepuscolo della giornata eterna.

Alfred Tennyson


6.6.15

non si aspetta chi non può tornare




Sarà così la vita, chiedesti,
comincia in un punto come se fosse un petalo,
e poi si disperde in tutte le direzioni?
E poi la vita ci richiamava alla realtà, la vita quotidiana
a volte concede alcune fessure, ma si richiudono subito.

Si fissa l’oscurità con gli occhi spalancati
e si aspetta che faccia giorno.

Ma tu, amore mio, ci sarai di nuovo?
Avrai fatto come me il tuo viaggio di ritorno
e tutto starà per incominciare di nuovo, ripartendo dal principio?

La vita riserva sempre grandi sorprese:
basta avere la pazienza di aspettare che ce le offra.
E tu eri felice, nel frattempo.
Perché le persone possono essere felici, nei loro frattempi.

…e per addormentarmi penso che ti scriverei che non sapevo
che il tempo non aspetta, davvero non lo sapevo,
non si pensa mai che il tempo è fatto di gocce…
…e quel tempo era così rapido e impaziente,
ora è lunghissimo da passare in certe ore del pomeriggio,
soprattutto sul fare dell’inverno, quando se ne va l’equinozio
e la sera cala a tradimento…

E ti direi anche che ti aspetto,
anche se non si aspetta chi non può tornare.

Antonio Tabucchi







cercavo te nelle stelle



 


Cercavo te nelle stelle
quando le interrogavo bambino.
Ho chiesto te alle montagne,
ma non mi diedero che poche volte
solitudine e breve pace.
Perché mancavi, nelle lunghe sere
meditai la bestemmia insensata
che il mondo era uno sbaglio di Dio,
io uno sbaglio del mondo.
E quando, davanti alla morte,
ho gridato di no da ogni fibra,
che non avevo ancora finito,
che troppo ancora dovevo fare,
era perché mi stavi davanti,
tu con me accanto, come oggi avviene,
un uomo una donna sotto il sole.
Sono tornato perché c’eri tu.

Primo Levi




mangi poesie d'amore





Hai negli occhi i suoi occhi.
Sei parole distratte.
Mangi poesie d’amore.
Tu non scivoli altrove,
ogni volta è la morte.
Sei un cielo stellato.
Sei persa.


Cesare Pavese








ci allontanammo da tutte le sponde




Col respiro ti vinsi: tu inconsapevole
Col respiro sollevai i fili della tua chioma di segale
Col respiro soffiai sul fuoco delle tue angosce
Tu credevi ancora al potere della tempesta
E non al potere dell’uomo

Col mio respiro cacciai gli angeli
Che ti perseguitavano
Nella nube del mio respiro serale
Ci allontanammo da tutte le sponde

Yvan Goll


Emily Brontë



Solo gli inquieti sanno
com’è difficile sopravvivere alla tempesta
e non poter vivere senza.

Emily Brontë








e' difficile











È difficile sapere una cosa e fare come se non la si sapesse.

Ludwig Wittgenstein - Pensieri diversi

23.5.15

proteggimi dal dimenticare



....
dal non sapere, dal non aver sentito,
ascoltato, visto,
guardato.

Favorisci in me il pensiero,
non sia mai ferito.

Possa lo spazio che ho dentro la testa essere
scontento, perché troppo vuoto
anche nell'ultimo giorno.

Proteggimi dalle camere buie, dall'ordine
perfetto della mente,
niente passi oltre queste mie pareti,
tutto m'irrompa.

Siano gli occhi e le orecchie il varco tra me e
l'esterno,
rimangano le infelici domande e le risposte.

La volontà mi sia stendardo.

Riparami dal nulla, difendimi dal non essere,
meglio la morte.

Meglio la morte.

- Roberta Dapunt



Giovanni Verga





“Tu che mi parli di gioie false,
dimmi quali siano le vere;
quelle che costano più lacrime,
o quelle che lasciano più rimorsi?
e perché rimorsi?
Qual è l’amor vero,
quello che muore, o quello che uccide?
e qual è la donna più degna d’amore,
la più casta o la più seducente?”


Giovanni Verga





ora vivi nell'esauribile - Georges Perec




L’indifferenza non ha inizio né fine: è uno stato immutabile, un peso, un’inerzia che nulla potrebbe far vacillare. Forse ancora pervengono ai tuoi centri nervosi messaggi del mondo esterno, però nessun genere di risposta globale, tale da coinvolgere la totalità dell’organismo, sembra potersi elaborare. Permangono solo i riflessi elementari: quando il semaforo è rosso non attraversi, ti ripari dal vento per accenderti una sigaretta, nelle mattine d’inverno ti copri di più, ti cambi la polo, le calze, le mutande e il maglione una volta alla settimana, le lenzuola un po’ meno di due volte al mese.

L’indifferenza dissolve il linguaggio, imbroglia i segni. Sei paziente e non aspetti, sei libero e non scegli, sei disponibile e niente ti mobilita. Non chiedi niente, non esigi niente, non imponi niente. Senti senza mai ascoltare, vedi senza mai guardare: le crepe nei soffitti, i listelli del parquet, il disegno delle mattonelle, le rughe intorno agli occhi, gli alberi, l’acqua, le pietre, le automobili che passano, le nuvole che disegnano in cielo le loro forme di nuvole.

Ora vivi nell’inesauribile.

Georges Perec - Un uomo che dorme

il bisogno che sentivo di affezionarmi a tutto...










Io nacqui malata: uno dei sintomi più gravi e più profondi della mia infermità era il bisogno che sentivo di affezionarmi a tutto ciò che mi circondava, ma in modo violento, subito, estremo. Non mi ricordo di un’epoca della mia vita in cui non abbia amato qualche cosa. […] La mia potenza di affettività non aveva né modi né limiti; era una febbre, un’espansione, un’irradiazione continua; avrei potuto amare tutto l’universo senza esaurirmi.

Igino Ugo Tarchetti










la puntura della solitudine






Cara,
[..] Io passo le giornate (gli anni) in quello stato d’attesa che a casa provavo certi pomeriggi dalle due e mezzo alle tre. Sempre, come il primo giorno, mi sveglia al mattino la puntura della solitudine. Descriverti le mie ansie è impossibile. La mia pena non è quella scritta, sei tu. Non scrivo tenerezze, il perché lo sappiamo; ma cerco il mio ultimo ricordo umano, è il 13 maggio. Ti ringrazio di tutti i pensieri che hai avuto per me. Io per te ne ho uno solo e non cessa mai. Tuo

Lettera di Cesare Pavese a Tina Pizzardo - 17 settembre 1935






non appartengo solo a questa vita







«Non appartengo solo a questa vita. Poiché io vivo bene coi morti come coi non nati. Più vicino di altri al cuore della creazione. Ma sempre troppo lontano. Esprimo calore? Freddezza? Ciò, al di là di ogni ardore, non è discutibile. Non sono affatto pio. In questo mondo, a volte, provo un po’ di gioia nel constatare il male altrui. La pretaglia non è abbastanza pia per notarlo. E gli scribi si scandalizzano un poco.»


Paul Klee
 
 
 

21.5.15

Wislawa Szymborska


Deve pur esserci un'uscita, è più che certo. Ma non tu la cerchi, è lei che ti cerca, è lei fin dall'inizio che ti insegue, e il labirinto altro non è se non la tua, finchè è possibile, la tua, finchè è tua, fuga, fuga....


 Wislawa Szymborska - estratto da Elogio dei sogni



entrerò in altre vite




Si dimenticherà di me…. Lascerà le mie lettere senza risposta…
Gli manderò delle poesie e lui, forse, risponderà con una cartolina. E’ per questo che mi piace… Gli proporrò degli incontri in una piazza, sotto l’orologio; aspetterò… non verrà… E’ per questo che mi piace…
Dimentico, quasi del tutto ignaro, uscirà dalla mia vita…
Ed io per quanto incredibile possa sembrare, entrerò in altre vite.


Virginia Woolf




20.5.15

ogni possibile scoraggiamento - Dickens







L’amai semplicemente
perché non potevo resisterle.
Una volta per tutte:
spesso, anche se non sempre,
mi resi conto, patendone,
che l’amavo contro ogni possibile ragione,
promessa, pace, speranza, felicità,
contro ogni possibile scoraggiamento.

Charles Dickens



Cesare Pavese








O ricordo lontano,
fragile ultima stella
della mia notte atroce,
ritornerai mai più,
piccolo fiore biondo,
miracolo di luce e di profumo
a scaldarmi di una tua carezza?

Cesare Pavese - 1923-1930






17.5.15

Salvatore Quasimodo






A te piega il cuore in solitudine,
esilio d'oscuri sensi
in cui trasmuta ed ama
ciò che parve nostro ieri,
e ora è sepolto nella notte.

Salvatore Quasimodo - da Sillabe a Erato


Wisława Szymborska







Tutto – una parola sfrontata e gonfia di boria.
Andrebbe scritta fra virgolette.
Finge di non tralasciare nulla,
di concentrare, includere, contenere e avere.
E invece è soltanto
un brandello di bufera.
 

Wisława Szymborska - Tutto






Virginia Woolf



Virginia Woolf and Clive Bell on the beach at Studland Bay, Dorset, 1910




Come una nuvola attraversa il cielo, così il silenzio cade su Londra, e nell'anima. Ogni sforzo cessa. Il tempo sbatte stanco dall'albero maestro. Dove ci troviamo, ci fermiamo. Rigido, lo scheletro delle abitudini tiene su da solo la struttura umana.


Virginia Woolf - La signora Dalloway







Giuseppe Ungaretti







Questa carne molestata
Ha pure
Quando meno aspetta
I fremiti dell'alba

E mi brilla dolce
La vita
Come un prato
Al rinvenuto bacio
Della rugiada 

Giuseppe Ungaretti - Per non rammaricarsi d'esser nati




25.4.15

James Joyce










Ogni vita è una moltitudine di giorni, un giorno dopo l’altro. Noi camminiamo attraverso noi stessi, incontrando ladroni, spettri, giganti, vecchi, giovani, mogli, vedove, fratelli adulterini, ma sempre incontrando noi stessi.





– James Joyce - Ulisse











Frida Kahlo











Cercavo un inizio ad effetto, qualcosa di poetico e vero allo stesso tempo, qualcosa di grandioso, ma agli occhi.
Non ci sono riuscita.
Poi ho capito, ricordando ciò che non avevo mai saputo: che per i grandi cuori che muoiono nel corpo ma che continuano a battere nel respiro della notte, non ci sono canoni o bellezze regolari, armonie esteriori, ma tuoni e temporali devastanti che portano ad illuminare un fiore, nascosto, di struggente bellezza.

Frida Kahlo





Alda Merini - ogni mattina il mio stelo...







Ogni mattina il mio stelo vorrebbe levarsi nel vento
soffiato ebrietudine di vita,
ma qualcosa lo tiene a terra,
una lunga pesante catena d’angoscia
che non si dissolve.
Allora mi alzo dal letto
e cerco un riquadro di vento
e trovo uno scacco di sole
entro il quale poggio i piedi nudi.
Di questa grazia segreta
dopo non avrò memoria
perché anche la malattia ha un senso
una dismisura, un passo,
anche la malattia è matrice di vita.
Ecco, sto qui in ginocchio
aspettando che un angelo mi sfiori
leggermente con grazia,
e intanto accarezzo i miei piedi pallidi
con le dita vogliose di amore.”


  - Alda Merini - Ogni mattina il mio stelo vorrebbe levarsi nel vento














schianta e rintrona





Il mio cuore vuole illuminarsi
come questa notte
almeno di zampilli di razzi
Reggo il mio cuore
che s’incaverna
e schianta e rintrona
come un proiettile
nella pianura
ma non mi lascia
neanche un segno di volo
Il mio povero cuore
sbigottito
di non sapere


Giuseppe Ungaretti - da Perché?





Chuck Palahniuk









Dimenticare il dolore è difficilissimo,

ma ricordare la dolcezza lo è ancora di più.

La felicità non ci lascia cicatrici da mostrare..

 

- Chuck Palahniuk

18.4.15

Sylvia Plath







Non m’ingannai. Ti riconobbi all’istante.
Albero e pietra scintillavano, senz’ombra.
La mia breve lunghezza diventò lucente come vetro.
Cominciai a germogliare come un rametto di marzo:
un braccio e una gamba, un braccio, una gamba.
Da pietra a nuvola, e così salii in lato.
Ora assomiglio a una specie di dio
e fluttuo per l’aria nella mia veste d’anima
pura come una lastra di ghiaccio. E’ un dono.



Sylvia Plath





Il codice dell'anima




Le anime, che provengono da vite precedenti e soggiornano in una sorte di aldilà, hanno ciascuna un destino da compiere, una parte assegnata (moira)che corrisponde in un certo senso al carattere di quell’anima.


James Hillman - Il codice dell’anima