17.4.15

Nessuno si salva da solo









Non sono più disposto a soffrire. Mi sono svegliato una mattina e ho detto basta.


Margaret Mazzantini - Nessuno si salva da solo


una particella d'odio









“Tutti abbiamo
una particella di odio.
/
E i nostri cuori
che sono stati creati per albergare amore
ritorcono oggi i loro muscoli, pompano
i succhi disperati dell’ira.
/
E i nostri cuori
in altro tempo così pieni
contraggono ogni fibra
ed esplodono.”


 Mario Meléndez -  Casida dell’odio


lontano da te






E poi c’è la lettera della notte, non si capisce come la si possa leggere, non si capisce come il petto possa allargarsi abbastanza e contrarsi per respirare quest’aria, non si capisce come si possa essere lontano da te.


Franz Kafka - Lettere a Milena


12.4.15

Friedrich Nietzsche







La mia solitudine non dipende dalla presenza o assenza di persone; al contrario, io odio chi ruba la mia solitudine, senza, in cambio, offrirmi una vera compagnia.




 Friedrich Nietzsche 



Gabriele D'Annunzio










"Io sono nel vostro sangue
e nella vostra anima;
Io mi sento in ogni palpito
delle vostre arterie;
Io non vi tocco eppure
mi mescolo con voi
come se vi tenessi
di continuo
tra le mie braccia,
su la mia bocca,
sul mio cuore.”



Gabriele D’Annunzio



riesco ancora a vederti







un’ eco,
da palpare con parole
tattili, sullo spigolo vivo
del congedo.

Il tuo volto lievemente si adombra,
se ad un tratto
lucente come un faro si fà in me
quel punto dove
con più dolore diciamo: mai.


Paul Celan - Riesco ancora a vederti


Luigi Pirandello











Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.


Luigi Pirandello




Frida Kahlo - la mia notte mi strema





La mia notte mi strema.
Sa bene che mi manchi e tutta la sua oscurità non basta a nascondere quest’evidenza che brilla come una lama nel buio, la mia notte vorrebbe avere ali per volare fino a te, avvolgerti nel sonno e ricondurti a me.
Nel sonno mi sentiresti vicina e senza risvegliarti le tue braccia mi stringerebbero.
La mia notte non porta consiglio.
La mia notte pensa a te, come un sogno a occhi aperti.
La mia notte si intristisce e si perde.
La mia notte accentua la mia solitudine, tutte le solitudini.
Il suo silenzio ascolta solo le mie voci interiori.
La mia notte è lunga, lunga, lunga.
La mia notte avrebbe paura che il giorno non appaia più ma allo stesso tempo la mia notte teme la sua apparizione, perché il giorno è un giorno artificiale in cui ogni ora vale il doppio e senza di te non è più veramente vissuta.
La mia notte si chiede se il mio giorno somiglia alla mia notte.
Cosa che spiegherebbe la mia notte, perché tempo anche il giorno.
La mia notte ha voglia di vestirmi e di spingermi fuori per andare a cercare il mio uomo.
Ma la mia notte sa che ciò che chiamano follia, da ogni ordine, semina-disordine, è proibito.
La mia notte si chiede cosa non sia proibito.
Non è proibito fare corpo con lei, questo, lo sa, ma si irrita nel vedere una carne fare corpo con lei sul filo della disperazione.
Una carne non è fatta per sposare il nulla.
La mia notte ti ama fin nel suo intimo, e risuona anche del mio.
La mia notte si nutre di echi immaginari.
Essa, può farlo.
Io, fallisco.
La mia notte mi osserva.
Il suo sguardo è liscio e si insinua in ogni cosa.
La mia notte vorrebbe che tu fossi qui per insinuarsi anche dentro di te con tenerezza.
La mia notte ti aspetta.
Il mio corpo ti attende.
La mia notte vorrebbe che tu riposassi nell’incavo della mia spalla e che io riposassi nell’incavo della tua.
La mia notte vorrebbe essere spettatrice del mio e del tuo godimento, vederti e vedermi fremere di piacere.
La mia notte vorrebbe vedere i nostri sguardi e avere i nostri sguardi pieni di desiderio.
La mia notte vorrebbe tenere fra le mani ogni spasmo.
La mia notte diventerebbe dolce.
La mia notte si lamenta in silenzio della sua solitudine al ricordo di te.
La mia notte è lunga, lunga, lunga.
Perde la testa ma non può allontanare la tua immagine da me, non può dissipare il mio desiderio.
Sta morendo perché non sei qui e mi uccide.
La mia notte ti cerca continuamente.
Il mio corpo non riesce a concepire che qualche strada o una qualsiasi geografia ci separi.
Il mio corpo diventa pazzo di dolore di non poter riconoscere nel cuore della notte la tua figura o la tua ombra.
Il mio corpo vorrebbe abbracciarti nel sonno.
Il mio corpo vorrebbe dormire in piena notte e in quelle tenebre essere risvegliato al tuo abbraccio.
La mia notte urla e si strappa i veli, la mia notte si scontra con il proprio silenzio, ma il tuo corpo resta introvabile.
Mi manchi tanto, tanto.
Le tue parole.
Il tuo colore.
Fra poco si leverà il sole.

Città del Messico 12 settembre 1939. Mai spedita


Frida Kahlo

Lettera di Frida Kahlo a Diego Rivera



22.3.15

Charles Dickens










Abbi un cuore che mai indurisce,
un carattere che mai si stanca,
ed un tocco che mai ferisce.


Charles Dickens 




Alda Merini










Sono assetata del primo sangue
della rima sofferta,
verginità di lettere di amore
e di mostruosi impatti col demonio
[…]
Sono la carne stessa che chiede la sua disfatta


Alda Merini








21.3.15

ti guardo



Ti guardo
in un molle riverbero. Non so
se ti conosco; so che mai diviso
fui da te come accade in questo tardo
ritorno. Pochi istanti hanno bruciato
tutto di noi: fuorché due volti, due
maschere che s’incidono, sforzate,
di un sorriso.

Eugenio Montale






Antonia Pozzi











"Ciascuno la propria tristezza
se la compra dove vuole –
come vuole –
anche
qui –"


Antonia Pozzi -  da Canzonetta




un patto straordinario







Così stanno di fronte, ma non prossimi. Prossimo è chi puoi amare o odiare, colui che ti sta vicino in un’orbita di comune dove sono vissuti già i tuoi padri, e se con lui leghi poi un patto straordinario, allora s’accende la festa del vero incontro.


Elèmire Zolla - Cecilia e la disattenzione



15.3.15

Virginia Woolf




Io vedo ciò che ho di fronte. Questa sciarpa a pallini colore del vino. Il bicchiere. Il vasetto della mostarda. Il fiore. Mi piace quel che si tocca, si assaggia. Mi piace la pioggia quando diventa neve e si fa palpabile. Ed essendo impulsiva e più coraggiosa di voi, non tempero, perché non mi scotti, la bellezza. La ingoio tutta intera.
          Virginia Woolf






Carl Gustav Jung






È facile amare qualcun altro, ma amare ciò che sei, quella cosa che coincide con te, è esattamente come stringere a sé un ferro incandescente: ti brucia dentro, ed è un vero supplizio. Perciò amare in primo luogo qualcun altro è immancabilmente una fuga da tutti noi sperata, e goduta, quando ne siamo capaci. Ma alla fine i nodi verranno al pettine: non puoi fuggire da te stesso per sempre, devi fare ritorno, ripresentarti per quell’esperimento, sapere se sei realmente in grado d’amare. È questa la domanda – sei capace d’amare te stesso?

Carl Gustav Jung









lo guardo...






L’anima fortunatamente ha un interprete, spesso inconsapevole, ma fedele: lo sguardo.


Charlotte Bronte







Lev Tolstoj





Scese, evitando di guardarla a lungo, come si fa col sole.
Ma vedeva lei come si vede il sole, anche senza guardare.



Lev Tolstoj  - Anna Karenina






mi resta questo








Quella fu l’ultima volta che ci parlammo e nessuno dei due lo sapeva. Non lo sappiamo mai, vero? Almeno avevamo finito scambiandoci parole d’affetto. Mi resta questo. Non è molto, ma è qualcosa. Ad altri va peggio. È quello che mi dico nelle lunghe notti in cui non riesco a dormire. Ad altri va peggio.

Stephen King









uno, nessuno, centomila







C’è una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. E quando stai solo, resti nessuno.

Luigi Pirandello - Uno, nessuno, centomila













Neruda













Quando ti diranno che t’ho dimenticata, e anche se sarò io a dirlo, quando io te lo dirò, non credermi.

Pablo Neruda







1.3.15

Fëdor Dostoevskij






Era rientrata prima di sera, si era messa a sedere sul letto, mi guardava ironicamente e batteva il piedino sul tappeto. D’un tratto, guardandola a mia volta, mi frullò per il capo l’idea che in tutto quell’ultimo mese, o meglio nelle ultime due settimane, lei proprio non aveva dato prova del suo carattere abituale, si poteva perfino dire che aveva dimostrato un carattere opposto: si era rivelata un essere ribelle, aggressivo, non posso dire sfrontato, ma disordinato e propenso a cercare la confusione. Con la confusione andava a nozze. La mitezza, tuttavia, la ostacolava. Quando una come lei si getta allo sbaraglio, anche se oltrepassa ogni misura, è evidente che fa del male soltanto a se stessa, si infiamma da sola, e che lei per prima non può venire a capo del proprio pudore e della propria riservatezza.


Fëdor Dostoevskij - La mite







Christina Rossetti






Alla mia morte, amore,
meste canzoni non cantare,
al mio capo non piantare rose
né cipresso ombroso.
Ma l’erba sopra di me
irrora di piogge e rugiade,
e se ti piace ricorda
e scorda se ti piace.
Io non vedrò le ombre,
e le piogge non sentirò
né vedrò l’usignolo
cantare, in lungo pianto.
Ma nel crepuscolo sognando
che non tramonta né risorge,
io ricorderò forse
e forse scorderò.

 

 

Christina Rossetti - tradotta da Cristina Campo





Oscar Wilde - Questionario


Due pagine di un questionario compilato da Oscar Wilde nel 1877. 

Leggere con attenzione. Decifrare, appuntare e studiare.







Leonor Fini



autoritratto

“Io sono la figlia di una donna e di un gatto. Mio padre è nientemeno che Sua Maestà il Gatto, lo provano i miei occhi: guardali, sono occhi felini.”

Leonor Fini 










Charlotte Brontë










"Ti feci parlare: ti trovai subito piena di strani contrasti."
 



Charlotte Brontë - Jane Eyre 


27.2.15

non scrivo tenerezze..








Cara,
[..] Io passo le giornate (gli anni) in quello stato d’attesa che a casa provavo certi pomeriggi dalle due e mezzo alle tre. Sempre, come il primo giorno, mi sveglia al mattino la puntura della solitudine. Descriverti le mie ansie è impossibile. La mia pena non è quella scritta, sei tu. Non scrivo tenerezze, il perché lo sappiamo; ma cerco il mio ultimo ricordo umano, è il 13 maggio. Ti ringrazio di tutti i pensieri che hai avuto per me. Io per te ne ho uno solo e non cessa mai. Tuo..

 

Lettera di Cesare Pavese a Tina Pizzardo, 17 settembre 1935












26.2.15

Alessandro Baricco





Lui pensa che da qualche parte, nel mondo, incontrerà un giorno una donna che, da sempre, è la sua donna. Quasi ogni giorno, ormai da anni, prende la penna in mano e le scrive.
Non ha nomi e non ha indirizzi da mettere sulle buste: ma ha una vita da raccontare. E a chi, se non a lei? Lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle sul grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle
- Ti aspettavo.



Alessandro Baricco - Oceano Mare


Com'è alto il dolore









"Com’è alto il dolore.
L’amore, com’è bestia.
Vuoto delle parole
che scavano nel vuoto vuoti
monumenti di vuoto."




Giorgio Caproni


Friedrich Nietzsche





”IO TEMO CHE GLI ANIMALI CONSIDERINO L’UOMO COME
     UN ESSERE CHE HA PERDUTO I SANI ISTINTI DELLE BESTIE”
                                         


Friedrich Nietzsche



Cesare Pavese



"E’ una gioia vedere tanti rami
verdissimi nel vento e tanti fiori
prepotenti, sboccianti, è una gran gioia
perché nel sangue pure è primavera."


Cesare Pavese, 17 aprile 1929