27.9.14

Pablo Neruda - Tina Modotti



Tina Modotti




…La nuova rosa è la tua, la nuova terra è tua:
hai indossato una nuova veste di seme profondo
e il tuo soave silenzio si colma di radici.
Non dormirai invano, sorella.
Puro è il tuo dolce nome, pura è la tua fragile vita:
di ape, ombra, fuoco, neve, silenzio, spuma
d’acciaio, linea, polline, si costruì la tua ferrea,
la tua delicata struttura.
Lo sciacallo sul gioello del tuo corpo addormentato
ancora protende la penna e l’anima insanguinata
come se tu potessi, sorella, sollevarti
sorridente sopra il fango…

Pablo Neruda – Ode a Tina Modotti


tu non scivoli altrove




 








Hai negli occhi i suoi occhi
sei parole distratte
mangi poesie d’amore
tu non scivoli altrove
ogni volta è la morte
sei un cielo stellato
sei persa.




Cesare Pavese



26.9.14

ricorderai d'avermi atteso tanto, e avrai negli occhi un rapido sorriso







E il cuore quando d'un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra 
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano. 

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m'avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d'avermi atteso tanto, 
e avrai negli occhi un rapido sospiro.



Giuseppe Ungaretti  - La madre











[rivolgendosi alla madre, esalta il ruolo di tutte le madri nella vita degli uomini sia quando essi sono in vita sia dopo la morte]



abbandonato nel presente




Io vedo l’avvenire. E’ là, posato sulla strada, appena un po’ più pallido del presente. Che bisogno ha di realizzarsi? Che cosa ci guadagna?… Non distinguo più il presente dal futuro, e tuttavia la cosa continua, si realizza a poco a poco… Questo è il tempo, né più né meno che il tempo, giunge lentamente all’esistenza, si fa attendere, e quando viene si è stomacati perché ci si accorge che era già lì da un pezzo… Mai come oggi ho provato così forte la sensazione di essere senza dimensioni segrete, limitato al mio corpo, ai pensieri lievi che da esso affiorano come bolle. Costruisco i miei ricordi col mio presente. Sono respinto, abbandonato nel presente. Il passato tento invano di raggiungerlo: non posso sfuggire a me stesso.

 

Jean-Paul Sartre - La nausea
 
 
 
 
 
 
 
 
 

23.9.14

Ezra Pound





Io sono colui che conosce le vie
Del firmamento, e il mio corpo è formato dal vento.

Io sono la fiamma generata dal sole,
Io, proprio io, che volo con le rondini.

Sulla mia fronte sta la luna,
L’aria spira sotto le mie labbra.

La luna è una grande perla in acque di zaffiro,
E l’acqua scorre fresca dalle mie dita.

Io sono colui che conosce le vie
Del firmamento, e il mio corpo è formato dal vento.


Ezra Pound










17.9.14

Ernest Hemingway







Pensava sempre al mare come a la mar, come lo chiamano in spagnolo quando lo amano. A volte coloro che l’amano ne parlano male, ma sempre come se parlassero di una donna. Alcuni fra i pescatori più giovani [ … ] ne parlavano come di el mar al maschile. Ne parlavano come di un rivale o di un luogo o perfino di un nemico. Ma il vecchio lo pensava sempre al femminile e come qualcosa che concedeva o rifiutava grandi favori e se faceva cose strane o malvagie era perché non poteva evitarle. La luna lo fa reagire come una donna, pensò.


Ernest Hemingway Il vecchio e il mare












Antonia Pozzi






Non ti sgomentare
di tanto freddo, e non guardare il lago,
s’esso ti fa pensare ad una piaga
livida e brulicante. Sì, le nubi
gravano sopra i pini ad incupirli.
Ma noi ci porteremo ove l’intrico
dei rami è tanto folto, che la pioggia
non giunge a inumidire il suolo: lieve,
tamburellando sulla volta scura,
essa accompagnerà il nostro cammino.

E noi calpesteremo il molle strato
d’aghi caduti e le ricciute macchie
di licheni e mirtilli; inciamperemo
nelle radici, disperate membra
brancicanti la terra; strettamente
ci addosseremo ai tronchi, per sostegno;
e fuggiremo. Con la piena forza
della carne e del cuore, fuggiremo:
lungi da questo velenoso mondo
che mi attira e mi respinge. E tu sarai,
nella pineta, a sera, l’ombra china
che custodisce: ed io per te soltanto,
sopra la dolce strada senza meta,
un’anima aggrappata al proprio amore.


Antonia Pozzi











14.9.14

Alda Merini




Non sono più quella di ieri, non so come sarò domani.
Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri.

 
 
Alda Merini
 
 
 

le... p a r o l e






Le parole si tendono si lacerano
e talora si spezzano sotto il peso,
sotto la tensione
incespicano scivolano muoiono
imputridiscono per imprecisione
non vogliono stare al loro posto
non vogliono restare ferme.
 

Thomas Stearns Eliot - Quattro Quartetti





13.9.14

Suzanne Valadon



Ritratto di Valadon Suzanne"Voglio essere amata da uomini che non mi hanno mai vista, che rimarranno a sognare davanti un quadrato di tela, dove con i miei colori avrò lasciato un po’ della mia anima."





Suzanne Valadon Nasce nel 1865, figlia illeggittima di un lavandaio francese. Per mantenersi lavora prima in un circo come trapezista e poi come modella per pittori, tra i quali Renoir e Toulouse-Lautrec.
Presto, facendo tesoro di ciò che ha appreso posando, comincia a dipingere incoraggiata da Toulouse-Lautrec e Degas.
Nel 1915 fa la sua prima mostra e riscuote un notevole successo sia critico che commerciale.
Ha molte storie d'amore con pittori e anche con Erik Satie.
Alla fine sposa il pittore Andre Utter, più giovane di lei, ed ha un figlio, Maurice Utrillo.
Muore nel 1938 e al suo funerale parteciparono anche Picasso, Braque e Derain.   Maurice Utrillo  nato il 26/12/1883 a Parigi, Francia morto il 15/11/1955 a Parigi, Francia La figura di Utrillo, la sua vita e la sua arte, hanno sempre suscitato curiosità ed interesse. A dominare tutta la sua vita fu la figura della madre, la "terribile Maria", che lo mise al mondo, illegittimo così come lo era stata lei. La madre era stata acrobata di circo, poi modella per pittori come Renoir, Toulouse-Loutrec, Puvis de Chavannes, prima di diventare a sua volta pittrice, e celebre, sotto il nome dì Susanne Valadon. Il nome al piccolo lo diede invece un amico catalano della madre, il pittore e pubblicista Utrillo. Per il piccolo si tratta di una pesante eredità che si traduce in una fuga nell'alcolismo, tanto precoce quanto tenace, con crisi nervose, eccessi di follia etilica, soggiorni in case di cura, due tentativi di suicidio e violenze che lo conducono più volte in carcere.
Intanto la madre diviene prima l'amante e poi la moglie del migliore amico del figlio e tutta Parigi conosce la "Terribile trinità". Infine il matrimonio tardivo con una vedova di molto più vecchia di lui, Lucie Pauwels, quasi una sublimazione della tanto odiata e amata figura materna. Dipingere divenne l'unico elemento di stabilità nella tragica esistenza di Utrillo.
Dopo una fase formativa (1902 - 1907), paesaggi dai colori delicati, sensibile all'impressionismo, nella pittura di Utrillo si delineano due periodi distinti: nel primo, definito come il periodo bianco (1908 - 1914), l'artista influenzato dai Fauves schiarisce progressivamente la tavolozza, con una predominanza di sfumature del bianco mentre nel secondo si manifestano una visione più ricca di richiami ed una più salda costruzione pittorica attraverso la quale egli propone immagini di una Parigi viva, affollata e pittoresca. In alcune tele i colori sono applicati con una spatola per simulare la consistenza degli intonaci. In altre opere, è più visibile l'influenza del cubismo. Montmatre - dove Utrillo era nato e dove visse - è il suo più grande amore e tema preferito delle sue opere; strade, tetti, case, botteghe e paesaggi costituiscono i temi dell'immensa quantità di dipinti che ha lasciato, pochi i ritratti e le composizioni con fiori. Utrillo ha incarnato pienamente la figura classica dell'artista bohémien che ha creato intorno a sé un alone di leggenda e che ci ha lasciato alcuni tra i paesaggi più belli e più veri di Parigi.




Come quando...





ti rivolgesti e con la mano, sgombra
la fronte dalla nube dei capelli,
mi salutasti - per entrar nel buio.



Eugenio Montale








12.9.14

Ignoro





Ignoro
se la mia inesistenza appaga il tuo destino,
se la tua colma il mio che ne trabocca,
se l'innocenza é una colpa oppure
si coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me,
di te tutto conosco, tutto
ignoro. 




Eugenio Montale




11.9.14

Rainer Maria Rilke













Io imparo a vedere.
Non so perchè
tutto penetra in me più profondo
e non rimane là dove,
prima,
sempre aveva fine e svaniva.
Ho un luogo interno
che non conoscevo.
Ora tutto va a finire là.
Non so che cosa vi accada.


Rainer Maria Rilke











Wirginia Woolf











Quando vado rovistando nella mia mente
non trovo nobili sentimenti sull'essere compagne e uguali
e indurre il mondo a perseguire scopi più elevati.
Mi ritrovo a dire brevemente e prosaicamente
che essere se stesse
è più importante di qualunque altra cosa.



Virginia Woolf














Sylvia Plath - Diari







Ho sentito la maschera che si sgretolava e la mia bocca che cominciava a vomitare l’enorme, velenosa riserva di ceneri corrosive.

Sylvia Plath - Diari










4.9.14

I Canti di Maldoror






Cercavo un’anima che mi somigliasse e non riuscivo a trovarla. Frugavo ogni angolo della terra; la mia perseveranza era inutile. Eppure non potevo rimanere solo. Occorreva qualcuno che approvasse il mio carattere; occorreva qualcuno che avesse le mie stesse idee.

Conte di Lautréamont -
I Canti di Maldoror
 
 
 
 
 
 
 

3.9.14

Andrea De Carlo





Aveva questo modo di proteggere i suoi sentimenti sotto strati di cinismo e ironia: a volte ci riusciva così bene da farli languire nell’ombra finché erano perduti.


Andrea De Carlo  - Due di due




29.8.14

Eugenio Montale - So l'ora





So l’ora in cui la faccia più impassibile
è traversata da una cruda smorfia:
s’è svelata per poco una pena invisibile.
Ciò non vede la gente nell’affollato corso.
Voi, mie parole, tradite invano il morso
secreto, il vento che nel cuore soffia.
La piú vera ragione è di chi tace.
il canto che singhiozza è un canto di pace.
 Eugenio Montale





le tue impronte




Arrivi quando meno
ti ricordo, quando
più lontano sembri
dalla mia vita.
Inatteso come
quelle tempeste che si inventa
il vento
un giorno immensamente azzurro.

Poi la pioggia
trascina i suoi stracci
e cancella le tue impronte.


Meira Delmar





22.8.14

desiderio di cose leggere




”Giuncheto lieve biondo / come un campo di spighe  / presso il lago celeste / e le case di un’isola lontana / color di vela / pronte a salpare /  Desiderio di cose leggere / nel cuore che pesa / come pietra / dentro una barca / Ma giungerà una sera/a queste rive / l’anima liberata / senza piegare i giunchi / senza muovere l’acqua o l’aria / salperà – con le case / dell’isola lontana  / per un’alta scogliera / di stelle” 


Desiderio di cose leggere 1° febbraio 1934, Antonia Pozzi




il pandemonio dei sofismi




Risultati immagini per victor hugo


La coscienza è il caos delle chimere, delle cupidigie e dei tentativi, la fornace dei sogni, l'antro delle idee di cui si ha vergogna; è il pandemonio dei sofismi, è il campo di battaglia delle passioni. Penetrate, in certe ore, attraverso la faccia livida d'un uomo che sta riflettendo, guardate in quell'anima, in quell'oscurità; sotto il silenzio esteriore, vi sono combattimenti di giganti come in Omero, mischie di dragoni ed idre e nugoli di fantasmi, come in Milton, visioni ultraterrene come in Dante. Oh, qual abisso è mai quest'infinito che ogni uomo porta in sé e col quale confronta disperatamente la volontà del cervello e gli atti della vita!


da: I miserabili di Victor Hugo


20.8.14

La morte amoureuse








Vengo da tanto lontano, da dove nessuno è ancora tornato. Non c’è luna nè sole nel paese da cui vengo: non è che spazio e ombra; non c’è cammino nè sentiero, non c’è terra per il piede nè aria per l’ala; eppure eccomi a te, perchè l’amore è più forte della morte e finirà per vincerla…


Théophile Gautier - La morte amoureuse







31.7.14

all’ ipotetico lettore


pop-sesivo:

In the Mood for Love (2000), directed by Wong Kar-Wai.


Ho messo la mia anima fra le tue mani. Curvale a nido. Essa non vuole che riposare in te. Ma chiudile se un giorno la sentirai fuggire. Fa che siano allora come foglie e come vento. Assecondando il suo volo. E sappi che l’affetto nell’addio non è minore che nell’incontro. Rimane uguale e sarà eterno. Ma diverse sono talvolta le vie da percorrere in obbedienza al destino.





Margherita Guidacci



29.7.14

prima di....




Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io. Vivi il mio dolore, i miei dubbi, e le mie risate. Vivi gli anni che ho vissuto io e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io.Ognuno ha la propria storia. E solo allora mi potrai giudicare.


Milan Kundera





23.7.14

nel mondo dei sogni





Possiamo vedere e sentire vicina una persona
nel mondo dei sogni,
e il fatto che al risveglio non ci sia più
non significa che non sia stata davvero lì con noi.
 Sergio Bambaren



22.7.14

bevi l'oscurità








Bevi le ombre – disse,
bevi l’oscurità
dell’amore mortale
e chiudi gli occhi tra le mie ali
che sono la barca che attraversa
spazio e tempo.
Clara Janés

21.7.14

ho pietà







(…)
Non smetterà di morire 
questa vita 
che passa da una carne a quell’altra 
non smetterà questa bestia 
la sua risalita dal petto. 

Nasce ora, in questa notte 
un altro più simile a me. 
Nasce continuamente. 
E io questa notte 
in quest’ora 
per lui e per me. Ho pietà.



Mariangela Gualtieri - Caino