8.3.14

gazzella dell'amore meraviglioso






Con tutto il gesso
dei campi malvagi,
eri giunco d’amore, gelsomino bagnato.
Con austro e fiamma
dei cieli malvagi
eri brusio di neve dentro il mio petto.
Cieli e campi
stringevano catene alle mie mani.
Campi e cieli
frustavano le piaghe del mio corpo.


Federico Garcia Lorca

7.3.14

prendere il volo









Subito mille pensieri addormentati,
fremendo dolcemente fra tenebre pesanti
spiegano le ali e prendono il volo
Charles Baudelaire

6.3.14

piccole cose











Non puoi pensare di cambiare le persone, puoi decidere di amarle, odiarle o allontanarti da loro, ma cambiarle, questo no.
Cambiano perché è la vita a cambiarle, o il dolore.

Stephen Littleword - Piccole cose

4.3.14

senza sangue





C’erano un sacco di cose che dovevamo distruggere per poter costruire quello che volevamo, non c’era altro modo, dovevamo essere capaci di soffrire e impartire sofferenza, chi avrebbe tollerato più dolore avrebbe vinto, non si può sognare un mondo migliore e pensare che te lo consegneranno solo perché lo chiedi, quelli non avrebbero mai ceduto, bisognava combattere.

Alessandro Baricco - Senza sangue

quell'amore mio









(…) Serbali tu com’erano, memoria.
E più che puoi, memoria, di quell’amore mio
recami ancora, più che puoi, stasera.

Costantino Kavafis

Alda Merini








Lasciando adesso che le vene crescano
in intrichi di rami melodiosi
inneggianti al destino che trascelse
te fra gli eletti a cingermi di luce…
In libertà di spazio ogni volume
di tensione repressa si modella
nel fervore del moto e mi dissanguo
di canto “vero” adesso che trascino
la mia squallida spoglia dentro l’orgia
dell’abbandono. O, senza tregua più,
dannata d’universo, o la perfetta
nudità della vita,
o implacabili ardori riplasmanti
la già morta materia: in te mi accolgo
risospinta dagli echi all’infinito.
da “La presenza di Orfeo” – Alda Merini

3.3.14

Jean Baptiste Henri Lacordaire









Il silenzio è l’ultimo sforzo dell’anima ricolma
che non può più dire nulla.

Jean Baptiste Henri Lacordaire

spazio e tempo












Bevi le ombre – disse,
bevi l’oscurità
dell’amore mortale
e chiudi gli occhi tra le mie ali
che sono la barca che attraversa
spazio e tempo.
Clara Janés

in ascensore fino al cielo







E una chiave,
una chiave enorme,
che apre qualcosa (qualche utile uscio)
da qualche parte, lassú.
 

da “In ascensore fino al cielo” – Anne Sexton

potevo essere me stessa








Poteva non essermi dato
il ricordo dei momenti lieti.
Poteva essermi tolta
l’inclinazione a confrontare.
Potevo essere me stessa – ma senza stupore,
e ciò vorrebbe dire
qualcuno di totalmente diverso.


da "Nella Moltitudine" Wislawa Szymborska



Nazim Hikmet











Alcuni enumerano a memoria
i nomi delle stelle.
Io delle nostalgie.


Nazim Hikmet

27.2.14

Bella Achmadulina








Un giorno, dondolando sull'orlo
di tutto ciò che è, avvertii nel corpo
la presenza di un'ombra irreparabile
che spingeva altrove la mia vita.
Nessuno lo sapeva, solo il quaderno
bianco si era accorto che avevo spento
le candele, accese per crear parole:
senza di loro non mi dispiaceva morire.
Soffrivo tanto! Tanto m'avvicinai
alla fine dei tormenti! Non dissi una parola.
Era l'anima, ancora debole,
che cercava un'altra età.
Mi misi a vivere, e vivrò a lungo.
Da quel giorno chiamo tormento
terreno solo ciò che non ho cantato;
il resto lo chiamo beatitudine. 

Bella Achmadulina 

26.2.14

Gazzella dell'amore disperato





La notte non vuole venire
perché tu non venga
e io non possa andare.
Ma io andrò
benché un sole di scorpioni mi mangi la testa.
Ma tu verrai
con la lingua bruciata dalla pioggia di sale.
Il giorno non vuole venire
perché tu non venga
e io non possa andare.
Ma io andrò
portando ai rospi il mio garofano morsicato.
Ma tu verrai
nelle cupe cloache dell’oscurità.
Né la notte né il giorno non vogliono venire
perché io muoia per te
e tu per me.


Federico Garcia Lorca

Blaga Dimitrova








Mi avvolgano ali, senza racchiudermi.
Il mio spirito aperto, non in me ripiegata.
Non dietro a una spalla, al sicuro protetta,
ma fianco a fianco contro il vento in bufera.


Blaga Dimitrova

25.2.14

Dantel Gabriel Rossetti




..."O, nata con me in un luogo dimenticato dagli uomini E non incontrata negli anni, non vista, non sentita, Come ti riconosco, nata insieme all'anima mia. "...

D.G.R.








Nasce a Londra nel 1828. Per tutta la vita, si dedica con passione alla pittura e alla poesia – in senso letterario, nel 1870 pubblica una raccolta di sue poesie “Poems”, e nel 1881 “Ballate e sonetti”- Il padre, letterato che era stato librettista di Rossini a Napoli e insegnante al King’s College di Londra. Dopo aver studiato pittura all’Antique School della Royal Academy e presso lo studio di F.M. Brown, Rossetti fonda la confraternita dei Preraffaelliti, costituita in Inghilterra nel 1848, insieme a John Everett Millais e William Holman Hunt e Edward Coley Burne-Jones. Il movimento, contro il convenzionalismo vittoriano e i mali della società industriale, si orientava verso il recupero di un?arte spontanea e ispirata alla natura da rintracciare in epoca tardomedievale, in particolare nelle opere dei pittori del passato che avevano preceduto Raffaello. L?artista è considerato il più influente del gruppo, soprattutto per la sua produzione poetica che pecca talvolta di artificiosità e sentimentalismo vittoriano e della quale la pittura appare spesso riflesso diretto. La sua vita, come la sua arte, saranno segnate dalla tormentata storia d’amore con Elizabeth Siddal.
Conosciuta nel 1849, diviene presto la modella della maggior parte dei suoi quadri e anche il soggetto di un largo numero di disegni, molti dei quali dedicati alla vita di Dante Alighieri. Le atmosfere misteriose di Rossetti derivano da un passato immaginario, in cui la figura femminile, a volte angelicata a volte sensuale o perversa, svolge un ruolo simile a quello di Beatrice per Dante: la guida, attraverso la bellezza, verso la dimensione trascendentale.

"As I rode suddenly upon / A certain path that liked me not, / I met love midway while the air was hot, / Clothed lightly as a wayfarer might be" (Cavalcando l’altr’ier per un cammino, / pensoso de l’andar che mi sgradia,/ trovai Amore in mezzo de la via / in abito leggier di peregrino).
Nel 1294 Dante trova Amore nel fragile sguardo di Beatrice, nel 1850 Rossetti lo incontra in Elizabeth Siddan, con la quale convive a partire dal 1950; a causa delle precarie condizioni della ragazza, questo sarà un legame instabile anche per la gelosia motivata da legami sentimentali che l’artista intrecciava. Da Fanny Cornforth, sua modella in molti dei suoi dipinti, ad Annie Miller, che l’amico Hunt gli aveva fatto conoscere. Nel 1860, comunque, egli sposa Elizabeth; nel maggio del 1861, la moglie dà alla luce una figlia nata morta. Questo tragico evento, getta la donna in uno stato di profonda prostrazione, tanto da culminare nel suicidio, nel 1862 per mezzo di una dose eccessiva di laudano. D.G. Rossetti, per tutta la vita è oppresso da questo rimorso e comincia a soffrire di insonnia e crisi depressive. Nel 1872 anche lui tenta il suicidio allo stesso modo della moglie. Nonostante il crescente successo economico dovuto ai suoi dipinti, si chiude sempre più in sè stesso, circondato solo dagli amici fedeli. Quando Rossetti muore, nel 1882, si trova in debiti finanziari. Il cimitero di Highgate, nel quale era sepolta anche Siddal, si rifiuta di seppellire i resti dell’artista, che viene quindi esumato in Burchington Churchyard.


Dante Gabriel Rossetti, Beata Beatrix 1863-1870
Londra, Tate Gallery 
Elizabeth Siddal è destinata a diventare la più famosa incarnazione pittorica di Beatrice: lo sguardo estatico pronto al trapasso, le mani giunte vicine ad una colomba dal singolare colore rosso. Alle sue spalle l’Alighieri ed Amore la vegliano nel momento del passaggio tra terra e cielo, i sensi ormai rapiti dalla consapevolezza di un nuovo mondo che la accoglierà. Tutto questo è la tela postuma Beata Beatrix, eterna testimone muta di una passione sbagliata.
Fragile suicida per amore. Dante Gabriel è rapito da un altro abbraccio. Il senso di colpa non lo abbandona. All’improvviso la decisione di terminare il quadro e seppellire con lei l’intera sua raccolta poetica.
Ma le parole paiono avere una vita autonoma, chiedono di riemergere: The blessed damozel leaned out / From the gold bar of Heaven / Her eyes were deeper than the depth / Of waters stilled at even; / She had three lilies in her hand, / And the stars in her hair were seven (La dama beata si aprì la strada/attraverso le porte del Paradiso/I suoi occhi erano più profondi/Delle acque calme della sera;/portava tre gigli/e sette stelle tra i capelli). Il gesto estremo di un uomo che ha perso tutto viene "perdonato" tre anni dopo la morte dai versi della sorella Christina: "Pardon the faults in me, /For the love of years ago: / Goodbye. I must drift across the sea,/I must sink into the snow, / I must die" (Perdona i miei sbagli/per l’amore che vi è stato: addio/Devo salpare,/devo abbassarmi nella nave,/devo morire).
D.G. Rossetti, famoso per le figure di donne fatali e conturbanti, languide e sensuali; molto spesso associate a immagini simboliche e poetiche. 

Giuseppe de Nittis




Giuseppe De Nittis, La femme aux pompons, 1880
la femme aux pompons, 1880

i poeti lavorano di notte






I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio,
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.


Ada Merini

al di là del visibile






Penso a come il mio corpo risorgerà -
Quando sarò "perdonata" -
Non appena i Capelli - e gli Occhi - e il timido Capo
 - Saranno al di là del visibile - in Cielo -
Penso a come le mie labbra si leveranno -
In confusa - tremante - preghiera -
Affinché tu - anche in ritardo - mi "consideri"
Il "Passero" delle tue cure -
Rammento che d'Angoscia - spinsi -
Tanti moti ad allontanarsi -
Prima che il mio ingenuo petto - si spezzasse -
E perché non questo - se loro?
E così ripasso quella parola - "perdonata" -
Fino a che - delirante - sorretta -
Da una lunga luminosa - e più estesa - fiducia -
Ripongo il mio Cuore - non assolto!




Emily Dickinson 

24.2.14

una vita protetta




[Marilyn Monroe] Quando era immobile, il suo volto acquistava a tratti una strana, profetica tragicità, come il volto di un bellissimo spirito di primavera, un innocente demone della fertilità, quello spirito della vegetazione che fu Ofelia.



Una vita protetta - Edith Sitwell

William Morris e la carta da parati


William Morris (1834-1896) è stato scrittore, poeta, architetto, pittore, decoratore, stampatore, politico socialista. E tutto con successo sia tra i suoi contemporanei che tra coloro che gli successero fino a noi oggi. La sua carriera di designer applicata ai tessuti d'arredamento e alla carte da parati, una carriera che ne ha fatto una delle figure centrali del movimento Arts & Crafts. In seguito scriverò anche di ciò che riguarda la parte artistica (movimento Preraffaellita). I motivi decorativi creati da William Morris (floreali fittamente intrecciati eppure voluttuosamente leggeri, piante e fiori che sembrano usciti da un erbario medievale e che si stagliano vividi su raffinati sfondi crema, la ricchezza dell'ornato che ricorda i più ricchi broccati medievali). Sono passati centocinquant'anni i disegni originali di Morris continuano ad essere fonte di ispirazione ancora oggi. Nel 1940, Arthur Sanderson comperò i blocchi di disegni di Morris dalla ditta che li stampava su commissione, e decise di continuarne la produzione. Oggi sono molte le aziende che stampano carte da parati sulla base dei disegni di William Morris, fra le quali la rinata "Morris & Co.", dimostrando come il fascino di questo classico dello stile inglese vittoriano non sia mai tramontato fin dalla sua prima apparizione nel 1864. 

alcune sue creazioni - puoi arricchire la ricerca anche visitando questo link:





"La vita semplice, anche la più;
spoglia, non è una miseria,
ma è il fondamento stesso della raffinatezza..."

Malgrado la distanza epocale che ci separa dagli scritti raccolti in questo volume, le parole di Morris appaiono oggi di una sorprendente attualità. Con una forte critica alla società moderna troviamo infatti la speranza in un'arte che riporti al centro l'individuo e la sua creatività.
William Morris è considerato un precursore dei moderni designer, e ha avuto una notevole influenza sull'architettura del suo tempo. Sostenitore dell'artigianato nelle sue forme più tradizionali, come la pittura su vetro e su carta da parati, ha dato un importante contributo al rilancio delle arti tessili e ha fondato la Società per la protezione degli edifici antichi.






L'esperienza della Red House ispira William Morris alla creazione della "Morris, Marshall, Faulkner & Co.", più celebre come "The Firm": è il 1861.
The Firm è uno studio di design che crea e fornisce carta da parati, tessuti, tappeti, vetri istoriati.
I primi lavori sono vetrate per chiese locali.
Tutti gli oggetti prodotti dalla Firm vengono esposti nel 1862 alla Great Exibition Of Art and Industry e attirano immediato successo. E molte ordinazioni.
Una delle commissioni più prestigiose (1867) sarà la decorazione della "Green dining room" al Museo di South Kensington (ora conosciuta come la Morris Room al Victoria & Albert Museum.


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discingimi queste maglie...






Dimmi donna dove nascondi il tuo mistero
donna acqua pesante volume trasparente
più segreta quanto più ti spogli
quale è la forza del tuo splendore inerme
la tua abbagliante armatura di bellezza
dimmi non posso più con tante armi
donna seduta sdraiata abbandonata
insegnami il riposo il sonno e l'oblio
insegnami la lentezza del tempo
donna tu che convivi con la tua carne ignominiosa
come accanto ad un animale buono e calmo
donna nuda di fronte all'uomo armato
togli dalla mia testa questo casco d'ira
calmami guariscimi stendimi sulla fresca terra
toglimi questi vestiti di febbre che mi asfissiano
sommergimi indeboliscimi avvelena il mio pigro sangue
donna roccia della tribù sbandata
discingimi queste maglie e cinture di rigidezza e paura
con cui mi atterrisco e ti atterrisco e ci separo
donna oscura e umida pantano edenico
voglio la tua larga fragrante robusta sapienza,
voglio tornare alla terra e ai suoi succhi nutritivi
che corrono sul tuo ventre e i tuoi seni e irrigano la tua carne
voglio recuperare il peso e la completezza
voglio che tu m'inumidisca, m'ammolli, m'effemini
per capire la femminilità, la morbidezza umida del mondo
voglio appoggiata la fronte nel tuo grembo materno
tradire il ferreo esercito degli uomini
donna complice unica terribile sorella
dammi la mano torniamo ad inventare il mondo noi due soli
voglio non distaccare mai gli occhi da te
donna statua fatta di frutta colomba cresciuta
lasciami sempre vedere la tua misteriosa presenza
il tuo sguardo di ala e seta e lago nero
il tuo corpo tenebroso e raggiante plasmato di slancio senza incertezze
il tuo corpo infinitamente più tuo che per me quello mio
e che dai di slancio senza incertezze senza tenerti niente
il tuo corpo pieno e uno illuminato tutto di generosità
donna mendicante prodiga porto del pazzo Ulisse
non permettere che io dimentichi mai la tua voce di uccello memorioso
la parola calamitata che nel tuo intimo pronunci sempre nuda
la parola sempre giusta di folgorante ignoranza
la selvaggia purezza del tuo amore insensato
delirante senza freno abbrutito inviziato
il gemito nettissimo della tenerezza
lo sguardo pensieroso della prostituzione
la cruda chiara verità
dell'amore che assorbe e divora e si alimenta
l'invisibile zampata della divinazione
l'accettazione la comprensione la sapienza senza strade
la spugnosa maternità terreno di radici
donna casa del doloroso vagabondo
dammi da mordere la frutta della vita
la stabile frutta di luce del tuo corpo abitato
lasciami reclinare la mia fronte funesta
sul tuo grave grembo di paradiso boscoso
spogliami acquietami guariscimi di questa colpa acre
di non essere sempre armato ma soltanto io stesso.

Tomàs Segovia





la morte dell'immaginazione







Quello che mi spaventa di più,
credo,
è la morte dell'immaginazione.
Quando il cielo lassù è solo rosa
e i tetti solo neri:
quella mente fotografica
che paradossalmente dice la verità,
ma una verità senza valore,
sul mondo.
Io desidero quello spirito di sintesi,
quella forza "plasmante"
che germoglia,
prolifica
e crea mondi suoi con
più inventiva di Dio.


Sylvia Plath - Diari



18.2.14

mi sono sbagliata sul tuo conto...

billyjane:

Passers-by in the rain, 1935 by Brassai
from RMN


Mi ha fatto molto piacere e mi ha fatto anche molto male. Non avevo mai conosciuto in vita mia un piacere e un dolore simili, così fusi insieme. Prometto che non ti scriverò e che non cercherò di mettermi in contatto con te. Non ti importunerò mai più. A malincuore chiuderò la porta che ti ho aperto con tanta gioia. Ma se per qualche motivo deciderai di di tornare da me, devi sapere che in questa fase della mia vita ho bisogno della tua disponibilità più completa e della tua capacità di comprensione più profonda. Ho bisogno che tu fluisca liberamente verso di me, senza alcun ostacolo esterno. Ne ho bisogno come dell'aria che respiro. Se non puoi donarmi tutto questo, non venire. Davvero: non venire. Perché probabilmente mi sono sbagliata sul tuo conto...


David Grossman - Che tu sia per me il coltello 



[img: Passers by in the rain, 1935 by Brassai]


15.12.13

la tenerezza






Abbiamo fame di tenerezza, in un mondo dove tutto abbonda siamo poveri di questo sentimento che è come una carezza per il nostro cuore abbiamo bisogno di questi piccoli gesti che ci fanno stare bene,la tenerezza è un amore disinteressato e generoso, che non chiede nient’altro che essere compreso e apprezzato.
Alda Merini




13.12.13

domani, e domani, e domani





altripezzidime:

ilove-christmas:

submissions are fun!

❤






Domani, e domani, e domani, scivola a piccoli passi, giorno per giorno, fino all’ultima sillaba del tempo prescritto,
e tutti i nostri ieri han rischiarato, folli, la via alla morte polverosa.
Spengiti, spengiti, breve candela!
La vita non è che un’ombra che cammina, un povero attore che si pavoneggia sulla scena, per un’ora, e poi non si ascolta più:
una favola raccontata, da un’idiota, piena di rumore e di furia, che non ha senso alcuno.





William Shakespeare - Macbeth




12.12.13

cade l'Ombra












Fra il desiderio
E lo spasmo
Fra la potenza
E l'esistenza
Fra l'essenza
E la discendenza
Cade l'Ombra


Between the desire
And the spasm
Between the potency
And the existence
Between the essence
And the descent
Falls the Shadow


Thomas Stearns Eliot - The hollow men

5.12.13

domande





 


"Dove vai quando una vita finisce,
la vita
per cui hai dato tanto?".



Anne Sexton - da "Uccidendo l'amore" nella raccolta postuma 45 Mercy Street.

3.12.13

dicono che il tempo mitiga







Dicono che il tempo mitiga. Il Tempo non ha mai mitigato.
Una vera sofferenza si rafforza
 come fanno i Tendini, con gli Anni. 
Il Tempo è un Test per il Dolore,
 ma non un Rimedio.
 Se tale si dimostra, dimostra anche 
che non c’era Malattia.
 



Emily Dickinson

21.11.13

l'aria è piena di grida







Pensi davvero che basti non avere colpe per non essere puniti,
ma tu hai colpe.
L’aria è piena di grida. Sono attaccate ai muri,
basta sfregare leggermente.
Dai mattoni salgono respiri, brandelli di parole.
Ferri di cavalli morti circondano immagini di battaglie
Le trattengono prima che vadano in un futuro senza cornici.


Cosa ci rende tanto crudeli gli uni con gli altri?
Cosa rende alcuni più crudeli di altri?
Le crudeltà subite e poi inghiottite fino a formare una guaina
con aculei sul corpo ferito?
O semplicemente siamo predestinati al male,
e la vita è solo fatta di tregue dove sostiamo
per non odiare e non colpire?



Antonella Anedda - L'aria è piena di grida