31.5.13

incontrare se stessi





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“Fin dai primi anni della mia giovinezza pensavo che ognuno di noi ha la propria no man’s land, in cui è totale padrone di se stesso.
C’è una vita a tutti visibile, e ce n’è un’altra che appartiene solo a noi, di cui nessuno sa nulla. Ciò non significa affatto che, dal punto di vista dell’etica, una sia morale e l’altra immorale, o dal punto di vista della polizia, l’una lecita e l’altra illecita.
Semplicemente, l’uomo di tanto in tanto sfugge a qualsiasi controllo, vive nella libertà e nel mistero, da solo o in compagnia di qualcuno, anche soltanto un’ora al giorno, o una sera alla settimana, un giorno al mese … Queste ore possono aggiungere qualcosa alla vita visibile dell’uomo oppure avere un loro significato del tutto autonomo; possono essere felicità, necessità, abitudine ma sono comunque sempre indispensabili per raddrizzare la “linea generale” dell’esistenza.
Se un uomo non usufruisce di questo suo diritto o ne viene privato da circostanze esterne, un bel giorno scoprirà con stupore che nella vita non si è mai incontrato con se stesso.”


Il giunco mormorante - Nina Berberova

30.5.13

lettere d'amore










Non volevo amore perchè è caos,
perchè fa vacillare la mente come lampioni scossi dal vento.
Volevo essere fortissima davanti a te,
essere contro di te
- tu ami tanto contrapporti alle cose.
Io amo essere per le cose -
Tu fai caricature.
Occorre un grande odio per fare caricature.
Io eleggo, io amo
- la marea dell'amore, la notte, mi soffoca -
 come in quel sogno che ieri ti sei sforzato
 di inchiodare, proprio così, con il tuo bacio travolgente.




Anais Nin a Henry Miller - 9 marzo 1932










29.5.13

come spostare pietre





Theda Bara



Geme ogni giuntura! Riconosco
l’amore dal dolore
lungo tutto il corpo.

Come un immenso campo aperto
alle bufere. Riconosco
l’amore dal lontano
di chi mi è accanto.

Come se mi avessero scavato
dentro fino al midollo. Riconosco
l’amore dal pianto delle vene
lungo tutto il corpo.



Vandalo in un’aureola
di vento! Riconosco
l’amore dallo strappo
delle più fedeli corde
vocali: ruggine, crudo sale
nella strettoia della gola.

Riconosco l’amore dal boato
- dal trillo beato -
lungo tutto il corpo!

M. Cvetaeva



 
nell'immagine c'è Theda Bara (Carmen 1915) : http://it.wikipedia.org/wiki/Theda_Bara

vertigini quotidiane











Sono io. Si sono io. Sempre io. Un puntino. Assorbito dal mostro infinito. Alla ricerca, purtroppo ancora oggi di una risposta. Precipito volando. Non riesco più a sognare.


Zarima

28.5.13

25.5.13

à la recherche du temps perdu











“un piacere delizioso mi aveva invaso, isolato senza nozione di causa”, “un azzurro profondo mi inebriava la vista, impressioni di freschezza, d’abbagliante luce volteggiavano intorno a me , e ansioso di afferrarle, senza osar di muovermi Š …‹ tutto assorto a lasciar giungere fino a me ciò che mi evocava, rimasi a dondolarmi come avevo fatto poco prima”.


Marcel Proust - Alla ricerca del tempo perduto

24.5.13

Marc Levy








“Ovunque io sia, riconoscerò le tue risate,
vedrò il sorriso nei tuoi occhi,
sentirò la tua voce.
Il semplice fatto di sapere che tu sei da qualche parte su questa terra sarà,
nell’inferno,
il mio angolo di paradiso.”







23.5.13

immortale silenzio






art, cury hair, delicate, elif karakoc, elif sanem karakoc, hands

Amore oggi il tuo nome
al mio labbro è sfuggito
come al piede l’ultimo gradino…
Ora è sparsa l’acqua della vita
e tutta la lunga scala
è da ricominciare.
T’ho barattato, amore, con parole
buio miele che odori
dentro i diafani vasi
sotto mille e seicento anni di lava.
Ti riconoscerò dall’immortale Silenzio.

Cristina Campo 

























22.5.13

l'ignoto e le porte




«Ci sono il noto e l'ignoto, e in mezzo ci sono le porte».






« La prima volta in cui ho scoperto la morte... io, mia madre, mio padre, mia nonna e mio nonno stavamo viaggiando in auto attraverso il deserto all'alba. Un camion carico di Indiani Navahos aveva sbattuto contro un'altra auto o qualcos'altro: c'erano Indiani insanguinati che stavano morendo sparsi per tutta la strada. Ero solo un bambino e per questo dovetti restare in macchina mentre mio padre e mio nonno scesero a guardare.
Tutto ciò che vidi fu una divertente vernice rossa e della gente distesa attorno, ma sapevo cosa stava succedendo, perché riuscivo a sentire i fremiti delle persone intorno a me, e all'improvviso capii che loro non sapevano più di me cosa stava accadendo. Quella fu la prima volta che ebbi paura... ed ebbi la sensazione, in quel momento, che le anime di quegli Indiani morti - forse una o due di esse - stavano correndomi intorno, ed entravano nella mia anima, e io ero come una spugna, pronto a sedermi là e assorbirle »


"Voglio sentire il sapore, voglio ascoltarla, voglio annusarla. La morte viene una volta sola, giusto? Non voglio mancare all'appuntamento. [...] Amico non lo so. Potrebbe essere l'esperienza che ti fornisce il pezzo mancante del mosaico"…

"Lo sai quanto pallida e pazzamente tesa e sospesa giunge la morte in un'ora strana non annnunciata, non pianificata come un terrificante ospite in eccesso di amicizia che ti sei portato a letto.La morte ci rende tutti angeli e ci mette ali dove avevamo spalle lisce come artigli di corvo."

"Non credere a chi ti dice "ti amo", ma a chi ti guarda negli occhi e tace"




perle di saggezza...di uno sciamano - Jim Morrison

20.5.13

Camille


la differenza tra fortuna e talento









"Chi disse preferisco avere fortuna che talento percepì l’essenza della vita. La gente ha paura di ammettere quanto conti la fortuna nella vita. Terrorizza pensare che sia così fuori controllo. A volte in una partita la palla colpisce il nastro e per un attimo può andare oltre e tornare indietro con un po’ di fortuna va oltre e allora si vince, oppure no e allora si perde.”



dal film Mach Point - Woody Allen 

19.5.13

il vuoto che è dentro di me







Mentre aspetto,
mentre prego
il tempo che passa troppo in fretta,
e poi troppo piano,
mentre piango
lacrima dopo lacrima,
sospiro dopo sospiro,
e singulti
uno dopo l’altro ed uno accanto all’altro,
accavallandosi e sovrapponendosi alle mie parole,
alle parole che non riesco a dire,
alle parole che si mescolano al silenzio
nella torbida solitudine di giorni confusi e deleteri,
mentre aspetto
un saluto, una lettera,
un bacio,
ascolto il vuoto che è dentro di me.



17.5.13

l'amore grande narcotico


Fred Astaire e Eudrey Hepburn




Il fascino che una persona esercita su un’altra non stà in ciò che mostra della sua personalità nell’istante preciso dell’incontro ma nella sintesi del suo intero essere, che rilascia questa droga potente che cattura l’immaginazione e genera il legame.

Non esiste nessun istante di seduzione che non abbia lunghe radici nel passato, nessun istante di seduzione è nato dalla terra nuda, come un incidente casuale di bellezza, ma è la somma di grandi dolori, crescite e sforzi.

Ma l’amore grande narcotico, è la serra in cui tutte le attività sono sbocciate …

Anais Nin - Le quattro stanze del cuore 

Organizzazione




 C’è chi meglio degli altri realizza la sua vita. 
È tutto in ordine dentro e attorno a lui. 
Per ogni cosa ha metodi e risposte. 
È lesto a indovinare il chi il come il dove 
e a quale scopo. 
Appone il timbro a verità assolute, 
getta i fatti superflui nel tritadocumenti, 
e le persone ignote 
dentro appositi schedari. 
Pensa quel tanto che serve, 
non un attimo in più, 
perché dietro quell’attimo sta in agguato il dubbio. 
E quando è licenziato dalla vita, 
lascia la postazione 
dalla porta prescritta. 
A volte un po’ lo invidio - 
per fortuna mi passa.

 Wislawa Szymborska

13.5.13

le affinità d'anima






Accade che le affinità d’anima
non giungano ai gesti e alle parole ma
rimangano effuse come un magnetismo.
É raro ma accade.
Può darsi che sia vera soltanto
la lontananza, vero l’oblio,
vera la foglia secca
più del fresco germoglio.
Tanto e altro può darsi o dirsi.
Comprendo la tua caparbia volontà di
essere sempre assente perché
solo così si manifesta la tua magia.
Innumeri le astuzie che intendo.
Insisto nel ricercarti nel fuscello
e mai nell’albero spiegato, mai nel pieno,
sempre nel vuoto: in quello che
anche al trapano resiste.
Era o non era la volontà dei numi
che presidiano il tuo lontano focolare,
strani multiformi multanimi animali domestici;
fors’era così come mi pareva o non era.
Ignoro se la mia inesistenza appaga il tuo destino,
se la tua colma il mio che ne trabocca,
se l’innocenza é una colpa oppure
si coglie sulla soglia dei tuoi lari.
Di me, di te tutto conosco,
tutto ignoro.



Eugenio Montale

12.5.13

Alda Merini









Tu mi domandi per sempre,
ma io non ho vita continua;
ti nutrirei di attimi soltanto.
Sono l’apparizione che dilegua,
e il tempo che intercorre fra due tappe
è una tregua a favore della morte.
Io vivo nello spazio di un amplesso:
tu stesso mi maturi senza accorgerti
sotto il tepore delle tue carezze…
Ma ti confesso, e credimi:
non c’è forma di donna che continui,
dentro di me, il rovescio dell’amante.




« Sento confusamente tante cose, ma non riesco






« Sento confusamente tante cose, ma non riesco a distinguerle [...] una incertezza anche maggiore si ha nelle scelte quotidiane: nessuna mi attrae abbastanza, e il non scegliere mi è intollerabile, perché sento che bisogna fare qualcosa. Una grande confusione, per l'impossibilità di essere compresi nel parlare di una cosa qualunque nello scrivere nel piangere nel ridere, sempre, per la solitudine abissale, tanto che devi fingere qualcosa per riempirla, fare e dire qualcosa che non serve, perché non si può stare senza fare e senza dire. »
S. Quinzio - Religione e futuro, 1962


vedi qui

Egon Schiele




 



Ritratto di Wally Neuzil – 1912

Coco Chanel








"...Non mi pento di nulla nella mia vita, eccetto di quello che non ho fatto..."



Ribaciami






Ribaciami in uno stelo
di amore
e pensa alla giovinezza che mi
prende e mi ha lasciato sola
per lunghi anni.
  
Alda Merini
  

10.5.13

come un sigillo









Ponimi come un sigillo sul tuo cuore, come un sigillo sul tuo braccio; perché l’amore è forte come la morte, il suo divampare è come il divampare del fuoco, la fiamma di Iah.

 Le molte acque stesse non possono estinguere l’amore, né i fiumi stessi possono travolgerlo.





tratto dal Cantico dei Cantici - cap. 8 - Salomone

8.5.13

l'ombra e la grazia





Salvator Dalì - la morte di Ofelia - 1966


Una persona amata che delude. Gli ho scritto. Impossibile che non mi risponda quel che ho detto a me stessa in nome suo.
Gli uomini ci debbono quel che noi immaginiamo ci daranno. Rimetter loro questo debito.
Accettare che essi siano diversi dalle creature della nostra immaginazione, [...].
Anch'io sono altra da quella che m'immagino essere. Saperlo è il perdono.



Simone Weil - L'ombra e la grazia

7.5.13

L'insonnia è piena di sogni quanto il sonno







E' quasi impossibile descrivere nei loro termini esatti le astruse evoluzioni che si compiono nel nostro cervello. Le parole hanno l'incoveniente di essere più determinate delle idee. Tutte le idee si confondono le une con le altre agli orli; le parole, no. Un certo diffuso aspetto dell'anima sfugge loro sempre.
L'espressione ha delle frontiere, il pensiero non ne ha.




L'uomo che ride - Victor Hugo

Oscar Wilde

Oscar Wilde







se non ci metti troppo...
ti aspetterò tutta la vita....



Il solo fantasma che io abbia visto












Il solo fantasma che io abbia visto
era vestito di pizzo,
non portava sandalo al piede
e camminava come fiocchi di neve

il suo passo era muto ,come l'uccello,
ma rapido,come il cervo,
i suoi modi, antiquati, mosaici,
o magari di vischio

la sua conversazione rara
il suo riso come la brezza
che si disperde in fossette
fra gli alberi pensosi

il nostro colloquio fu transitorio
aveva di me soggezione
e Dio non voglia che io mi guardi indietro
da quell'orribile giorno !
 
 

Emily Dickinson

 

3.5.13

La fascinazione dello stagno





Probabilmente l’acqua era molto alta – di certo il fondo non si vedeva. Intorno ai bordi c’erano ciuffi di giunchi tanto spessi che le loro immagini riflesse creavano un’oscurità come l’oscurità di acque molto profonde. Ma nel mezzo c’era qualcosa di bianco. La grande fattoria ad un miglio di distanza era stata messa in vendita e qualche persona zelante, o forse era lo scherzo di qualche ragazzino, aveva conficcato, su un pezzo di tronco accanto allo stagno, uno dei cartelli che annunciavano la vendita, con cavalli da tiro, attrezzi agricoli e giovenche. Il centro dell’acqua rifletteva il cartello bianco e quando soffiava il vento il centro dello stagno sembrava sventolare e incresparsi come un telo steso ad asciugare. Si potevano seguire nell’acqua le linee dei grossi caratteri rossi con cui era stampato Romford Mill. Nel verde che si allargava in cerchi da una riva all’altra si vedeva un tocco di rosso.
Ma se uno restava seduto tra i giunchi ad osservare lo stagno – gli stagni possiedono uno strano fascino – le lettere rosse e nere e la carta bianca sembravano appoggiate sulla superficie dell’acqua, mentre al di sotto si svolgeva una profonda vita sommersa simile alle elucubrazioni, agli arzigogoli della mente.
In molti dovevano essere venuti qui, da soli, nei giorni, nei secoli, a lasciar cadere i propri pensieri nell’acqua, a porre all’acqua domande, coma accade a noi in questa sera estiva.
Forse era quella la ragione del suo fascino – che custodiva nelle sue acque ogni genere di fantasie, lamentele, confidenze non scritte o pronunciate a voce alta, bensì allo stato liquido, galleggianti l’una sull’altra, quasi disincarnate.
Un pesce ci avrebbe nuotato in mezzo, per essere poi tagliato in due dall’amo di una canna; oppure la luna le avrebbe annullate con la sua grande piastra bianca.
Il fascino dello stagno consisteva nel contenere pensieri lasciati da persone che se ne erano andate e privi dei corpi i loro pensieri vagavano liberamente, cordiali e comunicativi, nello stagno collettivo.
Di tutti questi liquidi pensieri alcuni, per lo spazio di un istante, sembravano combaciare, formando persone riconoscibili.
E nello stagno si vedeva formato un viso rosso baffuto che vi si chinava sopra e lo beveva.
Venni qui nel 1851 dopo l’afa dell’Esposizione Universale. Vidi la regina inaugurarla. E la voce aveva dentro una risatina liquida, di agio, come se l’uomo si fosse tolto gli stivaletti dalla fascia elastica e avesse deposto il cilindro sul bordo dello stagno. Dio, che caldo faceva! E adesso è tutto finito, tutto distrutto, naturalmente, parevano dire i pensieri, ondeggiando tra le canne. Invece io ero una ragazza, cominciò a dire un altro pensiero, scivolando al di sopra del primo silenziosamente e compostamente, come pesci che non si intralciano. Una ragazza innamorata; venivamo qui dalla fattoria (il cartello della sua vendita si rifletteva sul pelo dell’acqua) nell’estate del 1662. I soldati dalla strada non ci videro mai. Faceva molto caldo; ci sdraiavamo qui. Giaceva nascosta fra le canne con il suo amante, ridendo nello stagno e lasciandosi scivolare dentro pensieri di amore eterno, di baci ardenti e di disperazione.
E io fui molto felice qui, disse un altro pensiero, facendo capolino vivacemente sopra la disperazione della ragazza (si era annegata). Venivo qui a pescare; non siamo mai riusciti a prendere la carpa gigante, ma una volta l’abbiamo vista – il giorno in cui Nelson combatté a Trafalgar. Parola mia, la vedemmo sotto il salice! Che mostro era! Dicono che non venne mai catturata.
Ahinoi, sospirò una voce, scivolando sopra la voce del ragazzo. Una voce così triste doveva provenire proprio dal fondo dello stagno. Risaliva da sotto le altre come fa un cucchiaio che solleva tutto quel che c’è in una tazza d’acqua. Era la voce che tutti volevamo ascoltare. Tutte le altre voci scivolarono dolcemente da una parte dello stagno per ascoltare la voce che sembrava così triste – che di sicuro doveva conoscere la ragione di tutto questo. E tutte volevano sapere.
Allora ci si avvicina allo stagno e si scostano le canne per vedere più giù, attraverso le immagini riflesse, attraverso i volti, attraverso le voci, fino nel fondo. Ma là, sotto l’uomo che era stato all’Esposizione e la ragazza che si era annegata e il ragazzino che aveva visto il pesce e la voce che gridava ahinoi, c’era pur sempre qualcosa d’altro. C’è sempre un altro volto, un’altra voce. Giungeva un pensiero e ricopriva l’altro. Perché sebbene vi siano momenti in cui sembrerebbe che un cucchiaio stia per sollevarci tutti alla luce del giorno, i nostri pensieri e desideri e confessioni e disillusioni, chissà come il cucchiaio scivola sempre giù e noi rifluiamo di nuovo oltre il bordo dentro lo stagno. E ancora una volta tutta la parte centrale viene ricoperta dal cartello che annuncia la vendita della fattoria di Romford Mill. Per questo forse ci piace tanto restare seduti a guardare gli stagni.


Virginia Woolf

Tumultuare temporalesca



"Orientata su di te la mia anima ti sente tumultuare temporalesca, nella fossetta del tuo collo la mia stella apprende come si sprofonda e ci s'invera, io la ripesco con le dita - vieni, spiegati con lei, oggi stesso".








Paul Celan

Rainer Maria Rilke







Non posso ricordare. Ma quei momenti
puri dureranno in me come
in fondo a un vaso troppo pieno.
Non penso a te, ma sono per amore tuo
e questo mi dà forza.
Non ti invento nei luoghi
che adesso senza te non hanno senso.
Il tuo non esserci è già caldo di te,
ed è più vero, più del tuo mancarmi.
La nostalgia spesso non distingue.
Perché cercare allora se il tuo influsso
già sento su di me lieve
come un raggio di luna alla finestra.






Non penso a te




2.5.13

Emily Dickinson








L’acqua è insegnata dalla sete.
La terra, dagli oceani attraversati.
La gioia, dal dolore.
La pace, dai racconti di battaglia.
L’amore da un’impronta di memoria.
Gli uccelli, dalla neve.

1850