24.4.13

Wislawa Szymborska











"...Deve essere a scelta. Cambiare, purchè niente cambi. E' facile, impossibile, difficile, ne vale la pena. Ha gli occhi, se occorre, ora azzurri , ora grigi, neri, allegri, senza motivo pieni di lacrime..."




estratto da "ritratto di donna" da 'Elogio dei sogni'

Fernando Pessoa



Che noi si scriva, si parli o solo si sia visti
rimaniamo evanescenti. E tutto il nostro essere
non può in parola o in volto giammai trasmutarsi.
L’anima nostra è da noi immensamente lontana:
per quanta forza si imprima in quei nostri pensieri,
mostrando l’anime nostre con far da vetrinisti,
indicibili i nostri cuori pur sempre rimangono.

Per quanto di noi si mostri continuiamo ignoti.
L’abisso tra le anime non può esser collegato
da un miraggio della vista o da un volo del pensiero.
Nel profondo di noi stessi restiamo ancora celati
quando al nostro pensiero dell’essere nostro parliamo.
Siamo i sogni di noi stessi, barlumi di anime,
e l’un per l’altro resta il sogno dell’altrui sogno.


Fernando Pessoa

22.4.13

Cesare Pavese





L'arte di sviluppare i motivetti per risolverci a compiere le grandi azioni che ci sono necessarie. L'arte di non farci mai avvilire dalle reazioni altrui, ricordando che il valore di un sentimento è giudizio nostro poiché saremo noi a sentircelo, non chi interviene. L'arte di mentire a noi stessi sapendo di mentire. L'arte di guardare in faccia la gente, compresi noi stessi, come fossero personaggi di una nostra novella. L'arte di ricordare sempre che, non contando noi nulla e non contando nulla nessuno degli altri, noi contiamo più di ciascuno, semplicemente perché siamo noi. L'arte di considerare la donna come la pagnotta: problema d'astuzia. L'arte di toccare fulmineamente il fondo del dolore, per risalire con un colpo di tallone. L'arte di sostituire noi a ciascuno, e sapere quindi che ciascuno si interessa soltanto di sé. L'arte di attribuire qualunque nostro gesto a un altro, per chiarirci all'istante se è sensato.




L'arte di essere solo - da Il mestiere di vivere







Anileda Xeka







Tu eri la luce che entrava tra le fessure dei miei ieri e non ti afferravo. Mille petali aveva il tuo sorriso. Aveva mille arcobaleni il volto delle cose ancora senza nome. tu c’eri da quando c’ero anch’io senza ch’io sapevo, senza che tu sapevi. Ti ho baciato con le labbra del mio pensiero.  




19.4.13

Victoria Ocampo a Rabindranath Tagore


Victoria Ocampo a Rabindranath Tagore



San Isidro, 6 gennaio 1925

Caro Gurudev, ieri sono andata a casa tua - Miralrio. Lo ammetto, non è stata una cosa molto saggia. Il tramonto faceva capolino sopra la scala e sapevo che mi stava aspettando nella tua stanza vuota.
Uno spaventoso senso di solitudine mi ha perseguita da quando ho lasciato te e la Giulio Cesare, e speravo di raccogliere alcune briciole della mia recente felicità nella casa dove avrei vissuto. Ma le cose non possono confortare. Rendono tutto peggio. Mi nacque nel cuore un tale desiderio di te, una tale nostalgia ( che non poteva essere placata ) per tutto quello che avevo avuto e che avevo perso, che non potei sopportarlo. Il vuoto del mio cuore si ripeteva nei muri, negli alberi, nel fiume e nel cielo. Non c'era vita da nessuna parte. E poi, come per ridere di me per contrasto, sopravvenne un vivido ricordo di vita, di te, nella casa e nel giardino.Fugii come una codarda, ma la desolazione non mi abbandonava. Mi segui passo passo. Invano ho tentato di immaginare che non te ne eri realmente andato. Non è servito.
In questo mortale senso di solitudine volevo pietà e pietà non venne da nessuna parte.
Spero di uscire da questa nuvola di disperazione. So che è sbagliato essere incapaci di pensieri se non dolorosi.: Ma se sapessi tutto quello che significhi per me, scuseresti la mia debolezza.
Ho cominciato a tradurre Red Oleanders. Ieri ho ricevuto una lettera dal mio amico Rostan, il professore francese. Mi chiede di scivere alcuni saggi sulla letteratura spagnola contemporanea ( in francese naturalmente ) , perchè in Francia la letteratura spagnola contemporanea è poco conosciuta. Gli ho risposto che Red Oleanders è il mio solo pensiero, ora, e che deve essere molto severo nel giudicare la mia traduzione. Mi piacerebbe che tu lo incontrassi presto. Quando la mia traduzione sarà finita gli chiederò di scriverti e di dirti quello che pensa e se gli piace o no.


Caro Gurudev, che sfortuna non essere potuta venire in Europa con te, ora. Che grande sfortuna ! Spero che qualche beneficio ne deriverà e che sarò portata dal mio attuale stato di infelicità a fare qualche lavoro non completamente indegno e che l'amore che riempe il mio cuore fino a scoppiare mi aiuti.
Per tutto quello che mi hai dato, non sarò mai capace di spiegarti quanto veramente grata io ti sono.
Bacio le tue mani, Gurudev.
Vijaya





Prima di incontrarlo, Victoria Ocampo 1890-1979, conosceva già gli scritti di Tagore. e l'incontro segna solo il momento in cui si innamorerà di lui. Ne seguirà la vita e le opere fino alla sua scomparsa.


18.4.13

Franz Kafka


"...Amore è il fatto che tu sei per me il coltello con cui frugo dentro me stesso..."

Franz Kafka - a Milena




Prima di Milena ci furono altre donne nella vita di Kafka, ma nessun'altra riuscì a scandagliare così in profondità l'animo di un uomo costretto all'ascesi non per vocazione o come scelta di un atto eroico, bensì per la sua incapacità di scendere a compromessi. Queste Lettere a Milena sono la cronistoria di un amore complesso, profondo e che già prima di iniziare sembrava destinato a finire.

Alda Merini







Io sono la tua carne, la carne eletta del tuo spirito. Non potrai mai visitarmi nel giorno prima che il puro lavacro del sogno mi abbia incenerita per restituirmi a te in pagine di poesia, in sospiri di lunga attesa. Temo per il mio dolore, come se la tua dolcezza potesse farlo morire e privarmi cosi' di quel paesaggio misterioso che sono i ricordi. Sono piena di riti e della logica dei ricordi che viene dopo, quando si affaccia alla mia vita il rendiconto della verita' giornaliera, il sogno affogato nell'acqua. Sono misteriosa come tutti, ogni mio movimento è un miracolo e tu lo sai, ma il grande passo che io posso fare è quello di venire da te (un viaggio infinito senza ristoro, forse un viaggio che mi porterebbe a morire perchè io sono il canto e la lunga strada). 


 Il canto muore, va a morire nelle viscere della terra perche' io sono la misura del tuo grande spettacolo di uomo; sono lo spettatore vivo delle tue rimembranze ma anche l'insetto, l'animale che sogna e che divora. Prima della poesia viene la pace,un lago sempiterno e pieno sopra il quale non passa nulla,neanche un veliero;prima della poesia viene la morte, qualche cosa che balza e rimbalza sopra le acque; Il lungo cammino di una folla di genio e di milizia che porta lontano,ma io e te siamo solicome se fossimo stati creati primi e per la prima volta; Io e te siamo riemersi dal fango della folla e giornalmente tentiamo di rimanere soli in questa risma di carte che è il grande spettacolo dei vivi. Io e te siamo esangui, senza voglia di finire questo incantesimo. Incolori e indomiti,siamo soli nel limbo del nostro piacere perchè io e te siamo pieni di amore carnale, io e te.


La carne e il sospiro

16.4.13

Alda Merini





Man Ray - Venere restaurata





A tutte le donne
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.








12.4.13

Stéphane Mallarmé







La mia anima sale, o placida sorella,
Al cielo errante della tua angelica pupilla
E alla tua fronte, dove, giuncato di rossore,
Sogna un autunno, come nell’antico pallore
D’un parco un getto d’acqua sospira su all’Azzurro!
- Verso il tenero Azzurro d’Ottobre mite e puro
Che guarda in grandi vasche la sua malinconia
E lascia, su acque morte, dove, fulva agonia
Le foglie errano al vento tracciando un freddo viaggio,
Il sole trascinarsi giallo col lungo raggio.




Sospiro

11.4.13

Marguerite Duras



girl in black- E.Schiele




Un'ultima frase, dice l'attore, sarebbe stata detta prima del silenzio. Presumibilmente, sarebbe stata detta da lei, per lui, durante l'ultima notte del loro amore. Si sarebbe riferita all'emozione che si prova a volte nel riconoscere ciò che non si conosce ancora, all'impaccio in cui ci si trova nel non poter esprimere questo impaccio a causa della sproporzione delle parole, della loro povertà davanti all'enormità del dolore.

Occhi blu capelli neri 

Marceline Desbordes -Valmore









Non scrivere. Sono triste, e vorrei spegnermi
Le belle estati senza di te, sono come una notte senza una luce
Ho richiuso le mie braccia, non possono raggiungerti,
e bussare al mio cuore è come bussare su una tomba.
Non scrivere!
Non scrivere. Impariamo a morire per noi stessi.
Non chiedo che a Dio, che a te, se ti amavo!
Nel profondo della tua assenza, ascoltare che tu mi ami
è comprendere il cielo senza mai salirci.
Non scrivere!
Non scrivere. Ho paura di te, ho paura della mia memoria:
ha conservato la tua voce che spesso mi chiama.
Non mostrare la acque di fonte a chi non la può bere.
Una cara scrittura è un ritratto vivente.
Non scrivere!
Non scrivere quelle dolci parole che non oso più leggere:
sembra che la tua voce le versi sul mio cuore;
che le veda bruciare attraverso il tuo sorriso;
sembra che un bacio le imprima sul mio cuore.
Non scrivere!



Marceline Desbordes -Valmore - Gli amanti separati

Cesare Pavese








Sarà un volto chiaro.
S'apriranno le strade
sui colli di pini
e di pietra....
I fiori spruzzati
di colore alle fontane
occhieggeranno come
donne divertite: Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.


Primavera


10.4.13

Charles Baudelaire



La natura è un tempio dove vive colonne
lasciano a volte uscire confuse parole;
l’uomo vi passa attraverso foreste di simboli
che lo osservano con sguardi familiari.
Come lunghi echi che da lontano si fondono
in una tenebrosa e profonda unità,
vasta come la notte e come il chiarore,
i profumi, i colori e i suoni si rispondono.

Ci sono profumi freschi come carni di bimbi,
dolci come oboi, verdi come praterie,
e altri corrotti, ricchi e trionfanti,
che hanno l’espansione delle cose infinite,
come l’ambra, il muschio, il benzoino e l’incenso,
che cantano il trasporto dello spirito e dei sensi.





Marc Chagall





[Marc+Chagall+Birthday.jpg]


Birthday 1915 - Oil on cardboard
MoMa - New York




" I miei quadri parlavano forse di una visione del sogno, di una condizione che era al di fuori del soggetto e dell'occhio " 

M. Chagall

Anna Achmatova






Non so se sei vivo
o sei perduto per sempre,
se posso ancora cercarti nel mondo
o ti debbo piangere mestamente
come morto nei pensieri della sera.
Ti ho dato tutto: la quotidiana preghiera
e la struggente febbre dell’insonnia,
lo stormo bianco dei miei versi
e l’azzurro incendio degli occhi.
Nessuno mi è stato più intimo di te,
nessuno mi ha reso più triste,
nemmeno chi mi ha tradita fino al tormento,
nemmeno chi mi ha lusingata e poi dimenticata.



8.4.13

Emily Dickinson



Era come se le strade precipitassero
poi fu l'immobilità
Eclisse: tutto ciò che era dato di vedere alla finestra. 
Terrore: tutto ciò che provavamo. 
A poco a poco i più coraggiosi uscirono piano 
allo scoperto, per vedere se il Tempo c'era ancora
La natura indossava un grembiule d'opale, 
e impastava aria più pura...








David Grossman









...Io ormai non faccio più l'amore con lei, non è possibile definire i nostri rapporti "fare l'amore", comunque non è più come un tempo. Era così bello allora, prima che tutto cominciasse. Negli ultimi anni tra lui ed Elisheva si era stabilita un'intesa silenziosa, Shaul non ricorda nemmeno quando tutto questo fosse iniziato e si fosse trasformato in una specie di abitudine. Ora vanno a dormire come di consueto, con il solito sentimento di affetto dolce e apprensivo, leggono un po', si augurano la buona notte e si addormentano. A metà notte, però, verso le tre o le quattro, mentre sono completamente immersi nel sonno, si avvicinano l’uno all’altra a occhi chiusi, si abbracciano disperatamente, persino con violenza, come due estranei che si incontrano in un sogno. Rubano nel buio e vengono derubati, senza tenerezza, con una passione impetuosa. Gemono, graffiano, lucidi di sudore. Si sbranano a vicenda proprio per il fatto di sentirsi estranei. Poi si staccano, si addormentano profondamente e la mattina dopo non si dicono una parola su quanto è successo. Si scambiano solo un’occhiata rapida e imbarazzata, come se entrambi si rivedessero: due lupi che lottano, ringhiando e mugolando, per chi si accaparrerà il lembo più grande di piacere. C’è sempre un senso di colpa distorto in quell’occhiata, come se non avessero fatto l’amore. Poi seguono altre notti di nulla e all’improvviso si lanciano di nuovo l’uno contro l’altra nel sonno...

 

Col corpo capisco





4.4.13

Anaïs Nin







"E venne il giorno
in cui il rischio di rimanere chiuso in un bocciolo
divenne più doloroso del rischio di sbocciare"

Sylvia Plath






Viverla
come dono e disinganno
come premio e martirio
possessione ed estasi
viverla
come illusione e vacanza
come condanna e tormento
malattia e preghiera
semplicemente viverla
se non fosse che è lei
a rubarti la vita.




29.3.13

Emily Dickinson








Il presagio è quell'ombra che si allunga sul prato,
indice di tramonti,

ad avvertire l'erba sbigottita
che su lei presto scenderà la notte.



1863

Balthus


Ragazza che dorme - 1943



Balthazar Klossowsky de Rola nasce a Parigi il 29 febbraio 1908. Nel panorama artistico francese emerge la figura di questo pittore di origine polacca, chiamato Balthus. Cresciuto nel seno di una famiglia che aveva rapporti col mondo dell'arte, cominciò la carriera di pittore e illustratore come autodidatta, anche se Derain e Bonnard lo influenzarono molto direttamente.
Oggi in un clima di rivalutazione delle figure poste al margine dei movimenti dominanti, Balthus è considerato un artista importante ed è stato oggetto di molte mostre retrospettive. Nelle opere di questo artista si nota che le figure e la strutturazione dello spazio sono trattati alla maniera di Piero della Francesca o di artisti come Poussin e Coubert. Balthus ha dipinto numerose scene di interni, spesso con giovani adolescenti trattate con erotismo enigmatico.



27.3.13

Blaga Dimitrova




Ma viene l'attimo quando
alla porta bussa il Destino
con la tua stessa mano.

Non puoi non aprirgli.
E mette in fuga il silenzio
con la voce tua.

Quel che è scritto per te -
con calligrafia incerta
sarai tu stessa a scriverlo.

Se per paura lo cancelli,
cancellerai il tuo volto
con il gesto tuo.

Il Destino prende dimora in te.
E dove potrai fuggire, tu,
più lontano dalla tua pelle?



Il Destino

John Everett Millais





Mariana - 1851


Alessandro Baricco







C'era un uomo che partiva, viaggiava, e quando tornava, prima di lui arrivava un gioiello, in una scatola di velluto. La donna che lo aspettava apriva la scatola, vedeva il gioiello e allora sapeva che sarebbe tornato. La gente credeva che fosse un regalo, un prezioso regalo per ogni fuga. Ma il segreto era che il gioiello era sempre lo stesso. Cambiavano le scatole ma lui era sempre quello. Partiva con l'uomo, restava con lui ovunque andasse, passava di valigia in valigia, di città in città, e poi tornava indietro. Veniva dalle mani della donna e lì ritornava, esattamente come l'orologio ritornava nelle mani dell'Ammiraglio. La gente credeva che fosse un regalo, un prezioso regalo per ogni fuga. Invece era ciò che custodiva il filo del loro amore, nel labirinto di mondi in cui l'uomo correva, come un'incrinatura lungo un vaso. Era l'orologio che contava i minuti del tempo anomalo,e unico, che era il tempo del loro volersi. Tornava indietro prima di lui perchè lei sapesse che dentro colui che stava arrivando non si era spezzato il filo di quel tempo. Così l'uomo arrivava, infine, e non c'era bisogno di dir nulla, di chiedere nulla, nè di sapere. L'istante in cui si vedevano era, per tutt'e due, ancora una volta, lo stesso istante.



Castelli di rabbia
 

26.3.13

Alejandra Pizarnik







Qualcosa cadde nel silenzio.
La mia ultima parola fu io
ma mi riferivo all’alba luminosa.




Giuseppe Ungaretti




Guido Cagnacci - Maddalena svenuta 1663



I giorni e le notti
suonano
in questi miei nervi
d’arpa
vivo di questa gioia
malata di universo
e soffro
di non saperla
accendere
nelle mie
parole.


25.3.13

Amalia Guglielminetti










 
Dentro le vene la malinconia
s’insinua, ed è un morbo sonnolento
cui giova non trovar medicamento,
uno stupor di morbida follia.

Il desiderio più tenace svia


Sibilla Aleramo a Dino Campana







Chiudo il tuo libro, snodo le mie trecce, o cuor selvaggio, musico cuore…con la tua vita intera sei nei miei canti. Come un addio a me. Smarrivamo gli occhi negli stessi cieli, meravigliati e violenti con stesso ritmo andavamo,  liberi singhiozzando, senza mai vederci, né mai saperci, con notturni occhi. Or nei tuoi canti la tua vita intera è come un addio a me. Cuor selvaggio, musico cuore, chiudo il tuo libro, le mie trecce snodo.


25-7-1916