Ti porto in me come il mare
un tesoro affondato.
Sei il lievito, il segreto
d’ogni mio male,
o amore a cui non credo.
Amore che mi segui
oltre ogni limite,ovunque,
come un cane fedele
segue un padrone ingrato.
Ti fuggo invano.
Poi che meno ti penso più mi opprimi,
rimorso, celato affanno.
Tu certo un giorno mi raggiungerai
nella morte.
Là, riposato e cheto, il tuo buon Genio
mi assisterà.
Voglio dormire all’ombra
del suo tremendo sorriso.
Vincenzo Cardarelli