24.4.17

Ezra Pound


img Francesca Woodman




L'albero m'è penetrato nelle mani,
La sua linfa m'è ascesa nelle braccia,
L'albero m'è cresciuto nel seno -
Profondo,
I rami spuntano da me come braccia.

Sei albero,
Sei muschio,
Sei violette trascorse dal vento -
Creatura - alta tanto - tu sei,
E tutto questo, è follia al mondo.


Ezra Pound






Massimo Bisotti



Volevo dirti che sto bene in ogni posto ma non sono al posto giusto se non ci sei tu. Che ti regalerei anche i momenti estremi in cui ho bisogno di scappare dal mondo, quelli che sono aria per me, esigenza. E se ci perderemo, non ti perderò e non mi perderai. Perché alla fine io lo so e tu lo sai. Ci sono tramonti che non tramontano mai.

- Massimo Bisotti






Aleksandr Sergeevič Puškin




Non c'è scopo davanti a me:
il cuore è vuoto, vana la mente,
e mi opprime d'angoscia
il monotono rumore della vita”

- Aleksandr Sergeevič Puškin  - “45. 26 Maggio 1828″ - da Poesie


Giorgio Caproni








“Ah poesia, poesia.
Tristissima copia
di parole, e fuga
dell’anima mia.”

— Giorgio Caproni - Sospiro


Mario Luzi



Lasciami, non trattenermi
nella tua memoria
era scritto nel testamento
ed era un golfo
di beatitudine nel nulla
o un paradiso
di luce e vita aperta
senza croce di esistenza
che sorgeva dalle carte
ammuffite nello scrigno.
E lei non ne fu offesa,
le nascevano, né sentì prima rimorso
e poi letizia, impensate latitudini
nelle profondità del desiderio,
ecco, la trascinava
una celestiale oltremisura
fuori di quella ministoria, oh grazia.
Si scioglievano
l’uno dall’altro i due
e ogni altro compresente,
si perdevano sì,
però si ritrovavano
perduti nell’infinito della perdita –
era quello il sogno umano
della pura assolutezza.

Mario Luzi - Lasciami, non trattenermi -  Poesie ultime

Mariangela Gualtieri



Non sono capace, amore, di farti un canto.
Tu sei tutto di spine e di fuoco
e mi tieni lontana dal tuo cuore
pericoloso. Io non so bastarti alla gioia
e così poco così poco mi pare
t’incanto, sollevo quell’ombra scontrosa
che tu sei tutto d’amaro e furore
tu sei in urto e sperdimento
mio velocista, mio primatista del cuore
mio barbarico ragazzo di vento
mio torrente furioso
arrivi alla mia acqua quieta
con onde e sonagli e pepite d’oro.
Vecchio fiume saremo un bel giorno io e te,
io acqua e tu moto, io sponda e tu vento,
io pioggia e tu lampo,
io pesce e tu guizzo d’argento
io luna riflessa, tu cielo tu spada
d’Orione, tu tutto l’amore umano
che tento che tento
d’amarti per bene
mio grembo splendenza.
E tu prendimi
portami con te
come un incendio
nelle tue abitudini.

-  Mariangela Gualtieri - da Senza polvere, senza peso


Arnaldo da Coverciano





E il tempo passa come una musica solenne in una giornata
di sole
Muovo passi di danza tra le foglie cadute scosse dal vento
e come il vento siamo visibili nella polvere che solleviamo

- Polvere noi siamo - Arnaldo da Coverciano da "Linee di Confine"







Cesare Pavese



....L’avresti saputo
come un giorno lontano sapevi che un corpo
era steso al tuo fianco....

Cesare Pavese


Ride ancora il tuo corpo all’acuta carezza
della mano o dell’aria, e ritrova nell’aria
qualche volta altri corpi? Ne ritornano tanti
da un tremore dei sangue, da un nulla. Anche il corpo
che si stese al tuo fianco, ti ricerca in quel nulla.

Era un gioco leggero pensare che un giorno
la carezza dell’aria sarebbe riemersa
improvviso ricordo nel nulla. Il tuo corpo
si sarebbe svegliato un mattino, amoroso
del suo stesso tepore, sotto l’alba deserta.
Un acuto ricordo ti avrebbe percorsa
e un acuto sorriso. Quell’alba non torna?
Si sarebbe premuta al tuo corpo nell’aria
quella fresca carezza, nell’intimo sangue,
e tu avresti saputo che il tiepido istante
rispondeva nell’alba a un tremore diverso,
un tremore dal nulla. L’avresti saputo
come un giorno lontano sapevi che un corpo
era steso al tuo fianco.
Dormivi leggera
sotto un’ aria ridente di labili corpi,
amorosa di un nulla. E l’acuto sorriso
ti percorse sbarrandoti gli occhi stupiti.
Non è più ritornata, dal nulla, quell’alba?

Cesare Pavese - Sogno


Vincenzo Cardarelli



La vita io l’ho castigata vivendola.
Fin dove il cuore mi resse
arditamente mi spinsi.
Ora la mia giornata non è più
che uno sterile avvicendarsi
di rovinose abitudini
e vorrei evadere dal nero cerchio.
Quando all’alba mi riduco,
un estro mi piglia, una smania
di non dormire.
E sogno partenze assurde,
liberazioni impossibili.
Oimè. Tutto il mio chiuso
e cocente rimorso
altro sfogo non ha
fuor che il sonno, se viene.
Invano, invano lotto
per possedere i giorni
che mi travolgono rumorosi.
Io annego nel tempo.

- Vincenzo Cardarelli - Poesie



Nelly Sachs



Nulla
sulle acque
è già sospesa a un battito di ciglia
la geometria di un cigno
radicata nell’acqua
s’inerpica
e si china nuovamente
inghiottendo polvere
e misurando con l’aria
l’universo.

– Nelly Sachs - Il Cigno da L’altro sguardo – Antologia delle poetesse del ‘900, Oscar Mondadori

Cesare Pavese


Cesare Pavese - ultimi versi - poesia del 4 sett. 1927


Insonnia - Arnaldo da Coverciano






La luce era accesa al settimo del cielo e dentro c'ero io.
Lassù in quel piano di solitudine, pur di restare sveglio,
planavo sullo scivolo delle mie emozioni,
sublimando nello scorrere del tempo.

- Insonnia - Arnaldo da Coverciano da "Linee di Confine"



Antonia Pozzi


La mia vita era come una cascata
inarcata nel vuoto;
la mia vita era tutta incoronata
di schiumate e di spruzzi.
Gridava la follia d’inabissarsi
in profondità cieca;
rombava la tortura di donarsi,
in veemente canto,
in offerta ruggente,
al vorace mistero del silenzio.
Ed ora la mia vita è come un lago
scavato nella roccia;
l’urlo della caduta è solo un vago
mormorio, dal profondo.
Oh, lascia ch’io m’allarghi in blandi cerchi
di glauca dolcezza:
lascia ch’io mi riposi dei soverchi
balzi e ch’io taccia, infine:
poi che una culla e un’eco
ho trovate nel vuoto e nel silenzio.


Antonia Pozzi - Vicenda d'acqua - Milano, 28 novembre 1929


17.4.17

appunti di_versi Marilyn Monroe





Di tanto in tanto
faccio delle rime
ma non prendetevela
con me.
All'inferno, so benissimo
che non si vende;
quel che voglio dire
è quel che ho in testa.
Dipingere i piatti
dipingere i desideri
con i pensieri
che volano via
prima che muoia
e pensare
con l'inchiostro.

Quel che ho dentro nessuno lo vede
ho pensieri bellissimi che pesano
come una lapide.
Vi supplico, fatemi parlare!

Sono orribile
ma datemi tempo
mi truccherò la faccia
ci metterò sopra
qualcosa di splendente
e sarò di nuovo
Marilyn Monroe.
  
 Trentacinque anni vissuti con un corpo estraneo
trentacinque anni
con i capelli tinti
trentacinque anni
con un fantoccio.
Ma io non sono Marylin
io sono Norma Jean Baker
perché la mia anima
vi fa orrore
come gli occhi delle rane
sull' orlo dei fossi?

Non piangere bambola mia
ora ti prendo e ti cullo nel sonno...
Aiuto, aiuto,
aiuto, sento la vita avvicinarsi
mentre
tutto quello che voglio è morire.
(Morirei se potessi)

Come son belli
quegli uccelli che volano.
Perché li uccidono?
Un uccello non ha scampo
quando vola.
E' crudele uccidere chi
non ha scampo.

Il mio involucro invecchia
ma io devo ancora nascere.

sono alcuni stralci tratti da "Paralleli", "Marilyn" - anno 2° - n. 8 - edit.Domus - 1992


la carezza che non trovo più





È rimasta laggiù, calda, la vita,
l'aria colore dei miei occhi, il tempo
che bruciavano in fondo ad ogni vento
mani vive, cercandomi...

Rimasta è la carezza che non trovo

più se non tra due sonni, l'infinita
mia sapienza in frantumi. E tu, parola
che tramutavi il sangue in lacrime.

Nemmeno porto un viso

con me, già trapassato in altro viso
come spera nel vino e consumato
negli accesi silenzi...

Torno sola

tra due sonni laggiù, vedo l'ulivo
roseo sugli orci colmi d'acqua e luna
del lungo inverno. Torno a te che geli

nella mia lieve tunica di fuoco.


Cristina Campo 

 

Sylvia Plath - I tulipani










I tulipani sono troppo eccitabili, qui è inverno.
Guarda come è tutto bianco, quieto, coperto di neve.
Sto imparando la pace, distesa quietamente, sola
Come la luce posa su queste pareti bianche, questo letto,
queste mani.
Io non sono nessuno, io non ho nulla a che fare con le esplosioni.
Io ho consegnato il mio nome e i miei vestiti alle infermiere,
la mia storia all’anestesista e il mio corpo ai chirurghi. 
Mi hanno sistemato la testa tra il cuscino e il risvolto del lenzuolo.
Come un occhio tra due palpebre bianche che non vogliono
chiudersi.
Stupida pupilla, deve assorbire tutto.
Le infermiere passano e ripassano, non disturbano,
passano come gabbiani diretti nell’interno, in cuffia bianca,
facendo cose con le loro mani, ciascuna identica all’altra,
sicchè è impossibile dire quante sono.
Il mio corpo è un ciottolo per loro, lo accudiscono come
l’acqua
accudisce i ciottoli su cui deve scorrere, lisciandoli piano.
Mi portano il torpore nei loro aghi lucenti, mi portano
Il sonno.
Ora che ho perso me stessa sono stanca di bagagli,
la mia ventiquattrore di vernice come un nero portapillole,
mio marito e mia figlia che sorridono dalla foto di famiglia;
i loro sorrisi mi si agganciano alla pelle, piccoli ami sorridenti.
Ho lasciato scivolare via le cose, un cargo di trent’anni
Ostinatamente aggrappata al mio nome e al mio indirizzo.
Con l’ovatta mi hanno ripulito dei miei legami affettivi.
Impaurita e nuda sulla barella col cuscinio di plastrica verde,
ho visto il mio servizio da te, i cassettoni della biancheria,
i miei libri
affondare e sparire e l’acqua mi ha sommerso.
Sono una suora adesso, non sono mai stata così pura.
Io non volevo fiori, volevo solamente
Giacere con le palme arrovesciate ed essere vuota, vuota.
Come si è liberi, non ti immagini quanto.
E’ una pace così grande che ti stordisce,
e non chiedo nulla, una targhetta col nome, poche cose.
E' a questo che si accostano i morti alla fine; li immagino
Chiudervi sopra la bocca come un’ostia della Comunione.
Sono troppo rossi  anzitutto questi tulipani, mi fanno male.
Li sentivo respirare già attraverso la carta, un respiro
Sommesso, attraverso le fasce bianche, come un neonato
spaventoso.
Il loro rosso parla alla mia ferita. Vi corrisponde.
Sono subdoli: sembrano galleggiare e invece sono un peso,
mi agitano con le loro ligue improvvise e il loro colore,
dodici rossi piombi intorno al collo.
Nessuno mi osservava prima, ora sono osservata.
I tulipani si volgono verso di me, e dietro di me la finestra
Dove una volta al giorno la luce si allarfa lenta e lenta
si assottiglia,
e io mi vedo, piatta, ridicola, un’ombra di carta ritagliata
tra l’occhio del sole e gli occhi dei tulipani,
e non ho volto, ho voluto cancellarmi.
I vividi tulipani mangiano il mio ossigeno.
Prima del loro arrivo l’aria era abbastanza calma,
andava e veniva, un respiro dopo l’altro, senza dar fastidio.
Poi  i tulipani l’hanno riempita come un frastuono.
Adesso l’aria s’impiglia e vortica intorno a loro così come un fiume
s’impiglia e vortica intorno ad un a un motore affondato rosso di ruggine.
Concentrano la mia attenzione che era felice
di vagare e riposare senza farsi coinvolgere.
Anche le pareti sembrano riscaldarsi.
I tulipani dovrebbero essere in gabbia come animali pericolosi,
si aprono come la bocca di un grande felino Africano,
e io mi accorgo del mio cuore: apre e chiude
il suo calice di petali rossi per l’amore che mi porta.
L’acqua che sento sulla lingua è calda e salata, come il mare
e viene da un paese lontano quanto la salute.

Sylvia Plath
18 marzo 1961 [Tulipani - da Lady Lazarus e altre poesie - Sylvia Plath]



Sylvia Plath, scrisse questa poesia, dopo essere stata ricoverata per un'operazione, in ospedale. La compose con molta fretta, come era solito fare, forse sapeva inconsciamente di avere poco tempo ancora.







Arthur Rimbaud


Là dai suffragi umani
Dagli slanci comuni
Tu ti disciogli
E voli a caso

 ~ Arthur Rimbaud

Franz Kafka




Il sogno è l’ultima notizia che possiedo di te.

- Franz Kafka - Lettere a Milena


Izet Sarajlić



Ancora una notte in cui ti perdo
ancora una notte
ancora
una notte.

Izet Sarajlić - Ancora una notte



Antonio Machado



Tutto nelle nostre anime è governato da una mano misteriosa. Incomprensibili, mute, nulla sappiamo delle anime nostre. Le più profonde parole del sapiente c’insegnano quello che ci insegna il sibilo del vento quando soffia, o il suono dell’acqua quando scroscia.
Antonio Machado - Renacimiento - in Soledades -  galerias y otros poemas, LXXXVIII, Madrid 1909

Eschilo



Io tolsi ai mortali la preveggenza della propria morte. -
- E quale rimedio trovasti a questa malattia? -
- Insinuai in loro cieche speranze.—

Eschilo - Prometeo Incatenato





Charles Dickens




Sei in tutte le righe che ho letto.

— Charles Dickens - Grandi Speranze



Enigma - Arnaldo da Coverciano



Io sono...
un passo di danza
Un'onda divagante
nella coda del vento
Sono germoglio sulla pietra
Schiaffo sull'acqua
Schianto nella notte
Profumo d'oriente
su un giaciclio disfatto
Tensione magmatica
nella quiete del tramonto
Sono sentiero nella pioggia
sono prendere o lasciare
ambrosia e cianuro
collera e carezza
sono sogno e son desto
sono vedetta all'albero maestro
Sono un poeta
un'emozione
sono domanda o sono risposta?!?
Sono l'enigma di me stesso.

Arnaldo da Coverciano - Enigma - Linee di Confine


Wislawa Szymborska



Sopra il foglio bianco si preparano al balzo
lettere che possono mettersi male,
un assedio di frasi
che non lasceranno scampo.
[…]
Altre leggi, nero su bianco, vigono qui.
Un batter d'occhio durerà quanto dico io,
si lascerà dividere in piccole eternità
piene di pallottole fermate in volo.
Non una cosa avverrà qui se io non voglio.
[…]
C'è dunque un mondo
di cui reggo le sorti indipendenti?
Un tempo che lego con catene di segni?
Un esistere a mio comando incessante?
La gioia di scrivere.
Il potere di perpetrare.
La vendetta di una mano mortale.

- Wislawa Szymborska - La gioia di scrivere


Guy de Maupassant



La parola abbaglia e inganna perché è mimata dal viso, perché la si vede uscire dalle labbra, e le labbra piacciono e gli occhi seducono. Ma le parole nere sulla carta bianca sono l'anima messa a nudo.

- Guy de Maupassant - Il nostro cuore






24.3.17

Giuseppe Ungaretti




“Mi sento diffuso in un bacio che mi consuma e mi calma”

- Giuseppe Ungaretti

Carlos Marzal






Che altre vite più profonde soffochino la mia nostalgia
e che il dono del coraggio mi sia concesso.
Che l’amore s’ingrandisca e sia fedele e duri
e che estranei paesaggi impediscano la tristezza.
Che l’oblio e la morte, che il tempo e il dolore
si schierino per questa volta nella fazione dei vinti.
Che le luci si spengano, e nella notte del cinema
una breve menzogna ci renda più vivi.

Carlos Marzal -  Invocazione


Arnaldo da Coverciano



Quando anche l'ultimo dio giace ubriaco
Quando in fondo al bicchiere
la sete non ancora
Quando il dolore ti lega le ossa con un filo di ferro
Quando gli occhi una fessura
e nella testa il mare
Quando il vortice si placa
Quando cominci a ridere di te stesso
Allora ti fermi ad ascoltare il vento
e il mondo finalmente ti appare
come lo avevi sempre immaginato

Arnaldo da Coverciano - Il mondo a colori - Linee di Confine




Pedro Tamen



Ti scrivo da vicino, come se la mano
ti fosse oggetto breve affiorato,
come se dalla strada ti arrivasse
la piccola certezza per l’acquisto
dei minuti seguenti. Da vicino
come il sole, come la cicala.
Come un silenzio pieno
che ti venisse agli occhi di mattina
e amarti fosse l’abito
scelto al cominciar del giorno.

- Pedro Tamen - Ti scrivo da vicino, come se la mano



Raymond Carver






E ricordate anche quella parola poco usata che è ormai quasi sparita dall’uso, sia in pubblico che in privato: tenerezza. Non potrà farvi male. E quell’altra parola: anima – o chiamatela spirito, se preferite, se vi rende più facile rivendicare quel territorio. Non scordatevi neanche quella. Fate attenzione allo spirito delle vostre parole, delle vostre azioni. È una preparazione sufficiente. Non c’è bisogno di altre parole.

- Raymond Carver - Il mestiere di scrivere