20.12.14

scrivendo









Scrivo parole ogni giorno.
Non so dove arriverò,
scrivendo.
So che potrei tacere.
Colui che sa, non parla.
Muto nel ventre del tempo
dove uomini gridano, anche.
Lo sguardo
basterà per comprendere e dire
quanto la voce non dice.
Sfioro ogni istante, ogni giorno
l’urlo e il tuono. Vivo intorno.
Potrei fermarmi e attendere.
In silenzio.

Margherita Guidacci - In silenzio




Emily Dickinson








So guardare il Dolore - pozze intere di esso -
ci sono abituata.
Ma il minimo urto di Gioia mi imbroglia i piedi
e ruzzolo - ubriaca.

Emily Dickinson






29.11.14

Sylvia Plath






Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.
Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.



Sylvia Plath








hai edificato i miei sogni









Mai t’ho trovata, sempre t’ho perduta,
un’eternità che viaggio dietro l’impossibile incontro
Per dirti che sei tu che bacio su bacio, taglio su taglio,
hai edificato i miei sogni
trapassando l’abisso fino a trasformarlo in torre,
terrazza senza corona dove il sole affonda
e mi obbliga a riceverlo
trasformato per sempre in luna.

Alejandro Jodorowsky






Paul Eluard








Lei è in piedi sulle mie palpebre
E i suoi capelli sono nei miei,
Lei ha la forma delle mie mani,
Lei ha il colore dei miei occhi,
Lei è sprofondata dentro la mia ombra
Come una pietra sopra il cielo.
Lei ha sempre gli occhi aperti
E non mi lascia dormire.
I suoi sogni in piena luce
Fanno evaporare i soli,
Mi fanno ridere, piangere e ridere
Parlare senza avere niente da dire.

Paul Eluard







fino alla fine della vita










Addio, ma con me sarai, verrai dentro una goccia di sangue che circolerà nelle mie vene, o fuori, bacio che mi brucia il volto o cinturone di fuoco nella mia cintola.
Dolce mia, accogli il grande amore che uscì dalla mia vita e che in te non trovava territorio come l’esploratore sperduto nell’isola del pane e del miele.
Io ti trovai dopo la tormenta, la pioggia lavò l’aria e nell’acqua i tuoi dolci piedi brillarono come pesci.
Adorata, vado alle mie battaglie.
Graffierò la terra per farti una grotta e lì il tuo Capitano t’attenderà con fiori nel letto.
Non pensar più mai dolcezza, al tormento che passò tra di noi come un fulmine di fosforo lasciandoci forse la sua bruciatura.
Venne anche la pace, perché torno a lottare alla mia terra, e poiché ho il cuore completo con la parte di sangue che mi desti per sempre, e poiché reco le mani piene del tuo essere nudo, guardami, guardami, guardami per il mare, che vado raggiante, guardami per la notte che navigo, e mare e notte sono gli occhi tuoi.
Non sono uscito da te quando m’allontano.
[…]
Amore, quando ti diranno che t’ho dimenticata, e anche se sarò io a dirlo, quando io te lo dirò, non credermi:
chi e come potrebbe reciderti dal mio petto, e chi raccoglierebbe il mio sangue quando verso di te m’andassi dissanguando?
Ma neppure posso dimenticare il mio popolo, vado a lottare in ogni strada, dietro ogni pietra.
Anche il tuo amore m’aiuta:
è un fiore chiuso che ogni volta mi empie del suo aroma e che s’apre d’improvviso dentro di me come una grande stella.
Amore mio è notte.
L’acqua nera, il mondo addormentato mi circondano.
Poi verrà l’aurora, e nel frattempo io ti scrivo per dirti “Ti amo”.
Per dirti Ti amo, cura, pulisci, innalza, difendi il nostro amore, anima mia.
Io te lo lascio come se lasciassi un pugno di terra con semi.
Dal nostro amore nasceranno vite.
Nel nostro amore berranno acqua.
Forse arriverà un giorno in cui un uomo e una donna, uguali a noi, toccheranno questo amore, e ancora avrà forza per bruciare le mani che lo toccheranno.
Chi fummo? Che importa?
Toccheranno questo fuoco, e il fuoco, dolce mia, dirà il tuo semplice nome e il mio, il nome che tu sola sapesti, perché tu sola sulla terra sai chi sono, e perché nessuno mi conobbe come una, come una sola delle tue mani, perché nessuno seppe come, né quando, il mio cuore stette ardendo solamente i tuoi grandi occhi grigi lo seppero, la tua grande bocca, la tua pelle, i tuoi seni, il tuo ventre, le tue viscere e l’anima tua che io risvegliai perché restasse a cantare fino alla fine della vita.
Pablo Neruda

Oscar Wilde









Amori mediocri sopravvivono. Amori grandi vengono distrutti dalla loro stessa intensità.


Oscar Wilde


26.11.14

Erich Fromm




L’amore è un potere attivo dell’uomo; un potere che annulla le pareti che lo separano dai suoi simili, che gli fa superare il senso d’isolamento e di separazione, e tuttavia gli permette di essere sé stesso e di conservare la propria integrità. Sembra un paradosso, ma nell’amore due esseri diventano uno, e tuttavia restano due.

Erich Fromm - L’arte di amare



Emily Dickinson




Non c’e’ bisogno di essere una stanza per sentirsi infestati dai fantasmi, non c’e’ bisogno di essere una casa. La mente ha corridoi molto più vasti di uno spazio materiale ed e’ assai più sicuro un incontro a mezzanotte con un fantasma esterno piuttosto che incontrare disarmati il proprio io in un posto desolato.

Emily Dickinson



23.11.14

non dorme la mia anima






"Non fermarti davanti alla mia tomba a piangere, non sono lì, non dorme la mia anima. Sono il soffio di mille venti, sono la neve che brilla come diamante, sono un raggio di sole che splende d’estate, sono la leggera pioggia autunnale. Quando ti svegli nella silenziosa mattina, io sono la più alta farfalla che vola serena, sono la più soffice stella che brilla nel buio della notte. Non fermarti davanti alla mia tomba a piangere, non sono lì, non è morta la mia anima.”

Claudio Cisco






verità









"C’è una storia dietro ogni persona. C’è una ragione per cui loro sono quel che sono. Loro non sono così solo perché lo vogliono.
Qualcosa nel passato li ha resi tali e alcune volte è impossibile cambiarli.”



Sigmund Freud





Orgoglio e Pregiudizio






Così si sentiva umiliata e afflitta e piena di rimorsi, pur non sapendo precisamente neanche lei per cosa. Cominciava a desiderare la stima di lui, ora che non ci poteva più sperare: avrebbe voluto avere sue notizie, ora che non c’era più probabilità di averne.
Ebbe la certezza che con lui sarebbe stata felice,
ora che non era più probabile che si incontrassero.


Jane Austen - Orgoglio e pregiudizio


16.11.14

Nietzsche








Io amo colui l´anima del quale trabocca da fargli dimenticare se stesso, e tutte le cose sono dentro di lui: tutte le cose divengono cosí il suo tramonto.
 


 F.W. Nietzsche 




così profonda








Non credi anche tu che il significato della vita sia semplicemente la passione che un giorno invade il nostro cuore, la nostra anima e il nostro corpo e che, qualunque cosa accada, continua a bruciare in eterno, fino alla morte? E non credi che non saremo vissuti invano, poiché abbiamo provato questa passione? E a questo punto mi chiedo: la passione è veramente così profonda, così malvagia, così grandiosa, così inumana?


Sandor Márai

10.11.14

David Grossman







[…] Senti, e se stabilissimo fin d’ora che non sarà una corrispondenza troppo lunga? Per esempio, solo un anno? O finché il piacere non la renderà insopportabile? Perché se il mio corpo ora dice la verità, e il corpo, come sai, non mente…

Non mente? Ma quante volte ho mentito con il corpo? Quante volte ho abbracciato e baciato, quante volte ho chiuso gli occhi con un sospiro e sono venuto ruggendo, ma senza intenzione?
E quante volte tu?
Myriam, se è vero quello che sento adesso per te, allora anche un anno sarebbe troppo per noi. Non resisteremmo più a lungo, seminando distruzione in tutto ciò che ci circonda. E credo che entrambi abbiamo qualcosa da perdere, là fuori. Allora ho pensato - un’idea stupida, ma tant’è - che forse dovremmo decidere fin d’ora. Che sarebbe meglio fissare una data, o attendere che accada qualcosa di particolare nel mondo, qualcosa al di fuori di noi e che ci è assolutamente indifferente, ma che sarà già annotato sul nostro calendario. Cosa ne dici? Ti fa sentire un po’ più tranquilla (benché ci ponga dei limiti)? Così sapremo fin dall’inizio che la separazione non dipenderà da noi e che dovremo fare tutto prima che giunga quel momento. Essere tutto o niente, cosa ne pensi?


David Grossman - da: Che tu sia per me il coltello





la mia luminosa scomparsa






Poco di me ricordo
io che a me sempre ho pensato.
Mi scompaio come l’oggetto
troppo a lungo guardato.
Ritornerò a dire
la mia luminosa scomparsa.

Patrizia Cavalli














2.11.14

Gli amori difficili - Italo Calvino




Potremmo essere in giro a passeggiare in una città qualunque, col caldo, mano nella mano e io dovrei accorgermi del tuo sorriso triste e allora darti un bacio o prenderti il viso e farti fare una smorfia che mimi la gioia. Sorrideresti e il mio desiderio di felicità per te sarebbe compiuto. La verità è che i tuoi sorrisi tristi a me piacciono, perché a te stanno bene, perché li sai trattare, li sai adoperare e mettere in fila senza che rompano le righe.


Italo Calvino - Gli amori difficili.



Victor Hugo - l'impenetrabile...l'inesplicabile




Un punto microscopico brilla, poi un altro: è l’impercettibile, è l’enorme. Questo lumicino è un focolare, una stella, un sole, un universo; ma questo universo è niente. Ogni numero è zero di fronte all’infinito. L’inaccessibile unito all’impenetrabile, l’impenetrabile unito all’inesplicabile, l’inesplicabile unito all’incommensurabile: questo è il cielo.



Victor Hugo




Saul Bellow




Com’è che diceva un tale che ho conosciuto? – disse Wilhelm. 

«Un uomo vale quanto le cose che ama».



Saul Bellow - La resa dei conti 





Jane Austen







Sono poche le persone che io amo per davvero e ancora meno quelle delle quali io penso bene. Più conosco il mondo, più ne sono disgustata; e ogni giorno conferma la mia convinzione dell’incoerenza del carattere umano, e della poca fiducia che possiamo riporre in tutto ciò che può apparire merito o intelligenza.

Jane Austen - Orgoglio e pregiudizio





23.10.14

Hiroshima Mon Amour






"Tu mi uccidi, tu mi fai del bene. Ho ancora tempo, te ne prego. Divorami, deformami fino all’orrore." 

Hiroshima Mon Amour





19.10.14

Eugenio Montale





“Probabilmente
non sei più chi sei stata
ed è giusto che così sia.
Ha raschiato a dovere la carta a vetro
e su noi ogni linea si assottiglia.
Pure qualcosa fu scritto
sui fogli della nostra vita.
Metterli controluce è ingigantire quel segno,
formare un geroglifico più grande del diadema
che ti abbagliava.
Non apparirai più dal portello
dell’aliscafo o da fondali d’alghe,
sommozzatrice di fangose rapide
per dare un senso al nulla. Scenderai
sulle scale automatiche dei tempi di Mercurio
tra cadaveri in maschera,
tu la sola vivente,
e non ti chiederai
se fu inganno, fu scelta, fu comunicazione
e chi di noi fosse il centro
a cui si tira con l’arco dal baraccone.
Non me lo chiedo neanch’io. Sono colui
che ha veduto un istante e tanto basta
a chi cammina incolonnato come ora
avviene a noi se siamo ancora in vita
o era un inganno crederlo. Si slitta.”


Eugenio Montale - Gli uomini che si voltano [Satura]







Marguerite Yourcenar





"È acrobata come nei vecchi tempi era poetessa, perché la forma particolare dei suoi polmoni la obbliga a scegliersi un mestiere che stia tra cielo e terra."



Marguerite Yourcenar - Fuochi






14.10.14

Ada Lovelace




La prima informatica della storia

Ada Lovelace (il cui vero nome è Augusta Ada Byron) nasce il 10 dicembre del 1815 a Londra, figlia della matematica Anne Isabella Milbanke e del poeta Lord Byron. Il suo nome deriva da quello di Augusta Leigh, sorellastra di Byron, anche se lui stesso chiama sempre la figlia Ada. A un solo mese di età, la piccola Ada il 16 gennaio del 1816 si separa dal padre; con la mamma Annabella si sposta a casa dei nonni. Benché la legge britannica conceda piena custodia dei figli ai padri in caso di separazione, Byron non rivendica mai i propri diritti. Il 21 aprile, egli firma l'atto di separazione, per lasciare definitivamente l'Inghilterra nei giorni successivi. In pratica, il poeta non avrà mai nessun rapporto con la propria figlia, anche perché morirà nel 1824, quando lei avrà nove anni di età. 
Ada, pertanto, cresce avendo come unica figura familiare quella della madre. 
Da piccola, pur venendo indicata da tutti quelli che la conoscono come una bambina prodigio, deve fare i conti con una salute precaria: a otto anni, per esempio, una forte cefalea le procura danni alla vista, mentre a quattordici anni ella rimane paralizzata a causa del morbillo, che la obbliga a rimanere per quasi un anno a letto. Solo due anni più tardi riprenderà a camminare, ma con il sostegno delle grucce. A dispetto delle condizioni di salute, Ada prosegue la propria istruzione, influenzata dalla madre che non sopporterebbe l'idea di vedere la figlia dedicarsi alla poesia sulla scia del padre. Per questo, a diciassette anni riceve gli insegnamenti in ambito matematico e scientifico da parte di Mary Somerville (che aveva scritto testi in seguito usati a Cambridge e tradotto le opere di Pierre Simon Laplace in inglese), William King e William Frend.
La Somerville, in particolare, sostiene Ada nel continuare i propri studi, e prova a insegnarle i principi essenziali della tecnologia e della matematica, tentando di avvicinarli a una dimensione non lontana dalla poesia e dalla filosofia. Ada, in seguito, riceve anche gli insegnamenti di Augustus De Morgan, famoso logico e matematico e professore all'università di Londra, il quale per altro la introduce a studi più complicati, decisamente non consueti per una donna di quell'epoca, di calcolo, logica e algebra.
E così, a partire dal 1832 iniziano a emergere le abilità matematiche della giovane figlia di Lord Byron: da quel momento in poi, l'interesse per la matematica caratterizzerà la sua intera esistenza, persino dopo il matrimonio. Nel 1833, Ada, in occasione di un ricevimento organizzato dalla Somerville, incontra Charles Babbage; nello stesso periodo, avrà modo di conoscere anche Michael Faraday, Charles Wheatstone, Sir David Brewster e Charles Dickens. Nel 1835 si sposa con William King, conte di Lovelace, dal quale prende il nuovo cognome: il suo titolo intero, quindi, diventa "Onorevole Contessa di Lovelace". Con William, Ada ha tre figli: Byron, Anne Isabella e Ralph Gordon. 
Nel frattempo, intrattiene un rapporto molto profondo con Charles Babbage, che la affascina per il suo lavoro e le idee universali. Ella, quindi, comincia a studiare i metodi di calcolo che possono essere realizzati con la macchina analitica e la macchina differenziale, e viene definita da Charles "incantatrice dei numeri". La Lovelace, inoltre, si dedica anche alla traduzione in lingua inglese di vari articoli scritti, a proposito della macchina ideata da Babbage, del matematico italiano Luigi Federico Menabrea: una macchina la cui struttura ricorda quella della macchina di Turing, che rappresenta il punto di partenza dei calcolatori moderni, costituita da un lettore di schede perforate (che costituisce l'input), un mulino (la CPU) e un magazzino (la memoria).
Ada intraprende una corrispondenza con Menabrea, che la invita a commentare e aggiungere le proprie note ai suoi articoli: i due non mancano di scambiarsi le rispettive idee a proposito delle macchine analitiche. Nel 1943 Ada Lovelace pubblica un articolo in cui descrive la macchina analitica come uno strumento programmabile, e al tempo stesso prefigura, con una certa lungimiranza, l'idea di intelligenza artificiale, arrivando addirittura a affermare che per il futuro della scienza la macchina analitica sarebbe divenuta indispensabile (anche se non arriva al punto di pensare che la macchina possa pensare come un essere umano).

Il primo programma informatico
L'articolo viene corredato con un algoritmo relativo al calcolo dei numeri di Bernoulli: esso viene considerato, oggi, il primo programma informatico di sempre (anche se i biografi attualmente mettono in discussione l'originalità di alcuni contributi). Ada, in ogni caso, rappresenta una delle poche persone che sono in grado di capire le idee di Babbage completamente, e tra l'altro consiglia l'utilizzo di schede perforate del Telaio di Jacquard.
Ada Lovelace Byron muore il 27 novembre del 1852, all'età di trentasei anni, per colpa di un cancro uterino, venendo seppellita all'interno della chiesa di Santa Maria Maddalena di Hucknall, nella regione del Nottinghamshire, a fianco della tomba del padre.
Alla sua figura è ispirato "Conceiving Ada", film del 1997 diretto da Lynn Hershman Leeson. Dal 2011, inoltre, il 7 ottobre viene considerato l'"Ada Lovelace Day". Nel 1979, invece, il Dipartimento della Difesa americano ha creato "Ada", sistema che permette di unificare i diversi linguaggi di programmazione.
Benché, in realtà, la macchina di Babbage non sia mai stata costruita, il pensiero di Ada Lovelace si è rivelato fondamentale per la storia del computer, proprio per la sua previsione di aver ritenuto i computer in grado di andare oltre il semplice calcolo numerico (a differenza dello stesso Babbage, che invece si era concentrato unicamente su tale capacità).

riferimento alla pagina:  qui



non c'è nessuno






non c’è nessuno che vende
i fiori
per questa strada maledetta?

E questo mare nero
e questo cielo livido
e questo vento avverso –
oh, le camelie di ieri
le camelie bianche rosse ridenti
nel chiostro d’oro –
oh, l’illusione primaverile!

Chi mi vende oggi un fiore?
Io ne ho tanti nel cuore:
ma serrati
in grevi mazzi –
ma calpesti –
ma uccisi.
Tanti ne ho che l’anima
soffoca e quasi muore
sotto l’enorme cumulo
inofferto.
Ma in fondo al nero mare
è la chiave del cuore –
in fondo al nero cuore
peserà
fino a sera
la mia inutile messe
prigioniera –
O chi mi vende
un fiore – un altro fiore
nato fuori di me
in un vero giardino
che io possa donarlo a chi mi attende?

Non c’è nessuno,
non c’è nessuno che vende
i fiori
per questo tristo cammino?


Antonia Pozzi - I fiori


12.10.14

l'impossibile







Mi sono persa in un sogno,
impossibile fatto di fantasia
di illusioni e pazzia.
Un sogno che valso
un brivido sotto pelle
un emozione che toglieva il respiro
Un sogno che valeva la vita
un momento di intenso follia
fatti di tanti giorni infiniti
Mi sono persa nell’impossibile
ma l’impossibile mi dava la vita.

Silvana Stremiz










un sentito GRAZIE



Come  non esimermi dal condividere con voi questo successo!!!! 
Ieri 578 visite in un solo giorno! 












UN SENTITO GRAZIE !!!!

Zarima



Dante Gabriel Rossetti








....O nata con me in un luogo dimenticato dagli uomini,
E non incontrata negli anni, non vista, non sentita,
Come ti riconosco, nata insieme all’anima mia....



Dante Gabriel Rossetti


RIMEMBRANZE

[l'ho riscritta e riletta mille volte, questa frase infonde in me sempre la stessa emozione...]

il mio primo blog...


Il giovane Holden - J.D.Salinger











Quasi tutte le volte che qualcuno mi fa un regalo finisce che mi rende triste


“La vita è una partita, figliolo. la vita è una partita che si gioca secondo le regole.
Si professore. lo so. Questo lo so.
Partita un accidente. Una partita. E’ una partita se stai dalla parte dove ci sono i grossi calibri, tante grazie – e chi loo nega. Ma se stai dall’altra parte, dove di grossi calibri non ce n’è nemmeno mezzo, allora che accidente di partita è? Niente. Non si gioca.”



“non faccio che dire piacere d’averla conosciuta a gente che non ho affatto piacere d’aver conosciuta. ma se volete sopravvivere, bisogna che diciate queste cose.”


“A chi precipita non è permesso di accorgersi nè di sentirsi quando tocca il fondo. Continua solo a precipitare giù. Questa bella combinazione è destinata agli uomini che, in un momento o nell’altro della loro vita, hanno cercato qualcosa che il loro ambiente non poteva dargli. o che loro pensavano che il loro ambiente non potesse dargli.  Sicchè hanno smesso di cercare. hanno smesso ancora prima di avere veramente cominciato.”


Non so di presico cosa voglio dire con questo, ma voglio dire proprio questo.





Per chi l'avesse dimenticato...

Romanzo tra i più letti al mondo, da diverse generazioni, il più citato, il più ricordato. Considerato un romanzo di formazione letteraria oggetto di studio nelle scuole. Linguaggio moderno, informale e giovanile. E' la crisi adolescenziale, i rapporti di Holden con gli altri personaggi e la solitudine legata alla difficoltà di comunicare. 
Il romanzo è ambientato nella New York degli anni Cinquanta e l'arco di tempo trascorso è di cinque giorni. Tramite la decrizione dei luoghi ci viene illustrata la società americana del dopoguerra. I luoghi più significativi sono l'istituto Pencey in Pennsylvania, l'albergo a New York, la stazione, Central Park, il museo, il locale di Ernie, la casa di Holden, lo zoo e l'ospedale.
La narrazione è un continuo flash-back: infatti Holden racconta dal letto di un ospedale. Ci sono anche altri piccoli flash-back all'interno del racconto per presentare i personaggi che via via si susseguono.

Più a fuoco:



Holden Caulfield è il protagonista. È un ragazzo di sedici anni, alto un metro e ottantanove, magro come un chiodo e con i capelli grigi. È un grande fumatore, poco studioso, talvolta bugiardo e sognatore ma intelligente e molto sensibile. Come tutti gli adolescenti sta attraversando un periodo di profonda crisi esistenziale. Sa di essere un vigliacco: non è violento, odia le guerre e le risse, e per questo viene picchiato due volte. È molto attaccato alla sorella.
Il narratore è interno alla vicenda e onnisciente poichè è lo stesso protagonista.


Alla notizia della sua espulsione dall'Istituto Pencey, il sedicenne Holden decide di fuggire dalla scuola. Siccome non se la sente di affontare la reazione dei genitori alla notizia, vaga per due giorni in ambienti diversi a New York, dove incontra diverse persone con cui cerca di mettersi in sintonia: Sunny, Sally, Carl Luce, Antolini. Ma alla fine l'unica che lo capisce è la sorellina Phoebe alla quale confida la propria decisione di fuggire di casa e di andare in un posto dove nessuno lo conosce per ricominciare tutto daccapo, con un lavoro e una vita semplice. L'atteggiamento risoluto della sorella, che si mostra decisa a seguirlo, gli apre gli occhi e gli fa cambiare idea. Nell'ultimo capitolo Holden è in un sanatorio ricoverato per TBC.



Ritratto di Jerome David Salinger
J. D. Salinger Signature.svg



APPROFONDISCI QUI:

Divenuto celebre con Il giovane Holden (The Catcher in the Rye), un classico romanzo di formazione che ha conosciuto una enorme popolarità fin dalla sua pubblicazione nel 1951...
continua qui











28.9.14

è notte, ininterrottamente




“Perdonami: la mia anima è un castello gotico, scricchiola di fantasmi: quassù è sempre vento; 
i ponti sono alzati; è notte, ininterrottamente.”


 Giorgio Manganelli - Poesie